Se l’ignoranza è dubbio ha ragione chi vede una ricchezza in quella mancanza di sicurezza che a torto possiede invece chi professa certezze e le elargisce con sicumera e presunzione. Sylvie Guillem, eccellente danzatrice cui Rudolf Nureyev conferì il titolo di étoile a soli 19 anni sostiene che “per dare, per creare emozioni, devi sempre essere incerto circa quello che stai facendo, quello che andrai a fare in seguito, quello che hai già fatto. Credo che dubitare significhi assumersi i rischi, creare momenti di necessità per trovare un’emozione vera. Altrimenti, se prestabilisci troppo, se pensi troppo a quello che stai facendo, allora l’istinto e te stesso – se tu sei in grado di dare qualcosa di te stesso – si perdono, rimangono nascosti dietro i passi, la coreografia, tutte quelle cose dietro le quali è facile nascondersi. Ma se tu esiti, tu mostri te stesso, nudo.”
E
infatti l’eccellente tecnica della mitica danzatrice, già orgoglio de l’Opéra di Parigi, non va a
scapito dell’emozione, che, anzi, nei suoi spettacoli è viva e palpitante. Lo
spet- tatore gode della perfezione dei movimenti tanto quanto della sorpresa
delle azioni. Perché per saper sorprendere il pubblico bisogna prima saper
sorprendere se stessi.
L’importanza del dubbio è ricordata anche dal poliedrico artista Christian Rizzo, co- reografo dello spettacolo Il beneficio del dubbio che sostiene “non c’è nulla di più divertente del dubitare. Il dubbio è una forma di affermazione che lascia tutte le certezze a riposo. In un mondo saturo di convinzioni, più o meno fasulle, la scena rivela tutto il valore del dubbio. Da quando si comincia a dubitare tutto può mettersi in movimento. |
Il dubbio è una promessa di novità. L’immaginazione
può infatti liberarsi delle preoccupa- zioni materiali che la imbrigliano. In
qualità di coreografo non ho niente da vendere, né una fede da inculcare a
forza agli altri: il mio beneficio è il dubbio”. Nella sua opera Rizzo fa vacillare i fondamenti della danza preferendo stati fisici e visuali di incertezza che favoriscono la richiesta di risposte forti. L’interazione tra i danzatori fa pensare a una volontà di sostegno nell’insicurezza più che a una lotta per la personale sopravvivenza nella giungla, dove regnano funebri pupazzi immersi in un nebbioso nulla. I manichini, vestiti come i danzatori, sospesi nel vuoto, ricordano l’umore di certe opere di Cattelan, o il concetto di doppio dei danzatori in scena, come nella nota performance dei Pathosformel.
Richiamano lo specchio dell’inconsistenza, della mancanza di verità, l’espressione drammatica di un movimento che non nasce dall’energia del danzatore, dalla manifestazione della sua vitalità, bensì da un sollecito esterno, cui i manichini rispondono in modo del tutto passivo.
Forse anche un monito: quei manichini po- tremmo essere noi, fiacchi pupazzi manovrati da una società sempre più cinica, in cui i veri valori si sono persi e gli obblighi non sono più quelli morali |
ma solo doveri decisi da autorità che rispondono esclusivamente ai propri interessi.
Necessario allora il movimento che nasce da un’esigenza vitale, dinamica, dalla voglia di esistere, anche attraversando l’incerto, inciampando nell’errore, annaspando in un’ignoranza prodromica alla conoscenza.
Necessario allora il movimento che nasce da un’esigenza vitale, dinamica, dalla voglia di esistere, anche attraversando l’incerto, inciampando nell’errore, annaspando in un’ignoranza prodromica alla conoscenza.
Lo diceva Manzoni, “è men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore”, lo diceva Brecht, “sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai: non credono ai fatti, credono solo a se stessi”, ma all’incertezza, nella danza come nella vita, deve sempre seguire un’azione efficace perché “con coloro che non riflettono e mai dubitano si incontrano coloro che riflet- tono e mai agiscono.
|
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì per schivare la decisione […] che giova poter dubitare, a colui che non riesce a decidersi! Può sbagliare ad agire chi di motivi troppo scarsi si contenta! Ma inattivo rimane nel pericolo chi di troppi ha bisogno.”
|
Sara Maddalena
|
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous
|
Sezione
Revue Cinema diretta da Daniel Montigiani Sezione
Trickster diretta da Alessandro Rizzo Sezione
Reportages diretta da Davide Faraon |
Sezione
Psychodream Review diretta da Viviana Vacca e Francesco Panizzo Sezione
Apparizioni diretta da Martina Tempestini Sezione
Archivio diretta dalla redazione di PASSPARnous |
Sezione
Musikanten diretta da Roberto Zanata Sezione
Witz diretta da Sara Maddalena Sezione
Eventi diretta dalla redazione di PASSPARnous |
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall'immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall'immagine sottostante.
Click here to edit.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati