È da sempre esistita una certa diffidenza, spesso magari corroborata da una dose di superiorità, di chi utilizza gli strumenti canonici della produzione artistica verso chi, invece, rende la nuova tecnologia strumento di disegno e di elaborazione grafica e artistica. C’è chi ha fatto della sua formazione pubblicitaria e grafica uno strumento utile per designare stile e poetica mai esplorate finora, portandosi fuori da quella semplificata, e spesso sterile, categoria del post moderno: parliamo di Axel Zani, giovane autore, studente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, in mostra da Ego, cocktail bar di Milano. Idee e soggetti si incontrano in una nuova elaborazione che sembra quasi portare fuori dallo schermo immagini che danno una certa plasticità e una tridimensionalità uniche, volte a raffigurare uno studio approfondito, attento e puntuale sulle geometrie che si intersecano e che danno, nella loro nitidezza e nella loro chiarezza compositiva, una dimensione complessa, ma allo stesso tempo equilibrata e sobria.
In questo frammento si pone quello che può essere definibile come piena autonomia e forte originalità di un percorso che, proprio perché “digitale” nella sua origine, non ha precedenti nella storia dell’arte, almeno quella a cui siamo abituati leggere e apprendere. La conoscenza artistico pubblicitaria, spesso molto tecnica, viene utilizzata come strumento per elevarne il prodotto a essenza artistica ed estetica. Axel non si accontenta delle tecniche e dello stile raggiunti: è un autore insoddisfatto, tale da renderlo sempre pronto a nuove frontiere di esplorazione e sperimentazione, seppur convinto e fermo nel percorso artistico acquisito. |
Axel non vuole uscire da quei canoni alfabetici che la grafica digitale gli assicura: fa bene e lo evidenzia soprattutto nella sua elaborazione, materiale ligneo su cui prende forma con convinzione e determinazione le figure, che diventano forme dinamiche, vitali. Axel vive in una dimensione eclettica, dando testimonianza di un percorso funzionale a costruire espressioni informali e non esercizi pedis-sequamente accademici, di maniera.
Niente è formale in Axel Zani, ma tutto è volto a una ricerca grafica ed estetica senza termine: Axel vuole sempre andare oltre il risultato raggiunto, configurando molte composizioni in bassorilievo, dove la sapienza del colore e delle tonalità utilizzate ci portano a definire immagini, a noi note, ma combinate in modo tale da portarci a disegnare nuovi panorami, nuove rappresentazioni, nuovi scenari iperreali, che rompono i confini troppo limitati, e quindi finiti, delle figure. È in questa prospettiva, che è poetica, che si intravedono accenni di una pop art ai tempi della nuova tecnologia, forti di una mano, quale quella dell’autore, sicura e decisa a raffigurare una realtà quasi magica, surreale, dai tratti fortemente simbolici, senza scadere nel concettualismo di maniera, ma inoltrandosi in nuove sperimentazioni moderne, vive e intrise di un’ispirazione e di una convinzione estetica, compositiva e, soprattutto, contenutistica.
Niente è formale in Axel Zani, ma tutto è volto a una ricerca grafica ed estetica senza termine: Axel vuole sempre andare oltre il risultato raggiunto, configurando molte composizioni in bassorilievo, dove la sapienza del colore e delle tonalità utilizzate ci portano a definire immagini, a noi note, ma combinate in modo tale da portarci a disegnare nuovi panorami, nuove rappresentazioni, nuovi scenari iperreali, che rompono i confini troppo limitati, e quindi finiti, delle figure. È in questa prospettiva, che è poetica, che si intravedono accenni di una pop art ai tempi della nuova tecnologia, forti di una mano, quale quella dell’autore, sicura e decisa a raffigurare una realtà quasi magica, surreale, dai tratti fortemente simbolici, senza scadere nel concettualismo di maniera, ma inoltrandosi in nuove sperimentazioni moderne, vive e intrise di un’ispirazione e di una convinzione estetica, compositiva e, soprattutto, contenutistica.
Si respira, quindi, Pop Art nella produzione di Axel, ma in un’accezione nuova e rinnovata. Il digitale, quindi, fa da sfondo alla composizione del giovane autore in un percorso narrativo in cui le immagini e i soggetti sono elementi comuni, quotidiani, rivisitati sotto l’impeto di una mano e di un tratto che tendono a rendere fumettistiche alcune situazioni e alcune figure, proposte sotto forme divertenti e curiose dal punto di vista non solo estetico, diventando loro stesse ciò che viene definito come prodotto di “‘un’arte colta”‘, magari concettuale, ma dall’impatto visivo diretto e incisivo. Ogni rappresentazione nell’arte di Axel si nutre, pertanto, di una soggettistica comune, ma anche contenutistico e sostanziale. Si respira, quindi, Pop Art nella produzione di Axel, ma in un’accezione nuova e rinnovata.
Il digitale, quindi, fa da sfondo alla composizione del giovane autore in un percorso narrativo in cui le immagini e i soggetti sono elementi comuni, quotidiani, rivisitati sotto l’impeto di una mano e di un tratto che tendono a rendere fumettistiche alcune situazioni e alcune figure, proposte sotto forme divertenti e curiose dal punto di vista non solo estetico, diventando loro stesse ciò che viene definito come prodotto di “un’arte colta”, magari concettuale, ma dall’impatto visivo diretto e incisivo. Ogni rappresentazione nell’arte di Axel si nutre, pertanto, di una soggettistica comune, ma anche contenutistico e sostanziale. Il messaggio, quello che viene comunemente licenziato come “significante”, che ci deriva dalla produzione di Axel, coincide con un’attenta introspezione della condizione umana attuale, quasi precaria, dell’individuo, quando vediamo prevalere la ritrattistica; o la capacità di cogliere quel lato che va oltre il dato tangibile e la superficiale dimensione materica dell’oggetto percepibile, quando percepiamo forme di forme, quindi nostri familiari oggetti materiali, come in quel leone che spalanca la bocca portandoci e conducendoci dentro gli inferi.
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I giochi di forme e di soggetti si calibrano, quindi, nelle opere in bassorilievo, portandoci verso una soggettistica iperreale, complessa ma immediata, così come nelle rappresentazioni di oggetti che danno un tocco di realismo magico, astraendoci dall’ambito contestuale. Un senso di paradosso si legge nella produzione di Axel, sempre consapevole, sempre sapiente, sempre ponderata. È, il suo, un insolito realismo, che conduce chi lo osserva a un’estraniazione e un’astrazione, pur mantenendosi in un contesto reale, tangibile, rassicuranti risultano gli oggetti rappresentati e che, uniti e confrontati nella spazialità atemporale, disegnano scenari inesplorati, portando sensazioni di mistero, di evasione dalla finitudine del presente, di irrealtà. Alessandro Rizzo
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