VIII Numero di PASSPARnous - Filosofia d’Arte!
Gli artisti di oggi..
flotte di audacia .
|
Editoriale
A cura di Francesco Panizzo |
“E così noi non siamo mai a casa nostra, ma siamo sempre degli osservatori partecipanti. Non siamo una società profondamente radicata come se fosse un vecchio albero che non può essere trapiantato, noi siamo gente che ha piedi per muoversi. Dovremmo mettere chiunque a parte della nostra intuizione, che consiste nella scoperta che l’uomo può essere nomade e può dover vivere in una costante riflessività, ma al contempo può essere legato al sogno della continuità, delle radici, della stabilità. In un mondo che viene descritto come soggetto a cambiamenti repentini, le persone sembrano avvertire una mancanza di permanenza, che non è pensabile al di fuori dell’orizzonte della mobilità e della instabilità
moderne e – talvolta – della anarchia dell’abbondanza.” [1]
- Pietro Clemente -
La sfida è sempre la stessa quando si parla di artisti del contemporaneo nostro. Certo, l’arte è bigotta e deve essere ecceduta, ma con il termine “artista” possiamo obbligarci (e non) ai limiti del linguaggio e sottendere a una qualche comprensione quando usiamo questa parola in pubblico. Inoltre, continuare a chiederci cosa sia l’arte è domanda tanto coraggiosa quanto chiederci cosa sia l’amore. Entrambe le loro realtà non portano a termini che possano coercizzare una massa attorno a un’unica e assoluta risposta. Come poter dare un termine a moti che non risiedono nello stadio della finitezza? Impossibile dare un termine all’interminabile a ciò che vive di flussi eterni rispetto ai limiti che ci vengono imposti dal linguaggio e che noi assecondiamo come unica risposta all’esistenza. Ecco perché tutti quei neologismi quali “Oltrarte”, “oltrartista”, “neofuturista”, “neocubista, etc.. etc.., rischiano l’esotismo lì dove cercano - e non trovano - quello che vorrebbero autorevolmente razionalizzare con una parola. Così, siamo daccapo: non si può definire l’indefinibile.
Ma ci resta di usare il linguaggio come un suono che svisceri l’eternità a fronte di un’epoché quale unico baluardo contro una cinerea identificazione con le cose, con le parole che sta soffocando le anime di persone di molti paesi. Come ci ricorda Victor Turner:
“Stare nel flusso è godere della massima felicità possibile per un essere umano: non importa quali siano le regole o gli stimoli particolari che lo hanno fatto scattare, è indifferente che si tratti di una partita a scacchi oppure di una riunione religiosa”[1]. Per questo lo “stato” di flusso/riflessività[2], quell’essere al di qua e non essere al di qua, come lo chiama Richard Schechner, ha carattere autotelico, ciò che chiamiamo artista o arte vive a prescindere da noi, anzi, noi siamo fortemente soggiogati dalla forza con cui questi si sono manifestati alla realtà nella quale siamo immersi. La vera “buona azione” che possiamo compiere è quella di renderci conto della fatica affrontata da coloro che vivono a metà fra mondanità e ciò che chiamiamo arte, di chi non sceglie, soprattutto oggigiorno, la strada che più ci pertiene: quella della creatività. |
Per questo «Tutte le vere performance condividono questa qualità del non e non-non. Olivier non è Amleto, ma non è neanche non-Amleto: la rappresentazione oscilla fra la negazione del personaggio impersonato (io sono io) e l’altra negazione di non essere lui (io sono Amleto). L’addestramento del performer è volto non tanto a trasformare una persona in un’altra, quanto a sviluppare le sue possibilità di agire fra due identità: in questo senso recitare è un paradigma di liminalità»[3].
Lo sanno bene personalità come Ilaria Palomba, barese, romana di adozione che ha trovato il suo moto di realizzazione traducendo il proprio libro Fatti male, bistrattato dalla critica italiana e incoraggiato da una produzione di diecimila copie in Germania, dopo essere stato tradotto e aver trovato lì il plauso della critica.
Gli artisti di oggi, diversamente da quelli meno contemporanei a noi, hanno vita più ardua ma anche calli più importanti. Un encomio a loro!
Lo sanno bene personalità come Ilaria Palomba, barese, romana di adozione che ha trovato il suo moto di realizzazione traducendo il proprio libro Fatti male, bistrattato dalla critica italiana e incoraggiato da una produzione di diecimila copie in Germania, dopo essere stato tradotto e aver trovato lì il plauso della critica.
Gli artisti di oggi, diversamente da quelli meno contemporanei a noi, hanno vita più ardua ma anche calli più importanti. Un encomio a loro!
Note:
|
Buona lettura..
Francesco Panizzo |
[1] V. Turner, Dal rito al teatro, tr. it., Il Mulino, Bologna 1986, pp. 106-107.
[2] La riflessività è quello stato che ci impone sempre una certa presenza cosciente, una valutazione critica delle situazioni, e che quindi ci rende, allo stesso tempo, insieme al flusso, soggetto e oggetto dell’azione. Dal punto di vista fenomenologico, del vissuto soggettivo, la contemporaneità dei due processi risulta coerente e non paradossale (simmetria inconscia). Si esperisce una fusione di ‘abbandono’ al flusso della coscienza e contemporaneamente di consapevolezza.
[3] R. Schechner, La teoria della performance ,1970-1983, tr.i t., Bulzoni, Roma 1984, p. 182.
[2] La riflessività è quello stato che ci impone sempre una certa presenza cosciente, una valutazione critica delle situazioni, e che quindi ci rende, allo stesso tempo, insieme al flusso, soggetto e oggetto dell’azione. Dal punto di vista fenomenologico, del vissuto soggettivo, la contemporaneità dei due processi risulta coerente e non paradossale (simmetria inconscia). Si esperisce una fusione di ‘abbandono’ al flusso della coscienza e contemporaneamente di consapevolezza.
[3] R. Schechner, La teoria della performance ,1970-1983, tr.i t., Bulzoni, Roma 1984, p. 182.
Scrivono nella rivista: .
Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Francesco Panizzo.
Le immagini di copertina sono foto di alcuni quadri del pittore Claudio Massini
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Questa rivista on-line non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornata con periodicità e non è commerciale.
Non può pertanto considerarsi un prodotto di commercio editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati