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“Il sentimento di qualcosa che manca” Intervista ad Antoine Vannucci di Alessandro Rizzo
Una pittura che cerca di dipingere ed esprimere la conseguenza di una mancanza; mancanza fisica, emotiva, sentimentale, cul- turale. Gli uomini di Antoine Vannucci danno questa impres-sione. Il giovane artista espone al caffè letterario “La citè” di Firenze con una sua personale che già annuncia la sua poetica: “Il sentimento di qualcosa che manca”. |
Leggeva molti fumetti da piccolo e questo, forse, seppure nessuna scuola artistica del passato possa dire aver influenzato lo sviluppo della produzione di Antoine, e forse questo stile si può leggere nelle forme dei suoi ritratti, che spesso ripercorrono un superrealismo in suggestive visioni che ci portano a dimensioni altre, magari intime, avvertendo quella mancanza di qualcosa o quella assenza di es-perienze che, solo attraverso l’arte di Vannucci, può affiorare anche in modo incisivo. Lo abbiamo intervistato e ha saputo dare risposte concise ma efficaci.
Dove nasce la tua esperienza artistica?
La mia esperienza artistica è nata a Lucca. A quali figure dell’arte visiva passata ti rifai?
Non mi rifaccio a nessuna figura dell’arte visiva del passato sinceramente, da piccolo leggevo tanti fumetti francesi e il mio preferito era, ed è tutt’ora, Titeuf. Quali sono le tue opere più significative?
Le mie opere più significative sono: il Cuoco, Cuore selvaggio (Indigeno brasiliano). Che cosa vuoi esprimere attraverso la tua opera e produzione?
Beh... ‘‘Il sentimento di qualcosa che manca’’ nome dell’attuale mostra presso il caffè letterario ‘‘La Cité’’ di Firenze. |
Come puoi esprimere in parole la poetica della tua produzione?
Saudades.
Hai dei lavori a cui ti stai dedicando?
Per ora no.
Quale è la reazione da parte del pubblico?
Al pubblico piacciono molto, mi fanno sempre un sacco di complimenti, ovviamente mi fa piacere però, se pro- prio devo essere sincero, preferisco il silenzio o il confronto.
E quale sarebbe la reazione che tu cerchi di suscitare e indurre nel pubblico spettatore?
Onestamente non ci ho mai pensato, probabilmente la riflessione, ognuno di noi ha una mancanza, io cerco di trascrivere su tela, la conseguenza di essa.
Saudades.
Hai dei lavori a cui ti stai dedicando?
Per ora no.
Quale è la reazione da parte del pubblico?
Al pubblico piacciono molto, mi fanno sempre un sacco di complimenti, ovviamente mi fa piacere però, se pro- prio devo essere sincero, preferisco il silenzio o il confronto.
E quale sarebbe la reazione che tu cerchi di suscitare e indurre nel pubblico spettatore?
Onestamente non ci ho mai pensato, probabilmente la riflessione, ognuno di noi ha una mancanza, io cerco di trascrivere su tela, la conseguenza di essa.
Alessandro Rizzo
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