In Esperanza Pazmiño Tielbaard questa visione sussiste solo come riferimento, ma procede in un contesto e in una rappresentazione che va oltre alla dimensione figurativa pura, paesaggistica quanto naturalista. Si colgono nelle opere dell’artista colombiana le vibrazioni che provengono dalle tinte e dai colori, delineati con pennellate decise, e che mantengono un lato di evanescenza, quindi immanenza, delle immagini. Le figure, delineate dalla delicatezza dei tratti cromatici, si compenetrano, in questo si legge molta eredità cubista, quasi confondendosi in distese immense e penetranti di oro, colore piuttosto particolare da trattare, e che nella produzione di Esperanza viene proposto con sapienza e maturità.
La natura diventa quel “tempio” che “l’uomo attra- versa tra foreste di simboli”, riprendendo le parole auliche di Baudelaire, ed è la protagonista principale di un percorso, quale quello di Esperanza, che narra la Colombia, la terra natia e di origine dell’autrice, ricca di affascinanti e suggestivi ambienti, tale da introdurci in quell’alfabeto di segni che ci delineano storie altre, passate, e che nutrono il presente nella loro portata narrativa, quasi mitologica.
Tutto questo si traduce in un’abile estetica dell’evo-cazione, ossia nella volontà di sintesi, immaginifica quanto contenutistica, di idee e di simboli, significanti forti di un’idea che si traduce nell’immagine, volto lirico di una ricca produzione. |
È un nuovo espressionismo quello di Esperanza, che si esplica nelle pennellate sicure che portano a dare espressività lirica attraverso dimensioni tecniche differenti, dall’acrilico alla tempera a olio, con forme che sono quasi stilizzate, semplici, molto minimali, ma ricche di concetti e messaggi.
Esperanza usa materiali moderni per meglio donare all’opera quell’aurea mistica che si affida a un passato di una comunità, fatto di icone e di emblemi che evocano un passato. La natura è parte integrante del percorso artistico di Esperanza tanto da divenire, non solo fonte di ispirazione, ma anche soggetto di una pittura di genere. Dalla natura si fa strada quel dinamismo cinetico, definito con tecniche e stili diversi, eclettismo dell’autrice, favorendo quell’effetto tipico di una pittura figurativa in movimento, fotogramma di una sequenza narrativa idealista.
La tecnica “a frusta” ci conduce ad assaporare quella passione e quelle emozioni che hanno portato l’artista a vivere della natura, rendendo a questa ultima un omaggio estetico, quanto simbolistico, con la consapevolezza che dalla natura veniamo e nella natura viviamo, così come la vive il suo popolo, dove ogni segno del paesaggio e della persona diventano messaggi ancestrali di una terra, quella grande madre e, anche, giudice severo, ricca di abbondanza, da trattare con parsimonia e rispetto.
Esperanza usa materiali moderni per meglio donare all’opera quell’aurea mistica che si affida a un passato di una comunità, fatto di icone e di emblemi che evocano un passato. La natura è parte integrante del percorso artistico di Esperanza tanto da divenire, non solo fonte di ispirazione, ma anche soggetto di una pittura di genere. Dalla natura si fa strada quel dinamismo cinetico, definito con tecniche e stili diversi, eclettismo dell’autrice, favorendo quell’effetto tipico di una pittura figurativa in movimento, fotogramma di una sequenza narrativa idealista.
La tecnica “a frusta” ci conduce ad assaporare quella passione e quelle emozioni che hanno portato l’artista a vivere della natura, rendendo a questa ultima un omaggio estetico, quanto simbolistico, con la consapevolezza che dalla natura veniamo e nella natura viviamo, così come la vive il suo popolo, dove ogni segno del paesaggio e della persona diventano messaggi ancestrali di una terra, quella grande madre e, anche, giudice severo, ricca di abbondanza, da trattare con parsimonia e rispetto.
In tutto questo si inserisce una letteratura pit- torica di una produzione densa di sensazioni e di emozioni, che traspaiono in modo equilibrato e armonico dalle figure delle opere di Esperanza, senza mai invadere il punto di osservazione dello spettatore. Esperanza è certa di questo, ne diviene la sua poetica espressiva, forte dei valori e degli ideali che nutrono la sua comunità di origine, il suo popolo, quello colombiano.
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La scelta di utilizzare materie nuove, come l’acrilico metallico, è funzionale a dare maggiore rilevanza, attraverso gli accostamenti, a un’irrefrenabile energia creativa, dando visione di uno sguardo, quello dell’artista, che si volge all’infinito, incisivo quanto umano.
In Esperanza troviamo diverse culture artistiche, ne son testimoni i vari riconoscimenti che ha potuto internazionalmente ricevere, in un eclettismo che è proprio di un’artista matura, ma mai soddisfatta del punto raggiunto di produzione, in questo l’intelligenza presente nella sua produzione, e sempre propensa a nuovi panorami compositivi, a nuove visioni creative, a nuove tecniche e poetiche. Tra astrattismo, l’esal-tazione dei sentimenti si verifica nelle tonalità, nelle abilità chiaroscurali, nella compenetrazione di tracce e figure che sono evocative, e simbolismo, dove si ap- portano significanti a strutture cromatiche di grande sperimentazione; tra paesaggismo, l’ambiente dove si narra la storia di un popolo, all’espressionismo, quello in cui spicca una pittura che copre ogni angolo, detta-
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glio, parte di cui è costituito il quadro, esprimendo emozioni forti e incisive: l’opera di Esperanza esplica quella cura, naturale e non artefatta, e attenzione verso ogni parte dell’opera nella sua portata. La fantasia conduce la mano di Esperanza, tanto da portarla a proporre immagini e rappresentazioni ideali di un popolo, di una comunità, con al centro le persone, qui, quindi, la caratteristica quasi umanistica della sua produzione, la loro sofferenza o le loro aspettative, i loro sentimenti e la loro memoria, che è storia e che è collettiva: tutto questo si assaggia nella sua produzione, che invade il quadro e la tela in tutte le sue porzioni, la totalità dell’espressività della sua arte, garantendo sempre un margine poetico, l’oro nelle sfumature rende indefiniti i ritratti dei volti, e suggerendo un genere quasi evocativo.
La spontaneità è espressione di quella lirica che porta a configurare l’opera come autorevole forma autonoma. Sono l’esistenza, la vita, le con- traddizioni dell’individuo che si fanno immagini e diventano simboli di realtà umane che pro- vengono da lontano, antiche quanto fortemente reali: l’informale diventa, quindi, visione nella pittura di Esperanza, autrice dall’energia creativa incommensurabile, manifestazione, quindi poesia, di un tripudio cromatico, delicato quanto evane-scente, immanente e quindi vibrante, mobile, dinamico, dando quasi movimento alla rap- presentazione, quasi fosse fotogramma, in un eterno rimando e viaggio tra fantasia e sogno, tra realtà e simbolo. |
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