Sezione Ecosofia Alphaville Rubrica diretta da Silverio Zanobetti
. Per una Ecosofia del futuro
Il sedicesimo numero della rivista PASSPARnous
per la “Sezione Ecosofia”.
per la “Sezione Ecosofia”.
Questo VIII numero della sezione Ecosofia trova nella conversazione una formula che troverà sempre più spazio nei prossimi numeri. La conversazione segna la sparizione di ogni interlocutore possibile, non si tratta di un incontro tra due persone ma di un percorso di deterritorializzazione comune ma disimmetrica. Nella conversazione tra Aldo Pardi e Rosella Corda è in gioco la filosofia come un’attività che non si chiude in logiche autoreferenziali (giochi linguistici o serie di funzioni logiche della filosofia analitica), ma viene pensata come un processo in movimento che costituisce inevitabilmente la sua socialità, un qualcosa che ha un suo spessore politico. Un’attività di deterritorializzazione del nostro pensiero, in quanto la filosofia è chiamata a pensare sempre in rapporto agli spazi-tempi di esperienza e alle forme del vivente che occupano quei territori, un’attività sempre al limite di ciò che separa il pensiero dal non-pensiero. La conversazione non è uno scambio ma è questione di territorio, perché è questione di cattura molteplice, in cui sono proprio le posizioni degli interlocutori ad essere in gioco: essere un ponte l’uno per l’altro.
Nella situazione politica attuale, così esposta al grido “Siamo noi la rivoluzione! (senza ghi- gliottina)”, occorre forse un atto di pudore, un’attenzione verso processi di costruzione di nuove macchine stilistiche, nuovi dispositivi segnici, dispositivi che non generino effetti di omologazione e poteri di soggettivazione, ma che lavorino all’interno di un esercizio di critica che, appunto, si riconosca esso stesso come dispositivo[1].
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o Ritorno al sentire naturale. Arte, narrativa e filosofia (Aracne) è l’ultimo testo di Stefano Berni, un’occasione per parlare dell’importanza dell’arte nella filosofia e della filosofia nell’arte, della verità dell’arte e dell’arte della verità, tra Platone, Narciso, Kafka, Camus, Foucault, Nietzsche, Vattimo… |
Cosa succede se si mettono in urto due modalità del pensare così diverse ma vicine come la filosofia e l’arte? Perché oggi è importante riproporre l’idea che l’artista debba essere anche filosofo e viceversa? All’artista narcisista e autoreferenziale occorre contrapporre un artista sempre in contatto con un impegno etico, con il “dire la verità su se stesso”: un artista-filosofo che non arrivi quando tutto è compiuto come la nottola di Minerva di hegeliana memoria.
Note:
[1] E. Redaelli, L’incanto del dispositivo. Foucault dalla microfisica alla semiotica del potere, Edizioni ETS. |
Buona lettura..
Silverio Zanobetti |
Le Rubriche di Alphaville
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