|
Rivista d’arte diretta da
F. Panizzo e V. Vacca |
calico e accademico utile a dare i fondamenti per apprendere l’arte fotografica. Qualcuno potrebbe banalizzare dicendo e asserendo, senza alcuni fondamenti, che la macrofotografia sia solo puro esercizio didascalico e ac-cademico utile a dare i fondamenti per apprendere l’arte fotografica. Generalizzare rischia di essere sempre peri-coloso, soprattutto se si osservano le produzioni di autori e artisti giovani che vogliono portare e immettere in questo ambito, che può definirsi formalismo tecnicista, appunto il genere macroscopico a cui si potrebbero de-dicare, aspetti che si nutrono delle esperienze artistiche passate, dall’iperrealismo al surrealismo, con sfumature che non possono essere definite se non come concettuali e astratte. Questa impressione di crogiolo variegato e poliedrico, essenza specifica di un eclettismo naturale, sentito, avvertito e consapevole, ma non voluto e artefatto, è quella sensazione artistica e poetica che ci proviene dalle opere di Luca Rovelli, giovane fotografo e designer milanese, che ha nella sua vita artistica portato a compimento diverse produzioni, delle più differenti per contenuto e stile.
Si parte con reportage che danno un alimento visuale di scenari urbani, soprattutto nipponici, in cui forme geometriche si intersecano in uno sce- nario, quale quello citta- dino architettonico, di in- contri e confluenze di strutture e di linee.
Mi soffermo sulla sua visione macroscopica del- la fotografia, in quanto ci conduce in terreni che non sono esplorati e che non appaiono scontati né |
immediati nella visione delle opere. Un particolare viene, così, eletto e sorretto come soggetto principale dell’opera di Rovelli: soggetto, e non oggetto, in quanto le parti microscopiche di elementi che ci offre la natura, un fiore, un insetto, un filo d’erba, colte con una certa capacità intuitiva e con una certa dimestichezza, solo uno sguardo attento, vivace e genuino può apportare a questo, nella loro dimensione e nella loro caratteristica, portano a esprimere quei messaggi che portano a creare connessioni mentali, qui sta l’aspetto iperrealista dell’opera di Rovelli, con altre rap- presentazioni, parti integranti del nostro patrimonio culturale e delle nostre esperienze visive e sensoriali. Il pro- cedimento artistico, che si evince dalla produzione di Rovelli, è quella di detrarre da un contesto generale il par- ticolare in un gioco sopraffino e non meditato di decomposizione del reale, dato oggettivo contingente, e di ricom- posizione del medesimo arrivando ad alimentare, infine, un indotto processo mentale fatto di panorami e visioni ines- plorati, quasi nuovi, in una visione metafisica e meta-empirica, che è così in quanto parte dall’elemento oggettivo tangibile.
La sensazione che ci trasmette l’opera di Rovelli, specificatamente in questo suo filone, si astrae dal contingente percepibile ed empirico per giungere in luoghi invisibili che solo la nostra mente e il trasporto emotivo ci possono condurre.
La tecnica e l’estetica della composizione macrofotografica di Rovelli ci porta, nell’uniformità armonica delle tinte e delle luci, quasi a dare un aspetto pittorico della fotografia realizzata, priva, lo si percepisce dal tratto con cui viene |
to con cui viene definita e rilevata dall’obiettivo la forma microscopica, di una presenza invadente e distorcente post produzionale, a considerare quel particolare dettaglio come forma d’arte in sé, espressione artistica di una poetica naturale e improvvisata, quindi assoluta nella sua imponenza estetica rappresentativa, metafora di altri significanti che sono significati, non mediata e non meditata, dando in questi elementi la percettibilità della destrezza e della capacità quasi liriche della mano del fotografo e del suo occhio. L’attenzione di Rovelli per la piccola parte dell’oggetto è raffinata e puntuale, dando al particolare quella connotazione universale unica e meta-empirica, meta-reale.
Altri spazi e altre dimensioni temporali sono i lidi verso cui la ricerca di una composizione fotografica, quasi allegorica e che non vuole fissare linee forti, tracciati in modo pesante, ai contorni degli oggetti non ben definibili, ci porta. Ed è in questo aspetto che si coglie anche l’aspetto onirico, quasi di sogno e di ipotesi immaginifiche che solo il nostro sguardo e i nostri occhi possono cogliere con vivacità e con immediatezza, dell’intera produzione macro-fotografica di Rovelli. Se vogliamo proprio proporre una scuola di appartenenza al fotografo è quella della sperimentazione: il suo percorso artistico appare, proprio nell’attenta ricerca estetica e compositiva, un continuo studio in evoluzione delle forme e delle modalità di produzione e realizzazione dell’opera.
Altri spazi e altre dimensioni temporali sono i lidi verso cui la ricerca di una composizione fotografica, quasi allegorica e che non vuole fissare linee forti, tracciati in modo pesante, ai contorni degli oggetti non ben definibili, ci porta. Ed è in questo aspetto che si coglie anche l’aspetto onirico, quasi di sogno e di ipotesi immaginifiche che solo il nostro sguardo e i nostri occhi possono cogliere con vivacità e con immediatezza, dell’intera produzione macro-fotografica di Rovelli. Se vogliamo proprio proporre una scuola di appartenenza al fotografo è quella della sperimentazione: il suo percorso artistico appare, proprio nell’attenta ricerca estetica e compositiva, un continuo studio in evoluzione delle forme e delle modalità di produzione e realizzazione dell’opera.
Un’avanguardia sperimentale, senza voler eccedere nel termine, ma per
dare un significato di progressiva riela-borazione di stili, è quella che
si attinge dalla fotografia di Rovelli, che ci apporta verso una
caratteristica tipica del super reale, che è concettualismo procedente
da un as- trattismo mentale che si appoggia e che si radica in una
rappresentazione chiara e concretamente esistente, ma non visibile
all’occhio, spesso disattento e alienato, del- l’osservatore comune e
quotidiano.
|
Ed è in questo lato che la componente lirica della composizione fotografica che riassume colori e tonalità in una sintonia armonica ed equilibrata ci porta a garantire l’elevazione del significato, il messaggio trasparente e diretto dell’oggetto/soggetto artistico, a significante, codice intellettivo deduttivo poetico che rende nell’aspetto estetico la visione di nuovi mondi paralleli e connessioni.
Il grande impatto emozionale che ci instilla la produzione di Rovelli è l’esempio di una magari inconsapevole abilità tecnica e contenutistica dell’autore. Il realismo di Rovelli è talmente celebrato nelle sue parti più minutamente costitutive che possiamo parlare di un “realismo radicale” solamente nell’accezione di un in-grandimento che rende il particolare, non esasperato ed esasperante, un’esplicazione viva e vivace, incisiva e destrutturante dell’elemento, attraverso soprattutto un uso sapiente della combinazione delle dimensioni cro-matiche, parte fondante e suggerente di quei nuovi scenari visivi verso cui ci si fa condurre partendo dall’oggetto microscopico, contingente e fissato.
Il grande impatto emozionale che ci instilla la produzione di Rovelli è l’esempio di una magari inconsapevole abilità tecnica e contenutistica dell’autore. Il realismo di Rovelli è talmente celebrato nelle sue parti più minutamente costitutive che possiamo parlare di un “realismo radicale” solamente nell’accezione di un in-grandimento che rende il particolare, non esasperato ed esasperante, un’esplicazione viva e vivace, incisiva e destrutturante dell’elemento, attraverso soprattutto un uso sapiente della combinazione delle dimensioni cro-matiche, parte fondante e suggerente di quei nuovi scenari visivi verso cui ci si fa condurre partendo dall’oggetto microscopico, contingente e fissato.
Alessandro Rizzo
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall'immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall'immagine sottostante.
Click here to edit.
Vuoi entrare nella redazione di Edizioni Psychodream,
o collaborare con Psychodream Theater?
Direttore: Francesco Luigi Panizzo | [email protected]
Responsabili di redazione: Viviana Vacca | Fabio Treppiedi | Massimo Acciai | Anna Novello | Gaia Grassi | Alessandro Rizzo | Daniel Montigiani
Per affiliazioni pubblicitarie | [email protected]
Per collaborazioni e progetti | [email protected]
Tutti i contenuti di questo sito possono essere utilizzati da altri media e siti internet, giornali o televisioni con la clausola
di esporre a citazione, tramite il seguente link, la Edizioni Psychodream oppure la pagina di riferimento.
Per info: ooooooooooooooooooooooooo
[email protected]
[email protected]
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati