Ragazzi di vita 2.0 - I peccanti di francesco Panizzo

Manifesto del
non manifesto
di Francesco Panizzo

Ah! Madonnaaaa!
Giocar di frodo pare
Venendo qui la notte cade.
Cadono gli amici e i vicini, cadono.

Assieme ai parenti, cadono tutti i vespri.
Poi cadono i pazienti, le statue
Gli ornamenti, le decorazioni,
Cadono i fiocchi, gli empi enti
Le olive, i giuramenti.

Quest'ovvio vien
E ch'io sia protetto
Sotto tetto tanto tace.
L'amore cade
Ammansito, costretto,
Rende lenza al tradimento.
L'odio cade
Dal talamo suo che imperituro pareva.

E cadono i ponti e le città,
Ubicaredi strade fatte di misura,
Sbatter di metro cade... la sabbia cade
Morbidezza portata dal vento
Assieme alla peste costruita dal Fato.

Cadono i millenni e gli accenti,
I petali e i fanti.
Se non fosse che scalzi ho i piedi
Non sentiria che in volo vago, ascendo.
E scendono le tenebre come
Cadono le stelle Note, dal moto costrette
Come un onta fatta
Metempsycosi d’Ente.

E cosa fanno? Cadono!
E cadono le speranze, le certezze
I dubbi e le disgrazie,
Cadono le foglie, i rami, gli alberi
La terra.

Cadono i principi, il palco invece casca
E quando qui ci casca il morto, il buio cala.
Ma cadono i pregiudizi
Le icone coi santi dal colore assopito.

Cadono i capelli, vinti
Benché più in alto stanziati,
Cadono i minuti, le ore, i giorni, la gioventù,
Cadono il campanile, la chiesa e i riti wudù,
Ma anche la guerra cade.

Cade grave la preghiera
Forgiata con l'inchiostro sulla carta,
L'idea così sottile ma altresì pesante,
Come il mondo, cade.

Dall’Eterno viene il soffice cadere
E cadono catene
Il pulsare dell’ordine, cade finalmente la cadenza.

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Tratta da I PecCanti, di Francesco Panizzo