Intervista a Cosimo Cinieri A cura di Francesco Panizzo
Mentre il critico prendeva il sopravvento nei teatri e nei concerti, il giornalista nella scuola e la stampa nella società, l’arte degenerava a oggetto di intrattenimento della specie più ignobile, e la critica estetica veniva utilizzata come connettivo di una socialità frivola, dissipata, egoistica e, per giunta, miseramente priva di originalità […]; sicché in nessun tempo come in questo s’è tanto chiacchierato dell’arte e s’è fatto tanto poco conto dell’arte.
F. Nietzsche, La nascita della tragedia |
Cosimo Cinieri con la compagna e ideatrice Irma Palazzo presentano Nietzsche tra Dioniso e Apollo al Teatro Palladium di Roma. Non posso mancare l’evento, tutto preso a ricordare Cinieri nei panni del Capo comico in Elsinore ne Amleto (da Shakespeare a Laforgue) di Carmelo Bene. Correva l’anno 1978 quindi n’è passata di acqua sotto ai ponti da allora e, durante la sua carriera lunga e variegata, sono davvero curioso di ammirarlo. Irma Palazzo lo definisce: “l’unica vera voce teatrale nel panorama italiano attuale, una rock star delle letture teatrali”. Come posso perdere l’occasione di averlo ospite in PASSPARnous? Lo intervisto assieme alla compagna di quasi una vita (Irma Palazzo), prima dello spettacolo, su temi cari al mio lavoro sulla voce e sulla figura del teatrante odierna.
F.P Durante il corso le Prove generali di canzone di Fondamenta Scuola di Teatro dell’anno scorso il suo lavoro sulla parola è stato definito come “un esempio di nuovo teatro che può rinvigorire la stanchezza dei repertori tradizionali”. A quale aspetto del suo lavoro sente più vicina questa affermazione? Io penso una cosa, io ho seguito un teatro che non è un’invenzione dell’uomo; è semmai uno stato dell’uomo dai 0 ai 5 anni, quando il bambino è quello che fa. Siamo pieni di gente che fa l’attore mentre non è attore. Ѐ questo il discorso, bisogna ‘giocare il proprio gioco’ e non ‘c’è un gioco da fare e adesso ti insegno come si fa’. Questo sarebbe un far fuori, a chi ha talento, la propria autenticità. Giocando il proprio gioco si crea un rapporto profondo con lo spettatore che rimane con quello addosso perché è un’emozione. Solo l’emozione da un rapporto, senza emozione anche mi moneti che possono essere di paura, di angoscia, diciamo che si dimenticano, si sfregolano.. Poi ci sono delle cose terribilmente belle come ad esempio con la Irma Palazzo sono quarant’anni che facciamo teatro e pian piano ci siamo trovati a fare la teatralizzazione della poaesia dove produciamo un rapporto che non si incentra sul capire ma sul sentire è questo che i giovani scoprono che in sé non è un nuovo teatro, è ‘Il teatro’. FP: In effetti c’era una certa celebrità del teatro che lei conosce molto bene, il quale diceva che “il gioco è bambino mentre lo scherzo è adulto”.. CC: Chi? FP: Carmelo Bene CC: Ah sì, ma anche Nietzsche! FP: Già! IP: Ѐ anche uno dei temi principali dello spettacolo di stasera, il gioco. FP: Bene! In un’intervista-presentazione di Oltre il mare dove lei interpreta il Prof.r Ciampi dice che “quando si cresce si va verso l’infanzia” e poi chiude con una frase molto bella: “voglio morire con un vagito”. Questo suo desiderio ha avuto modo di riversarsi anche nel suo lavoro con la voce lungo la sua carriera? CC: Innanzitutto leviamo la parola ‘lavoro’, per me la questione è di essere quello che si fa. Fare un lavoro significa faticare, io non fatico mai. Non mi vendo, il vendersi mai!! Poi qualche porcata di film lo fatta anch’io.. IP: Cosimo intende nel senso di non timbrare un cartellino, non lavorare in un tempo circoscritto. FP: Giusto, rifaccio la domanda senza il ‘cartellino’: lei vuole ‘morire con un vagito’.., questo desiderio si è rifatto anche nelle ricerche e sull’approccio pratico, se così vogliamo chiamarlo, sulla voce? CC: Eccerto!! Ovviamente non il vagito che fa uee ueee… La questione è, giocare con la voce significa: se io uso la parola brutto perché la gente capisca che la cosa di cui parlo è brutta, fare ciò non serve a niente perché stai raccontando. Se, invece, io dico brrrutto!!! (energico), allora succede qualche cosa.. Non so se mi sono spiegato. Ѐ il suono che da il senso a quello che dici, il suono! Anche in questo spettacolo è il suono che è la cosa più importante da trovare. C’è un esempio meraviglioso di un contadino del salento che passa in centro e vede che stanno facendo uno spettacolo e chiede a un amico: Ce fann? (che fanno?) e l’amico risponde - La poesia -. La nostra? - chiede il contadino. No. Italiana - dice l’amico. Alla fine della poesia declamata dall’attore, l’amico chiede al contadino: Ti è piaciuta la poesia? - Sìììì!! - risponde quello -, Ma ci hai capito qualche cosa? - gli chiede l’amico -, No!! - risponde il contadino -, Niente!! Capire è ristringere il campo, invece emozionarsi è grande e indefinibile! Irma Palazzo è l’ideatrice dello spettacolo e io sono un portatore di voce, sono.. sono.. un.. attore.
COSIMO CINIERI in NIETZSCHE, TRA DIONISO E APOLLO
di Palazzo-Saviani TEATRO PALLADIUM – Martedì 27 ottobre 2015 Con LUCIO SAVIANI, filosofo-performer DOMENICO VIRGILI, orchestrazione e pianoforte GIUSEPPE FRANA, strumenti a plettro orientali, SALUA, danza Drammaturgia e Regia: IRMA IMMACOLATA PALAZZO Organizzazione - Inventaeventi srl Scrivono in PASSPARnous:
Aldo Pardi, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Stefania Trotta, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Un teatro
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A Novi Cad con il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards di Francesco Panizzo SEMPLICI
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