Codice ISSN: 2281-9223 Rivista d’arte diretta da F. Panizzo - Numero XIII mese di Novembre, 2013 - Anno II
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Alex Folla: l’anacronismo linguistico nella poetica di un astrattismo nel silenzio. Articolo di Alessandro Rizzo |
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Guardando il percorso artistico di Alex Folla viene risaltata quella funzione storica di un’arte, e di un artista, che non si vuole elevare nell’olimpo incomprensibile della declinazione della verità assoluta e maestra che la società deve saper adattare e attuare. Ci si domanda spesso che cosa l’artista, oggi come oggi, debba saper trasmettere alla sua contemporaneità: Alex Folla è testimone, come ogni autore, dei suoi tempi. È, quindi, la sua, una visione che definisce modelli e forme utili a scoprire quel significante intrinseco che porti a un significato, che va oltre alla dimensione circoscritta del finito. Si può dare ad Alex Folla una definizione di categoria artistica, sia per lo stile, sia per il soggetto raffigurato: è un astrattismo, il suo, che esula dalla visione canonica e teorica, impostasi come concezione nell’im-maginario comune, scaturendo da pregiudizi e non da giudizi sul dato effettivo.
L’astrattismo di Alex Folla è puramente figurativo ed è dalla figura, dalla forma, dalla macchia di colore, dalla luce calibrata su un corpo rappresentato, dalle ombre che creano plasticità, che scaturisce quel varco, quella pausa di immagine e rappresentazione, quell’horror vacui, quell’assenza che si riempie di concetti, di pensieri, di raffigurazioni altre, che partono dall’attento occhio dello spettatore. Non importa quale sia la sensazione e la lettura dello spettatore, e se queste possano dirsi affini o uguali a quelle avute dall’artista al momento della composizione: importante è creare quelle incudini, all’interno delle quali poter permettere alla mente umana, sollecitata dalla visione, di poter viaggiare in altre dimensioni inesplorate, pre- gne di messaggi da saper ascoltare e captare. |
Alex Folla è un artista coplmeto nella sua interdisciplinarietà, passando dalla scultura all’arte figurativa, dalla ritrattistica alle pennellate caravaggesche delle sue composizioni: lo stile si definisce anche attraverso una tecnica ideata “su misura”, utilizzando ciò che un Burri ha saputo utilizzare con sapienza, ossia il bitume, materiale termoplastico di origine organica che, se trattato con altri elementi, smalti, rende la tela attraversata da una patina rosso-bruna, unica dimensione cromatica utile e funzionale a dare un senso estetico all’opera.
Esiste una certa, si percepisce, sapienza nell’uso dei colori, nel loro integrarsi e interagire in forme e tonalità che danno forza e valore a quelle immagini che ci apportano sensazioni ed emozioni, tali da indurre in noi sentimenti incisivi. Il figurativo campeggia nella produzione di Alex Folla: ed è in quel soggetto che respira di quella dimensione pittorica dai toni quasi caravaggeschi, soprattutto nella calibratura degli elementi che compongono le sue opere.
Parlavamo di un “antico linguaggio”, in quell’anacronismo, così si definisce Alex, compositivo artistico, funzionale a dare rappresentazione immaginifica del sublime, del superlativo, della perfezione, di quella mente, la natura, il fato, un ordine superiore che solo attraverso l’arte, il gioco della forma che diventa il “detto”, può essere, quel “non detto” presente nell’astrazione, percepito. Il destino dell’artista post moderno è metafora della condizione dell’essere umano contemporaneo: Alex Folla, pur avendo forte la base culturale artistica di riferimento, non scade mai in un puro accademismo, ma vive di continua sperimentazione contenutistica, individuando forme e tecniche, estetiche e compositive, che possano dare un significante all’immagine rappresentata.
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È, qui, la componente quasi lirica dell’opera di Alex Folla, che congiunge il si- gnificato, il totale abbandono della dimensione umana e istintuale naturale dell’individuo, con il significante, la carica estetica e rappresentativa, elevando l’opera a visione artistica pura, tra un astrattismo concettuale e una visione metaforica allegorica.
Alessandro Rizzo
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