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Rivista d'arte
diretta da F. Panizzo |
Il principio creativo
della mutilazione Intervista al pittore Alban Berberi
A cura di Francesco Panizzo Per questo numero incentrato sugli artisti esordienti dei nostri giorni non possiamo dimenticare il promettente Alban Berberi, un pittore stravagante. Un caloroso benvenuto a PASSPARnous.
Faresti un excursus del tuo percorso ai nostri lettori? |
Già
da piccolo ho iniziato in solitudine a fare copie di fumetti ed è
stato in quel momento che ho capito che mi piaceva disegnare. All’età
di 12 anni ho iniziato un corso di disegno e pittura, per farmi le
prime basi per la mia esperienza. Mi sono diplomato nel liceo artistico
di Tefta Tashko Koço, nella città di Korça, dove ho ben appreso le
tecniche di disegno della scuola russa. In seguito, sono migrato a
Firenze, dove ho conseguito nel 2010, il diploma alla triennale presso
l’Accademia delle belle Arti e dove sto per finire i miei studi
universitari specialistici. La scelta è stata motivata dall'amore per
l'arte classica. In alternativa agli studi, ho iniziato un mio percorso
espressivo sulla pittura, con tecnica olio su tela. Una esperienza
iniziata più concretamente già dal liceo di Korça.
Come definisci la tua arte e in quale filone/movimento ti trovi più inserito?
Mah... Mi piacerebbe fossi tu a dirmelo! Mi è sempre seccato dover definire ciò che faccio; comunque, penso di non fare parte di nessun movimento artistico e non ho nemmeno l’intenzione di dovermi rispecchiare in uno piuttosto che in un altro. Voglio che la mia arte sia soggettiva, un cerchio aperto da me. Certo, come tanti altri pittori, sono stato influenzato dal lavoro di altri artisti. Nel mio caso ottimi riferimenti sono stati Francis Bacon, Lucian Freud, Chris Cunningham e Matthew Barney ma non credo di far parte di un filone ben preciso...
Non è facile la tua scelta ma la approvo completamente. Finalmente c’è qualcuno che non si identifica in un movimento. Oggi non è per niente scontato, anzi. Che tecniche usi?
Uso il modo del materico e ho come tecnica quella dell’olio su tela.
Come si immette il tuo lavoro nel panorama dell’arte pittorica attuale?
Come definisci la tua arte e in quale filone/movimento ti trovi più inserito?
Mah... Mi piacerebbe fossi tu a dirmelo! Mi è sempre seccato dover definire ciò che faccio; comunque, penso di non fare parte di nessun movimento artistico e non ho nemmeno l’intenzione di dovermi rispecchiare in uno piuttosto che in un altro. Voglio che la mia arte sia soggettiva, un cerchio aperto da me. Certo, come tanti altri pittori, sono stato influenzato dal lavoro di altri artisti. Nel mio caso ottimi riferimenti sono stati Francis Bacon, Lucian Freud, Chris Cunningham e Matthew Barney ma non credo di far parte di un filone ben preciso...
Non è facile la tua scelta ma la approvo completamente. Finalmente c’è qualcuno che non si identifica in un movimento. Oggi non è per niente scontato, anzi. Che tecniche usi?
Uso il modo del materico e ho come tecnica quella dell’olio su tela.
Come si immette il tuo lavoro nel panorama dell’arte pittorica attuale?
Anche in questo caso lascio al panorama attuale prendere coscienza del mio lavoro. Io penso che la cosa principale sia quella di essere originali, credo che quando un artista sia originale possa entrare più di diritto nell’attualità, anche se meglio sarebbe entrare a far parte dell’eterno. Mi stimola di più! Un’audacia ammirevole, davvero! Dimmi cosa pensi in riguardo al fenomeno del “decorativismo” e come ti poni nei suoi confronti con le tue opere. |
Beh! Non si può certo dire che un mio quadro valga una cornicetta con nature morte, con cui abbellire le pareti della propria casa. So che la mia espressione può risultare pesante all’occhio di un osservatore. Ci tengo a precisare che non è mia intenzione provocare l’equilibrio di chi osserva i miei quadri, altresì non nego che questi possano urtare la sensibilità di molti. Questo significa che i fruitori della mia arte sono destinati a prenderne visione all’interno di gallerie dove è possibile esulare dalla decorazione e spostare l’attenzione sull’importanza della creatività del suo artista, piuttosto che considerare i miei quadri come oggetti da decoro. Insomma, un fare opposto rispetto a certe fatture, in stile panorami bucolici, figlie più di un artigianato e soggiacenti al concetto di rappresentazione. L’aspetto del “decorativo” lo comprendo, rispetto e apprezzo, ma non fa parte del mio percorso artistico. La mia è arte e non artigianato.
Perché continuare con la pittura dopo l’avvento della macchina fotografica?
Questa è una domanda storicamente conosciuta, è una domanda che, secondo me, ha già trovato la sua risposta, perché la pittura e la fotografia sono due tecniche completamente diverse, che si praticano in un modo completamente diverso, che da risultati assolutamente diversi... Anche se le tecniche si sono evolute molto, i graffitisti continuano a dipingere sui muri come i primitivi, ma con idee diverse e molto attuali.
Certo, anche i fotografi possono esprimere l’anima del proprio genio e uno scatto deforma la realtà, modificandola a sua volta ma capisco cosa vuoi dire. La macchina fotografica può almeno entrare a far parte del tuo lavoro?
La macchina fotografica è diventata una terza mano per molti pittori attuali, tanti la usano al posto del blocco per i bozzetti. È un elemento davvero utile per la memoria visiva. L’importante è che un pittore non finisca per copiare la foto, al limite, la dovrebbe interpretare, semmai, oppure usarla come punto di partenza, usufruirne insomma e non farsi condizionare dalle sue potenzialità fini a se stesse.
So che hai costruito un tuo sito web dove promuovi i tuoi lavori. Anche questa è una tecnologia che stai sfruttando e dalla quale invece molti si fanno sfruttare. Quanto è importante oggi per promuovere i tuoi lavori?
Sì, dici bene. Nel nostro tempo è importantissimo promuovere i propri lavori; viviamo nell’epoca dei bombardamenti di immagini e della frenesia data dalle informazioni che riceviamo. Anche i movimenti e linguaggi artistici sono moltissimi; questo è un meccanismo che è sorto già a partire dal Novecento. Oramai, l’artista è costretto ad autopromuoversi: allestisce mostre proprie, si costruisce un proprio sito, bigliettini da visita. Poi, contatta le gallerie; se prima esisteva un numero limitato di botteghe, connesse in modo più o meno accreditato a movimenti artistici, ora, invece, c’è un’infinità di correlazioni, sempre meno empatiche fra loro. Il fine è sempre quello del mercato; di contro, il numero spropositato di linguaggi, e annesse imprenditorialità, porta anche molta più concorrenza.
Dunque hai già riscontrato delle risposte interessanti da parte di chi visita il tuo sito?
Il sito è importante perché mi dà visibilità; il fatto che tu mi stia intervistando è già un punto di partenza, considerando l’interesse che hai manifestato nel conoscere la mia opera e lo spazio che mi hai concesso per promulgare la mia opera all’interno del tuo sito. Ciò che ho messo online sta prendendo il suo percorso a prescindere da me.Vedo i miei quadri come figli che abbandonano la propria casa per iniziare la loro avventura. Spero che il sito continui a essere un buon veicolo per promuoverli.
Hai avuto dei riferimenti importanti nella tua arte? Chi annoveri tra i tuoi maestri o guide artistiche?
La mia pittura è cambiata quando ho cominciato a seguire un corso di Storia dell’arte contemporanea, all’Accademia dell’Ateneo fiorentino. La tematica del corpo postorganico, esposta dal Prof. Luigi Bernardi, mi ha permesso di conoscere grandi artisti contemporanei, come Chris Cunningham, Matthew Barney, David Cronemberg, Francis Bacon e Lucian Freud. Un’esperienza che mi ha fatto cambiare modo di pensare e dipingere; gli artisti elencati sono stati i miei riferimenti. A partire dal 2007 la mia pittura è cambiata radicalmente. Mi sono staccato dallo stile canonico della pittura accademica. Preciso che questo è un cambiamento ancora in evoluzione e continuamente sulla traiettoria del divenire sempre più un’arte del soggettivo, con la sua potenza in espressione; sto cercando in me stesso le soluzioni. Vivendo a Firenze, ultimamente, sono stato influenzato anche dalla perfetta simmetria dell’arte rinascimentale. Sto scoprendo come, per me, la simmetria stia diventando importantissima nelle composizioni dei miei quadri: voglio che siano simmetrici ed equilibrati come quelli di Piero della Francesca.
Perché continuare con la pittura dopo l’avvento della macchina fotografica?
Questa è una domanda storicamente conosciuta, è una domanda che, secondo me, ha già trovato la sua risposta, perché la pittura e la fotografia sono due tecniche completamente diverse, che si praticano in un modo completamente diverso, che da risultati assolutamente diversi... Anche se le tecniche si sono evolute molto, i graffitisti continuano a dipingere sui muri come i primitivi, ma con idee diverse e molto attuali.
Certo, anche i fotografi possono esprimere l’anima del proprio genio e uno scatto deforma la realtà, modificandola a sua volta ma capisco cosa vuoi dire. La macchina fotografica può almeno entrare a far parte del tuo lavoro?
La macchina fotografica è diventata una terza mano per molti pittori attuali, tanti la usano al posto del blocco per i bozzetti. È un elemento davvero utile per la memoria visiva. L’importante è che un pittore non finisca per copiare la foto, al limite, la dovrebbe interpretare, semmai, oppure usarla come punto di partenza, usufruirne insomma e non farsi condizionare dalle sue potenzialità fini a se stesse.
So che hai costruito un tuo sito web dove promuovi i tuoi lavori. Anche questa è una tecnologia che stai sfruttando e dalla quale invece molti si fanno sfruttare. Quanto è importante oggi per promuovere i tuoi lavori?
Sì, dici bene. Nel nostro tempo è importantissimo promuovere i propri lavori; viviamo nell’epoca dei bombardamenti di immagini e della frenesia data dalle informazioni che riceviamo. Anche i movimenti e linguaggi artistici sono moltissimi; questo è un meccanismo che è sorto già a partire dal Novecento. Oramai, l’artista è costretto ad autopromuoversi: allestisce mostre proprie, si costruisce un proprio sito, bigliettini da visita. Poi, contatta le gallerie; se prima esisteva un numero limitato di botteghe, connesse in modo più o meno accreditato a movimenti artistici, ora, invece, c’è un’infinità di correlazioni, sempre meno empatiche fra loro. Il fine è sempre quello del mercato; di contro, il numero spropositato di linguaggi, e annesse imprenditorialità, porta anche molta più concorrenza.
Dunque hai già riscontrato delle risposte interessanti da parte di chi visita il tuo sito?
Il sito è importante perché mi dà visibilità; il fatto che tu mi stia intervistando è già un punto di partenza, considerando l’interesse che hai manifestato nel conoscere la mia opera e lo spazio che mi hai concesso per promulgare la mia opera all’interno del tuo sito. Ciò che ho messo online sta prendendo il suo percorso a prescindere da me.Vedo i miei quadri come figli che abbandonano la propria casa per iniziare la loro avventura. Spero che il sito continui a essere un buon veicolo per promuoverli.
Hai avuto dei riferimenti importanti nella tua arte? Chi annoveri tra i tuoi maestri o guide artistiche?
La mia pittura è cambiata quando ho cominciato a seguire un corso di Storia dell’arte contemporanea, all’Accademia dell’Ateneo fiorentino. La tematica del corpo postorganico, esposta dal Prof. Luigi Bernardi, mi ha permesso di conoscere grandi artisti contemporanei, come Chris Cunningham, Matthew Barney, David Cronemberg, Francis Bacon e Lucian Freud. Un’esperienza che mi ha fatto cambiare modo di pensare e dipingere; gli artisti elencati sono stati i miei riferimenti. A partire dal 2007 la mia pittura è cambiata radicalmente. Mi sono staccato dallo stile canonico della pittura accademica. Preciso che questo è un cambiamento ancora in evoluzione e continuamente sulla traiettoria del divenire sempre più un’arte del soggettivo, con la sua potenza in espressione; sto cercando in me stesso le soluzioni. Vivendo a Firenze, ultimamente, sono stato influenzato anche dalla perfetta simmetria dell’arte rinascimentale. Sto scoprendo come, per me, la simmetria stia diventando importantissima nelle composizioni dei miei quadri: voglio che siano simmetrici ed equilibrati come quelli di Piero della Francesca.
Per ulteriori informazioni consultare il sito web dell’Artista www.albanberberi.com
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Francesco Panizzo
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Vernissage dell’Artista Alban Berberi:
2009
- “Pieces/Pezzi” Chiesa S. Carlo dei Barnabiti, Firenze, Italia. (evento pubblicato da Exibart)
- “City-Wide Art d’Arte” Critico Bernardino Balzi, Firenze, Italia.
2010
- “Collettiva D’inverno” Associazione culturale Firenze Art, Firenze, Italia.
- “Collettiva”, Chiesa Saint James, Firenze, Italia.
- “Albania-Toscana, Quando la cultura fa da ponte”, Casa della Creatività, Firenze, Italia.
2011
- “Collettiva”, Ex3, Firenze, Italia.
- “Collettiva”, Bar Maono, Firenze, Italia.
2012
- “Collettiva”, Museo della Civiltà Romana nell’ambito della rassegna Arte e cultura dell'Europa dell’Est a Roma,
promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale e dalla Consigliera Assembleare Aggiunta per l’Europa, Tetyana Kuzyk.
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