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Rivista d’arte diretta da
F. Panizzo e V. Vacca |
Dal secessionismo
ai primi barlumi di Art Nouveau: la mitologia passa per Von Stuck di Alessandro Rizzo
La lettura dell’arte di Franz Von Stuck ci porta a scandagliare le sfac- cettature poliedriche di un’intera produzione che ha aggettivato l’artista tedesco, nato a Tettenweis, Baviera, nel 1863, studente presso la scuola di Arte applicata di Monaco, allievo di Ferdinand Bath, e presso l’Accade- mia di Monaco, quale universale.
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Von Stuck collabora con diverse riviste d’arte: da “Fliegende Blätter”
fino a giungere a fondarne una nuova, “Jugend”, luogo di incontro e di
confronto redazionale dove diverse espressività ed estri si
confrontavano e si con- taminavano, creando quell’inizio di corrente che
volle definitivamente, a volte in modo abbastanza drastico, chiudere
ogni tipo di rapporto col passato, archiviato come accademismo
tradizionalista, accedendo verso la liberazione totale delle creatività
giovanili. Stiamo parlando del Secessionismo di Monaco, di cui Granz Von Stuck fu uno degli ideatori, che si inserì nella scia dei molteplici secessionismi in voga ai tempi, e che tanto lasciarono alla letteratura artistica moderna, da giungere, oggi, a essere loro volta riferimenti convenzionali del passato, spesso ripetuti in dinamiche stantie e poco innovative. Il nobile pittore, venne insignito di tale titolo aristocratico nel 1906, ha sempre improntato la ricerca, molto immediata e non artefatta, naturale e dirompente, della sua produzione sotto una visione di insieme dell’oggetto artistico, creando situazioni complesse, che si nutrivano di quel-l’accentuato carattere di erotismo e di naturalismo, abbastanza presenti come elementi nella pittorica simbolista, senza alcun tipo di approccio manieristico ma, bensì, come creatività innata e connaturata.
Vediamo, quindi, ripercorrere quei soggetti che pro- venivano dalla mitologia classica in un loro riadatta- mento totale e contemporaneo, quasi a elevare tali personaggi di quella carica simbolica e concettuale, si- gnificato reale tangibile che porta a connessioni meta- testuali e meta-pittoriche intrise di messaggi poetici quanto lirici. In Stuck non possiamo dire che ci siano delle forme ossessive, seppure alimento creativo note- vole per diversi autori, che ispirino in modo quasi mo- notematico e monografico la sua produzione: vediamo, e inotiamo, irilevanti isegni idistintivi idi iun ipercorso iin
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continua evoluzione, che porta ad abbracciare i diversi momenti di una lunga produzione ed elaborazione di dati e conoscenze. Stuck celebra il pensiero artistico: un suo pensiero autonomo, rilevante, incisivo, magari anche pro- vocatorio, ma sempre in un’accezione di puro stimolo a intraprendere viaggi verso altri panorami e universi che la mente solo può realizzare, osservando il lato concettuale di un’opera che non è liquidabile come puro elemento visivo di apparenza. Tanto in termini di popolarità dette a Von Stuck la sua partecipazione, come una delle espressioni più importanti della sua contemporaneità, all’Esposizione Universale del 1900: trampolino di lancio verso una notorietà, che lo accompagnerà anche postumo, ma che non inquinò mai la sua produzione, non trionfando in lui quelle tentazioni di adagiarsi al compiacimento del pubblico. Pan, Centauro, Ninfa sono soggetti ricorrenti nella produzione dell’artista bavarese, rilevati in una dimensione di portatori di messaggi contestuali, non celebrati religiosamente quali reliquie di un passato glorioso, ma strumentalizzati utilitaristicamente come ponti di connessione con canoni estetici che alimentavano, soprattutto in quel periodo, dimensioni metaforiche di grande prospettiva. Neo impres-sionismo si legge in quella produzione di soggetti che si immergono nella natura, la sua valenza quasi allegorica, ricca di elementi e contenuti criptici, ma non per questo incomprensibili nella loro valenza contenutistica simbolica. Il panismo si deduce da una tecnica armonica e sintonica tra soggetti rappresentati e ambiente circostante, tanto da realizzare un’opera universale e complessa nelle sue parti costituenti, estetiche e sostanziali.
La fermezza del suo tratto pittorico ci porta a individuare linee di congiunzione tra i diversi oggetti rappresentati in una caratteristica che può anche essere liquidata come onirica, ca- ricando il dato pittorico di quella valenza emotiva unica, su- perando la sua pura visività, limite, questo, presente in modo particolare negli impressionisti. Von Stuck, quindi, si carica di una dose di concettualismo, base fondante di quell’asso-ciazione di artisti, che lui stesso fonderà, e che si distac-cheranno da ogni rapporto accademico del tempo, dando li- bero sfogo al proprio estro e alla propria creatività, senza in- termediazione di visioni e di guide eterodirette provenienti da scuole aliene e, comunque, derubricate come obsolete.
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La figura, in questa dimensione spettrale e quasi in- quietante, ci porta a dare rilevanza, caratteristica di quel- la che sarà l’Art Nouveau, a sua volta primigenio riferi- mento della serialità pop artistica, si rileva nella sua fun- zione assoluta di traduttrice di messaggi e codici, emotivi e intellettivi, che, se percepiti, ci portano ad assaggiare nuove dimensioni e a leggere, scomponendo, un presen- te, attraverso l’utilitaristico e consapevole impiego di fi- gure che fanno parte di certa mistica antica. Il tratto de- cisamente chiaro delle linee e dei contorni della figura ci portano a rilevare quella dimensione onirica che è chiaro elemento distintivo del simbolismo astratto di Von Stuck, con tonalità di colore tenui dalle tonalità fosche, tipiche della sua espressività secessionista.
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Alessandro Rizzo
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