Witz rubrica diretta da Sara Maddalena
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Lo spettacolo John, di Ambra Senatore, in scena al Teatro Palladium di Roma il 5 maggio 2013, sembra nascere estemporaneamente innanzi al pubblico con la svagata spontaneità di un gioco. Palcoscenico sgombro, due uomini, una donna, e tre trottole: chi riesce a farla cadere per ultima inizia lo spettacolo. Inizialmente le azioni appaiono improvvisate e finalizzate solo alla progressiva preparazione della scena, quasi un preambolo all’esibizione di danza vera e propria che lo spettatore sta attendendo. Poi pian piano si riconosce la ripetizione di gesti e frasi, la cui assoluta precisione nell’esecuzione svela la reale natura dell’evento.
I movimenti reiterati vengono presi dal quotidi- ano: un prurito, un’occhiata, un passo. Così anche molti degli oggetti, tra cui costumi, parrucche, carote, giochi per bam- bini, cd, che vengono portati o scovati in scena dagli artisti. Lo scambio di brevi battute, in francese e in italiano, attinge dal contesto organizzativo e poi si trasforma in un rimbalzo non sense.
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Anche
il pubblico viene chiamato a partecipare direttamente, interagendo con
elementi della scena o tramite domande poste dai danzatori a persone
scelte casualmente tra gli spettatori, le cui risposte divengono parte
del copione. L’atmosfera è serena e comica, ricca di sorprese che sconcertano. La struttura della composizione viene più volte scombinata, rielaborata e quindi ricostituita. La dimensione metateatrale sottolinea il confine tra finzione e realtà dando spazio al momento di costruzione dell’opera artistica, quasi a volerne rivelare il segreto. E in merito la Senatore in un’intervista così dichiara “il mio processo di creazione è molto aperto. Non inizio mai con un concetto preciso o un’idea chiara di come lo spettacolo dovrebbe essere. Lavoro con i miei collaboratori partendo da qualcosa che cattura la mia attenzione, un’immagine, un’idea, un desiderio, e scopro con loro un percorso completamente sconosciuto”.
La danzatrice è coreografa molto apprezzata anche all’estero, soprattutto in Francia, dove peraltro l’eccellenza degli artisti italiani sembra essere riconosciuta, e quindi premiata, molto più che nel nostro Paese. Il suo lavoro è corag- gioso e multiforme, includendo elementi propri del teatro, della performance. |
Infatti nella prima
parte i danzatori, quattro, dopo l’ingresso a sorpresa di un’altra
donna, ballano solo nel breve tempo scandito dal battito di becchi di
picchi di legno che scendono lungo dei paletti; nella seconda parte
invece la danza si libera riconquistando la propria più caratteristica essenza, prendendo le distanze dall’improvvisazione. Un’opera artistica rigorosa che però diverte lo spettatore e gli
dona una piacevole sensazione di energia, spontaneità, leggerezza e
giocosità.
Sara Maddalena
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