Apparizioni rubrica diretta da Francesco Panizzo
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Rivista d'arte
diretta da F. Panizzo e V. Vacca |
monizzata (s)vendita senza scupoli. Ma fin qui non diciamo niente di nuovo. Ci si è spesso chiesto: ma se fosse il pubblico a scegliere, vorrebbe a prescindere un divertissement lobotomizzante e fine a se stesso? Non è proprio possibile operare sulla qualità dei prodotti audiovisivi se non a scapito dell’audience? Ma quindi si associa ineso-rabilmente l’alta qualità di un prodotto audiovisivo (che non sia esclusivamente alta qualità intesa come culturale) con un basso successo spettatoriale? E quindi qui si ripropone una domanda vecchia come una leggenda metro-politana: qual è quindi l’approccio di svolta alla problematica, “top-down o bottom-up?” É il pubblico, colpevole di mangiare merda o il creatore di merda che gliene offre, e che potrebbe allo stesso prezzo procuragli bistecche alla fiorentina e caviale succulento? In questo panorama generale di dubbiosa qualità istituzionale, oggigiorno ci sono ancora paesi però, che riescono a differenziarsi dagli altri per la qualità della loro democrazia audiovisiva creando dei dispositivi che hanno l’obiettivo di promuovere la cultura della qualità contenutistica, formale, culturale, stimolante, facciamo prima a dire, che promuove tutti gli aspetti tecnici e ideologici delle arti e delle scienze. ARTE télévision è il progetto che abbiamo analizzato, per dimostrare che forse se le risposte vanno tutte in una direzione, ce n’è qualcuna che si dissocia. Nato in un quel piccolo angolo d’Europa (Strasburgo, che è il luogo ideale per giustificare la natura franco-tedesca del progetto) dove le questioni di espressione e libertà hanno sempre avuto una valenza fondamentale e quella libertà che si respira guardando qualche frammento di programmi di questo canale è la risposta stessa alle domande che si siamo fatti come problematica nel nostro saggio. Sembra finalmente che tra la grande spazzatura in cui non riusciamo più a capire che cosa è da buttare e che cosa è da non conservare, in questo grande ancora non del tutto sviluppato junke-space koolahsiano, della televisione e del web che si scoprono grandi potenzialità di comu- nicazione che possono davvero essere un esempio per le future generazioni di ricercatori broadcasting, che qualcosa non sia da buttare, che vi siano oasi di sapere incontaminate, regni di inspiegabile democrazia e onestà intellettuale.
Dagli anni ‘80, la televisione commerciale ha acquisito un proprio linguaggio estetico e una propria tecnica, che abbiamo imparato a conoscere da molto tempo, anche se da semplici spettatori non potremmo facilmente descriverne le caratteristiche. Tracciando un semplice paradigma, diremo che il programma di intrattenimento tipo in Italia sia il qui quiz o il varietà, un programma che può rappresentare un risvolto di conoscenza culturale, ma abbastanza svincolata dai contesti, che sa di gioco, anzi dove la cultura viene addirittura usata per pretesto, e dove la pubblicità contraddistingue, scandisce e comanda il ritmo della trasmissione. Sarebbe quasi più corretto dire che il palinsesto televisivo inserisce dei programmi all’interno degli spazi non pubblicitari.
Dagli anni ‘80, la televisione commerciale ha acquisito un proprio linguaggio estetico e una propria tecnica, che abbiamo imparato a conoscere da molto tempo, anche se da semplici spettatori non potremmo facilmente descriverne le caratteristiche. Tracciando un semplice paradigma, diremo che il programma di intrattenimento tipo in Italia sia il qui quiz o il varietà, un programma che può rappresentare un risvolto di conoscenza culturale, ma abbastanza svincolata dai contesti, che sa di gioco, anzi dove la cultura viene addirittura usata per pretesto, e dove la pubblicità contraddistingue, scandisce e comanda il ritmo della trasmissione. Sarebbe quasi più corretto dire che il palinsesto televisivo inserisce dei programmi all’interno degli spazi non pubblicitari.
ARTE in questi ultimi an- ni ha cercato di offrire qual- cosa di diverso ai telespet-tatori. La cosa che chiunque potrebbe notare fin dalla prima visione di uno qua- lunque dei programmi di questo canale è l’alta qualità dei mezzi espressivi utiliz- zati. Non c’è un solo pro- gramma all’interno di tutto il palinsesto che non abbia degli alti parametri di qua- lità e di contenuti audio-visivi che non diano al ca- nale la sensazione di essere
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Da parte dei produttori si respira questa volontà di formare una nuova classe di utenti, o forse una classe di utenti web che già esistono da qualche anno, che sono figli di youtube. Infatti ARTE, si sta trasferendo in parte massiccia sul web, dove ha installato una pagina ambiziosa e originale, che avvicina gli utenti a seguire i suoi programmi, ma che allo stesso tempo può anche installare le proprie visualizzazioni sullo stesso medium computerizzato. A livello globale una buona fetta di produzioni audiovisive già si indirizza verso la fascia di pubblico degli schermi a sedici pollici, un pubblico che si fa sempre più numeroso per via dei numerosi vantaggi che offre Internet rispetto alla televisione. I soldi, ovvero gli sponsor, hanno quindi iniziato a fare colpo di stato del nuovo mondo, abbandonando pian piano l’interesse commerciale della tv, che comunque resta il medium più presente nelle case di tutto il mondo se considerassimo tutte le fasce d’età (nella fascia tra i 14 e i 29 anni le percentuali si equivalgono). Nel quadro generale delle questioni pedagogiche, i rischi di veder contaminar anche questo medium sono tanti quanti i benefici possibili che pratiche educative condotte in una certa maniera potrebbero apportare.
In primo luogo, va detto che, per quanto riguarda ARTE, da un certo punto di vista, il sito ha una vita propria rispetto alla televisione. Ci sono molte sezioni web infatti che hanno visto la luce solo con la nascita del sito e hanno perciò un linguaggio e un concept molto più legato a pratiche di navigazione che di mera spettatorialità. Ad esempio nel caso di ARTE Créative. Si tratta di uno spazio culturale che permette di condividere dei video, in modo molto di- verso da Youtube. La novità più importante che contraddistingue Arte Créative è che non sopravvive grazie alla pubblicità. Il servizio funziona in modo completamente gratuito e mira a sostenere la creazione audiovisiva contem-poranea (fotografia, pittura, street art, net art, video giochi, grafica, design) e la promozione di partenariati e col- laborazioni con festival, istituzioni e scuole. Nella piattaforma della figura in basso, vediamo ad esempio come fun- ziona la pagina di ARTE Creative, possiamo capire come ci porta a sviluppare la possibilità di utilizzare il web per rimodellare materiale già esistente, ridefinire creazioni altrui, fare opere sulle altre opere.
Infatti, sulla parete di ARTE Creative, si può inserire qualsiasi tipo di contenuto digitale, caratteri, ad esempio testo, in cui l’artista presenta le sue attività, le fotografie o le immagini che possono essere creati più vicino ad altre arti figurative, come Street art, net art o la pittura, mentre per il video, l’immagine in movimento è ovviamente l’unico modo che sembra appropriato. Si tratta di una miscela di molti siti Internet che favoriscono e sviluppano la produ- zione di video, ma a differenza degli altri, l’obiettivo non è solo quello di condividere affinché gli utenti passino molto tempo a commentare dei contenuti di quelle stesse pagine, per poter poi giustificare delle richieste commerciali a de- gli sponsor, ma è di condividere con uno scopo, di far espandere un contenuto, una riflessione del riflessione, che non sono solo intrattenimento, ma che siano uno stimolo cognitivo, possibilmente di natura culturale. Per esempio la se- rie About Kate è una web-serie divertente, ma non è affatto una serie che definiremmo di intrattenimento. Katherine “Kate” Harff ha 29 anni, 428 amici su Facebook, situazione d’amore complicata e problemi di identità. Si è volonta-riamente ricoverata in una clinica psichiatrica, la sera di Capodanno. Il suo obiettivo è quello di ri-scoprire chi è veramente, se possibile, prima del suo 30° compleanno. Con questa web-serie si continua nella direzione in cui si erano già proiettati altri progetti interattivi. Interattivi nel senso che danno capacità allo spettatore di sentirsi parte del processo di creazione del prodotto audiovisivo. In About Kate il pubblico può inviare contenuti audiovisivi come foto o video (alla regista Janna Nandzik), pagando in euro i contenuti selezionati e li inserirà all’interno dello script della serie. Allo stesso tempo, gli utenti Internet possono aggiungere Kate Harff sua pagina di Facebook (la prota-gonista) e parlare con lei, ma non con l’attrice, ma con lei stessa! Infine, per completare l’offerta di incredibile dinamicità di questo prodotto, vi è una serie di applicazioni Apple o Android, completamente gratuite che si possono scaricare per rimanere agganciati alla storia di Kate, con i video postati riguardanti l’applicazione, “ti offre in tempo reale informazioni aggiuntive, collegamenti e soprattutto la forma di domande QCM.SUR ARTE.TV/KATE è possibile vedere i risultati del questionario, gareggiare con i tuoi amici e caricare le foto dei contenuti e/o video per la prossima episodi della serie. È inoltre possibile monitorare le attività di Kate su Facebook”[1].
Infatti, sulla parete di ARTE Creative, si può inserire qualsiasi tipo di contenuto digitale, caratteri, ad esempio testo, in cui l’artista presenta le sue attività, le fotografie o le immagini che possono essere creati più vicino ad altre arti figurative, come Street art, net art o la pittura, mentre per il video, l’immagine in movimento è ovviamente l’unico modo che sembra appropriato. Si tratta di una miscela di molti siti Internet che favoriscono e sviluppano la produ- zione di video, ma a differenza degli altri, l’obiettivo non è solo quello di condividere affinché gli utenti passino molto tempo a commentare dei contenuti di quelle stesse pagine, per poter poi giustificare delle richieste commerciali a de- gli sponsor, ma è di condividere con uno scopo, di far espandere un contenuto, una riflessione del riflessione, che non sono solo intrattenimento, ma che siano uno stimolo cognitivo, possibilmente di natura culturale. Per esempio la se- rie About Kate è una web-serie divertente, ma non è affatto una serie che definiremmo di intrattenimento. Katherine “Kate” Harff ha 29 anni, 428 amici su Facebook, situazione d’amore complicata e problemi di identità. Si è volonta-riamente ricoverata in una clinica psichiatrica, la sera di Capodanno. Il suo obiettivo è quello di ri-scoprire chi è veramente, se possibile, prima del suo 30° compleanno. Con questa web-serie si continua nella direzione in cui si erano già proiettati altri progetti interattivi. Interattivi nel senso che danno capacità allo spettatore di sentirsi parte del processo di creazione del prodotto audiovisivo. In About Kate il pubblico può inviare contenuti audiovisivi come foto o video (alla regista Janna Nandzik), pagando in euro i contenuti selezionati e li inserirà all’interno dello script della serie. Allo stesso tempo, gli utenti Internet possono aggiungere Kate Harff sua pagina di Facebook (la prota-gonista) e parlare con lei, ma non con l’attrice, ma con lei stessa! Infine, per completare l’offerta di incredibile dinamicità di questo prodotto, vi è una serie di applicazioni Apple o Android, completamente gratuite che si possono scaricare per rimanere agganciati alla storia di Kate, con i video postati riguardanti l’applicazione, “ti offre in tempo reale informazioni aggiuntive, collegamenti e soprattutto la forma di domande QCM.SUR ARTE.TV/KATE è possibile vedere i risultati del questionario, gareggiare con i tuoi amici e caricare le foto dei contenuti e/o video per la prossima episodi della serie. È inoltre possibile monitorare le attività di Kate su Facebook”[1].
Questa forma dimostra come un’idea visiva del mondo digitale può essere una forma di solle-citazine intellettuale, una rifles- sione sulle melange di media e del loro utilizzo e anzi sulle loro inter-sezioni. Soprattutto ciò che appare geniale è la possibilità che un per- sonaggio che gestisce il profilo Fa- cebook di Kate sia online, ma allo stesso tempo off-line, perché gioca a essere qualcuno che esiste davve-
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nro rompendo i limiti tra reale e fantastico, online e offline, digitale e analogico (nel senso di corporale). Concludendo diremmo che mentre le nuove arti sono sempre state considerate come la conclusione della profondità della ricerca del contenuto e della cultura, nuove sinfonie digitali come ARTE, stanno camminando verso una formazione intellettuale che lavora con i nuovi media, che abbatte alcuni stereotipi retrogradi e che, anzi, oggi combatte con le stesse armi della contro-cultura digitale. In sostanza se il rischio di una eccessiva e prossima superficialità, (suggerito da Baricco in I barbari, che così riassumeva l’arrivo della società e del web 2.0), sono già realtà con siti internet - che sono l’esatta trasposizione web di programmi televisivi -, da un’altra parte si celebrano invece le creazioni culturali, scientifiche e intellettuali di uno e più gruppo che hanno trovato una formula per stare a metà tra nuovi linguaggi e intrattenimento, tra alta proposta formativa e pedagogica e democrazia comunicativa.
Si tratta di una lunga e dura battaglia, ma ARTE che lotta ormai da 22 anni, è il grande esempio che una nuova televisione educativa, culturale, intellettuale può esistere, sopravvivere e contaminare.
Si tratta di una lunga e dura battaglia, ma ARTE che lotta ormai da 22 anni, è il grande esempio che una nuova televisione educativa, culturale, intellettuale può esistere, sopravvivere e contaminare.
Bibliografia e Sitografia: |
Alessio Mida
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Núria García-Muñoz y Maddalena Fedele, Las series televisivas juveniles: tramas y conflictos en una «teen series», Comunicar, nº 37, v. XIX, 2011, Revista Científica de Educomunicación; ISSN: 1134-3478, pp. 133-140
Arjona Martín, José Borja y Victoria Mas, Juan Salvador, Análisis cuantitativo de la televisión y el vídeo en Internet (WebTV). Estudio de formatos, contenidos y origen, Fonseca, Journal of Communication, n.3 (2011), pp. 41-71
http://creative.arte.tv/fr
http://www.telerama.fr/techno/arte-creative-expose-la-creation-numerique,66875.php
http://television.telerama.fr/television/sur-arte-le-spectateur-peut-mener-sa-propre-kate,96595.php
http://television.telerama.fr/television/26810joey_fare_productrice_eviter_avoir_une_sorte_arte_bis.php
http://www.experience-transmedia.com/about-kate/
http://fjc.usal.es/images/stories/fonseca/documents/articles/analisis_cuantitativo_de_la_.pdf
http://global.factiva.com.ezproxy.univ-paris3.fr/aa/?ref=COPRES0020130413e94c0000d&pp=1&fcpil=en&napc=S&sa_from=
Filmografia:
60 seconds, Facebook série;
About Kate, Arte série;
Alma, Arte Documentaire;
Prison Valley, Arte Documentaire;
Cut up les filles, Programme Arte;
Fonti su Arte Television:
http://www.arte.tv/fr/le-groupe-arte/2153580.html
http://download.www.arte.tv/permanent/u6/pdf/Contrat-de-formation-version-22.06.2011.pdf
http://www.arte.tv/static/c5/pdf/traite_inter-etatique.pdf
Arjona Martín, José Borja y Victoria Mas, Juan Salvador, Análisis cuantitativo de la televisión y el vídeo en Internet (WebTV). Estudio de formatos, contenidos y origen, Fonseca, Journal of Communication, n.3 (2011), pp. 41-71
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http://television.telerama.fr/television/sur-arte-le-spectateur-peut-mener-sa-propre-kate,96595.php
http://television.telerama.fr/television/26810joey_fare_productrice_eviter_avoir_une_sorte_arte_bis.php
http://www.experience-transmedia.com/about-kate/
http://fjc.usal.es/images/stories/fonseca/documents/articles/analisis_cuantitativo_de_la_.pdf
http://global.factiva.com.ezproxy.univ-paris3.fr/aa/?ref=COPRES0020130413e94c0000d&pp=1&fcpil=en&napc=S&sa_from=
Filmografia:
60 seconds, Facebook série;
About Kate, Arte série;
Alma, Arte Documentaire;
Prison Valley, Arte Documentaire;
Cut up les filles, Programme Arte;
Fonti su Arte Television:
http://www.arte.tv/fr/le-groupe-arte/2153580.html
http://download.www.arte.tv/permanent/u6/pdf/Contrat-de-formation-version-22.06.2011.pdf
http://www.arte.tv/static/c5/pdf/traite_inter-etatique.pdf
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