![]() Inferno Novecento è uno spettacolo targato Lombardi-Riondino prodotto dalla compagnia fiorentina Lombardi-Tiezzi.
Gli interpreti, già noti per progetti inerenti alla Divina Commedia di Dante, ritornano al Museo Nazionale del Bargello per proporci riflessioni e visioni di quell’inferno novecentesco in cui le nostre generazioni sono immerse e in cui i fatti si rivelano correndo sui binari della cronaca e della Storia in un “secolo breve” e vorticoso al contempo per un’esperienza ardita, colta lungo i tratti pindarici delle sue significazioni e la sua verve solennemente composita. Lo sanno bene i due giovani musicisti del Conservatorio di Firenze che, nonostante il loro curriculum già ricco di esperienze importanti, si trovano ad apprezzare l’aria di professionisti sempre pronti a perfezionare ogni dettaglio di questa messa in scena. Volontà celebrativa dell’operato dantesco, i due musicisti incalzano: “È raro imbattersi in celebrità che da grandi professionisti ricerchino la perfezione in ogni particolare e che sappiano dividere i compiti di ogni artista rispettandone l’autorevolezza, la creatività e ben definiscano i ruoli e le figure professionali di una creazione artistica!”. I musicisti dello spettacolo Luka Boskovic e Dusan Mamula, assieme a Omar Cecchi, così ricordano l’esperienza rimasta viva nelle loro menti e nei loro cuori. Aggiungono: “Il testo non tratta certo facili tematiche e la connessione storiografica aggiunta alle vicende dantesche può sembrare per pochi, ma è l’intera drammaturgia a fare di quest’opera uno spettacolo per tutti.” Lo spettacolo rapporta grandi personaggi dell’Inferno dantesco con grandi icone del Novecento: Lady Diana, Marylin Monroe, Andreotti, Pasolini, Andy Warhol e Saddam Hussein. I testi vengono dall’ispirazione data agli autori da grandi giornalisti e scrittori del Novecento del calibro di Oriana Fallaci, Fernanda Pivano e Rossana Rossanda grazie alle quali Tiezzi, Lombardi e Riondino danno alla cronaca e alla Storia una estetica interpretativa minimale e asciutta ma acuta, ai vertici. La scenografia è quella dello storico Palazzo del Museo del Bargello in cui gli autori hanno cercato di creare la stessa condizione di interlacciato drammaturgico fra la struttura architettonica di fine ‘200 e le proiezioni digitali che squadrano le finestre interne del palazzo e lo colorano con nuovi strali prospettici grazie all’attenzione di Gianni Pollini. La musica è compressa dentro l’apparato storiografico-celebrativo dell’opera anche se riesce spesso a svincolarsi dall’austera pressione della Storia imposta dalla drammaturgia per aprire scorci di speranza grazie a sonorità emotive importanti e sfuggevoli, tendenti a una propria emancipazione dai contenuti drammaturgici, come specialmente la musica in quanto espressione di libertà dai metamessaggi riesce a creare. Ma la Storia con le sue memorie più o meno affidabili riporta subito a richiami iconoclastici preziosi, pensiamo Paolo e Francesca, per esempio, mentre nel loro tragico destino riprendono la triste e misteriosa fine di Lady D e Dodi Al Fayed. Lungo tutta l’opera la poetica del ricordo fa da compendio alla cronaca, compromettendo la musica o, meglio dire, la musicalità di ogni attore in gioco. In tutto e per tutto si ammira il grande attore, lettore, sì, ma come si poteva definire Gassman quando leggeva i poemi classici fino alla famosa ‘formula chimica’ letta a modino, dove la forma del decantare e della dizione spingevano un tono in posa dalle corde vocali verso le masse. Manca l’abbandono, in questo Inferno Novecento, tanto celebrato dai poeti spaesati e in preda alle mistiche opportunità che solo i deliri sonori più intimi trasmettono in visioni mai immaginate prima, uno scapito estetico a fronte di una compostezza celebrativa dell’esistente, più che di un immaginario liberatore. Quella del trittico Tiezzi, Lombardi, Riondino è un alfabeto che inscena grandi icone del presente per grandi icone del passato. Insomma, un ‘inferno novecentesco’, con la sua ragion d’essere e le sue rigide posture.
Con Sandro Lombardi e David Riondino
Percussioni Omar Cecchi; clarinetto, clarinetto basso, clarinetto piccolo, sax contralto Luka Boškovic e Dušan Mamula Consulenza musicale: Francesco Torrigiani Luci: Gianni Pollini In collaborazione con: Fondazione Teatro della Toscana; Ex-Soprintendenza Speciale P.S.A.E. e per il Polo Museale città di Firenze Museo Nazionale del Bargello; Conservatorio di Musica Luigi Cherubini, Firenze Scrivono in PASSPARnous:
Aldo Pardi, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
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