Semplicità minimale nella sua essenzialità: in queste parole si possono racchiudere le opere di Luca Canon, fotografo a tuttotondo. La sua produzione è varia quanto vasta, spaziando da diversi soggetti, ma contemplando una linea comune che consiste nel voler dall’arte fotografica ricavare qualcosa che vada oltre al dato tangibile e reale per procedere in panorami complessi e ulteriori. Luca Canon ama sperimentare: e lo fa attraverso l’estetica, l’utilizzo della cromaticità e di quelle vibrazioni chiaroscurali che tendono a disegnare nuove forme, e la sostanza stessa, l’oggetto, la parte contenutistica che altro non è che quella paesaggistica o elementare del reale, con la quale l’autore va a giocare, rendendole funzionali e strumentali al raggiungimento dell’obiettivo comunicativo dello stesso fotografo. Luca Canon vuole comunicare, infatti, tramite intrecci dinamici di figure e rappresentazioni, visioni che possano garantire un accesso al mondo delle emozioni e dei sentimenti, di quell’interiorità che non è percepibile a un occhio distratto e disattento, attraverso una guida, quella dell’obiettivo dell’autore, che rimane caleidoscopio di una lente di ingrandimento del dato minimo, il particolare, elevato come dato universale. Una certa dose di macroscopia si può scorgere nell’osservazione del fotografo: un punto che ci riflette in altri contesti, come nella liricità e nella poesia che si ritrovano in quel bicchiere di vino rosso ripreso nella centralità di un paesaggio, o come in un filo spinato, che vuole narrare un senso di solitudine e di incertezza, stagliandosi su quel cielo azzurro scuro, quasi subito prossimo a un tramonto. Non sembra esserci una prevalenza della postproduzione: i giochi chiaroscurali, la destrezza con la quale autore passa dal bianco e nero per, poi, incorrere nel colore, regalando, senza sconti, moto d’animo molto forti e incisivi, sono già vivi e presenti come strumenti di lavoro nella fase di produzione. Parliamo della sensualità e di quella certa dose di eros che tratteggiano le figure, ritratti di coppie, nella loro nudità e nella loro interazione, sentimentale, gioviale, semplice, diretta quanto priva di inibizione perché disinvolta nella serie “Emozioni”.
Le figure sono centrali in contesti, esterni o interni, che diventano contorni complementari alla poetica che viene suggerita, dalle tinte molto delicate e soffuse, utili a dare, appunto, quelle emozioni, titolo della serie. Emozioni sono queste, che non si possono risparmiare in Momenti, altra serie dove a essere immortalate sono azioni quotidiane, giornaliere, umane, che delineano e definiscono lati e angoli di urbanità, di contesti collettivi, di individualità, di particolari del fisico accentuati da penetrazioni luminose molto delicate, tali da definire quasi una dinamicità e un movimento di linee e di ombre che si protraggono e illustrano un percorso iperreale, configurando e un passaggio. Si può dire che ci si stacchi brevemente dalla fotografia artistica per rientrare in quella canonica, quasi ritrattistica classica, nella serie Pose, seppure l’espressività dei soggetti ripresi non abbandonerà mai quella voglia di ricerca di una genuina interiorità, che viene immortalata nel tempo giusto, quasi l’autore sappia leggere nelle pieghe dell’animo il momento giusto per rendere il soggetto “in posa”, appunto, il più possibile non filtrato e fittizio. Alessandro Rizzo
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
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