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Codice ISSN: 2281-9223 Rivista d’arte diretta da F. Panizzo e V. Vacca - Numero XIV mese di Dicembre, 2013 - Anno II
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Apparizioni Sezione diretta da Martina Tempestini
Resistenza,
. Re-iterare l’esistenza.
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Ipotesi
di luce
Articolo di Enrico Ratti
Nel mio precedente intervento avanzavo l’ipotesi che il manuale intellettuale introdotto da Leonardo, nel Rinasci-mento, dissolvesse la divisione manichea tra arte liberale (quella degli intellettuali) e arte meccanica (quella degli arti- giani). Oggi specifico meglio questa idea. |
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La divisione tra arti liberali e arti meccaniche era una divisione molto cara a Platone che, com’è noto, era un aristocratico e come tale difendeva gli interessi e i privilegi della sua casta sociale. Orbene, la cooperazione pragmatica tra mano e cervello (il manuale intellettuale), opera alla realizzazione di un’idea, di un disegno o di un progetto e, alla conclusione di questo percorso, di un prodotto.
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Il prodotto ( un manufatto per esempio) è quindi un’ope- ra che risente del fare, un fare caratterizzato dal tempo (tempus faber) e valorizzato dallo scambio, dall’economia e dalla finanza. Questo prodotto io lo chiamo il risultato della cooperazione tra mano e cervello. Ebbene, prima della sua realizzazione pragmatica questo prodotto non esiste affatto (oppure esiste ma solo come idea), e nessuno ne può con- statare l’esistenza materiale. Ossia c’è ignoranza del pro- dotto stesso. Ignoranza dunque.
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Una ignoranza che secondo le occorrenze civili, sociali, economiche e individuali ha però la chance di diventare un’opera d’ingegno utile al progresso civile e materiale dell’uomo. Questa ignoranza strutturale si è sempre scontrata, per così dire, con la gnosi, con la conoscenza filosofica basata sull’imperativo del “conosci te stesso” che è come dire “conosci i tuoi limiti”. Ma la gnosi che cos’è? La gnosi anzitutto è contraddistinta dal luogo comune e dal conformismo religioso, sociale, politico e economico in materia di arte, di invenzione e di cultura. Un conformismo che è proprietà costitutiva della vittima, del suddito e del soggetto. La gnosi, inoltre, è contrassegnata dall’esaltazione del pathos, dall’animismo, dal trionfo della filosofia, dalla psicologia, dall’antropologismo eccetera eccetera. Ma la gnosi persegue anche il culto dell’androgino (Simposio di Platone), l’incompiutezza e il principio dell’armonia sociale e politica. La visione del mondo e la sua fine. Inoltre la gnosi persegue lo spontaneismo. Il perfezionismo. Il paganesimo. Il fisiologismo e l’organicismo fino al concetto di malattia.
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È, quindi, fin troppo evidente come la gnosi, in queste sue accezioni, abbia avuto del tempus faber sempre un concetto negativo condizionato dall’idea di fine e di morte. Di cor- ruzione e di consunzione. Il tempus faber però non è con- dizionato da questi pregiudizi, per dir così, sostanzialisti.
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Ma sull’assenza
di sostanza opera affinché le cose si scrivano, si edifichino, si costruiscano.
Il tempus faber opera, quindi, affinché la scommessa e il progetto di vita, ma
anche di impresa e di industria, siano caratterizzati dalla qualità, dalla
speranza e dall’idea che le cose non finiscano. E se le cose non finiscono ciò
vuol dire che la loro particolarità è connotata dall’infinito attuale, ossia
dal tempo non cronologico. Un tempo che non scorre e non passa e che non è
iscritto in un orologio da polso o nucleare, ma opera affinché le cose
approdino alla cifra. Alla cifra di qualità. Alla loro immortalità.
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