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Disconnect
Un film di Henry-Alex Rubin
Articolo di Daniel Montigiani |
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Sembra curioso che il titolo di un film che ha internet come centro erogatore della trama sia il semplice, rapido, quasi spietato Disconnect. Come è possibile, ci si potrebbe chiedere, che una pellicola che ha come argomento principale il rapporto spesso ambiguo, talvolta letale ma comunque quasi sempre inevitabile fra le persone e il loro connettersi sulla rete si chiami in modo alquanto diverso, per non dire opposto, Disconnect? Un motivo “poetico”, o, meglio ancora, desolatamente polemico per questa apparente incongruenza sembra proprio esserci: già dai primi momenti della pellicola, ma anche semplicemente limitandosi a leggere da qualsiasi parte l’abile intreccio di storie che pulsano all’interno del film, è abbastanza chiaro che il titolo Disconnect, purtroppo, non ha niente a che fare con una mancanza di connessione al web, anzi, il suo contrario. Molti dei personaggi di queste storie – che hanno tutti in qualche modo a che fare con il mondo internet da vari punti di vista, per diversi motivi, che siano di “svago” o lavorativi – sono a livelli differenti disconnessi dalla realtà proprio a causa del loro essere connessi a Internet.
Il non sempre perfetto ma comunque piuttosto interessante film del regista americano Alex Rubin si basa su un discorso discretamente sconvolgente e ottimamente organizzato dal punto di vista diegetico su Internet come organismo principale del mon- do, o, peggio ancora, in molti casi come sos- tituito dell’organismo che manda avanti il mondo, una riflessione silenziosa su come, me-
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metaforicamente parlando, in momenti bassissimi, ci si possa tagliare e uccidere con la forma quadrata di un sito internet.
Con una macchina da presa e un montaggio semplice ma riuscito che nel corso della pellicola pensa sempre di più all’importanza di creare tensione, vengono raccontate storie diverse e distanti fra loro ma che, allo stesso tempo, hanno diversi elementi in comune, a partire dal Re Internet: un giovane ragazzo appena diciottenne che lo usa per lavoro spogliandosi in webcam all’interno di ambigue chat erotiche rivolte a entrambi i sessi, una giornalista che scopre improvvisamente di poter considerare la rete come uno strumento per un avanzamento di carriera entrando in contatto col giovane sperando di poterlo intervistare per il giornale, un marito la cui dipendenza dal computer gli impedisce di lavorare, una moglie che visita la chat Friendsonline per parlare delle proprie gravi mancanze della vita di tutti i giorni; piccoli studenti che, per disturbare e prendere in giro un coetaneo a loro non gradito, decidono di contattarlo su Facebook inventandosi abilmente un profilo di una ragazza, senza sapere a quali conseguenze porterà un gesto del genere.
Con una macchina da presa e un montaggio semplice ma riuscito che nel corso della pellicola pensa sempre di più all’importanza di creare tensione, vengono raccontate storie diverse e distanti fra loro ma che, allo stesso tempo, hanno diversi elementi in comune, a partire dal Re Internet: un giovane ragazzo appena diciottenne che lo usa per lavoro spogliandosi in webcam all’interno di ambigue chat erotiche rivolte a entrambi i sessi, una giornalista che scopre improvvisamente di poter considerare la rete come uno strumento per un avanzamento di carriera entrando in contatto col giovane sperando di poterlo intervistare per il giornale, un marito la cui dipendenza dal computer gli impedisce di lavorare, una moglie che visita la chat Friendsonline per parlare delle proprie gravi mancanze della vita di tutti i giorni; piccoli studenti che, per disturbare e prendere in giro un coetaneo a loro non gradito, decidono di contattarlo su Facebook inventandosi abilmente un profilo di una ragazza, senza sapere a quali conseguenze porterà un gesto del genere.
Che venga usato in maniera distorta o assolutamente sana e innocente, che serva per vari tipi di lavoro, per semplice dipendenza o come strumento di cura della e dalla realtà, Internet, “grazie” a social network come Fa- cebook ma soprattutto a motori di ricerca come Google, è mostrato come un Qualcosa senza il quale ormai non è quasi possibile fare praticamente niente.
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Allo stesso tempo, però, il regista sembra voler dire che, a volte, basterebbe che certe dinamiche della realtà – in particolar modo quelle che riguardano i rapporti in famiglia, fra genitori e figli - fossero almeno un poco migliori per evitare che la I di Internet schiacci come un grattacielo certe vite degli altri. Nonostante la riuscita generale delle atmosfere della pellicola, l’opera rilascia qualche ovvietà e banalità stilistica, come, ad esempio, la presenza abbastanza abusata della “triade” dettaglio dell’occhio di un personaggio che osserva in direzione del computerraccordo di sguardo sulla tastiera con le mani del personaggio nell’atto della battitura-ripresa ravvicinata dello schermo del computer (o dello smartphone) con le frasi che il personaggio ha appena finito di scrivere.
Ma il regista si dimostra comunque interessato anche a qualche fine trattamento dell’immagine, usandola talvolta come metafora di quella che ormai è diventata la naturalezza dell’invasività di Internet e dei suoi possibili pericoli, come la ripresa dall’alto dell’intrico di strade trafficate, visibile rimando alla rete di contatti, di comunicazioni sul Web, ma anche il disegno digitale di un cervello in
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coma sullo schermo di
un macchinario in ospedale, il cui inquietante aspetto ricorda fortemente la
densità potenzialmente insidiosa della Rete. Inoltre, il ralenti del montaggio
parallelo finale, generatore di alto pathos catartico che sembra soffermarsi
sulla triste “maestosità” della violenza, mostra come Alex Rubin sia un regista
che in futuro avrà probabilmente modo di fare film ancora più belli,
interessanti e del tutto sviluppati.
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Daniel Montigiani
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Scrivono in PASSPARnous: k
Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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