In tutto il resto, fra tutto il resto, per tutto il resto

di Mohamed Kayat

    ... Il suo sorriso mi squarciava come un ululato alla luna muta e alla notte buia: il suo sguardo era la mia curiosità, il suo biondo fluente il mio groviglio, la sua bocca il mio cruccio...
La attendevo, come aspettassi qualcuno con le sue valige già qui, non era necessario niente altro, solo i suoi occhi addosso, e alcun freddo avrebbe insediato le mie ossa... Vagavo come ebro: scrutavo i posti assetato di lei: berla: naso e guancia rosse alitavo amore senza nemmeno dir niente, e chi mi incrociava, capiva solo che ero inerme, solo, inerme... Ci incontrammo, ci guardavamo, le mie mani calde su di lei l’emozionavano: una lacrima ogni tanto l’abbandonava scivolando su di lei fredda: mi sentivo l’uomo che lei voleva in quel momento, la contemplavo: lei.... No, lei s’esibiva, mi si mostrava per ciò che era, come l’attore di teatro che si vergogna a mostrarsi per ciò che non è, sa di essere guardato, ma lui non guarda nessuno: lei era la mia scena,io il suo palco, il suo pubblico, il suo teatro. 

Non resisto: la bacio:- cielo.... Ha sempre quel suo sapore, amaro del retrogusto fruttato: dice che è il suo lucida labbra: Dio come è bella-, la avvicino a me la tiro su e la bacio ancora: mi sento il suo uomo, il suo forte uomo...

Il mondo ci gira attorno, e vede in me un uomo solo, che è pieno solo di lei, lei a gli altri così frivola, sciocca: ormai vuota: ai miei occhi piena di coraggio, che a me manca per sentirmi a mio agio con lei in tutto il resto, fra tutto il resto, per tutto il resto... Attraverso con lo sguardo: sguardo, sorrido, rido: me ne frego, me ne frego: col sapore amaro tra i denti, che mostro ridendo: ringhiando...
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Non ho raggiunto nessuna pienezza: 
ho vomitato debolezza, 
quella che mi ha indotto a cercarla, 
quella che ha venduto il suo amore, 
quella che amor non ricorda ne dimentica,
quella che cade solo quando e vuota,
che cadi solo se la svuoti...
 
Un’altra pinta... 

Mohamed Kayat