Psychodream Review Rubrica diretta da Viviana Vacca e Francesco Panizzo
Intervista a
Mariella Soldo Parliamo di un’autrice speciale: Critico letterario, drammaturga, scrittrice, regista. Diamo il benvenuto in PASSPARnous a Mariella Soldo.
Caligola
è un soggetto che Carmelo Bene aveva acquistato e reinterpretato
direttamente da Albert Camus. Vista la tematica e la tua proposta
teatrale, mi sorge spontaneo un collegamento fra te e il maestro, e
questo, soprattutto per i significati che il titolo della tua opera
rimanda: cito una massima di C. Bene: “... la
donna sarebbe stata riammessa sulle scene, al solo scopo ingrato - in
quanto simulacro di donna - di scongiurare la femminilità e il degenere
così precipitati [...]
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Estratta dalla sua realtà sociale, solo apparentemente libera in arte, è doppiamente svergognata in palcoscenico...”.
Tu non sei solo attrice ma l’autrice del libro Voci di donne lucane. Come ti poni a riguardo?
Tu non sei solo attrice ma l’autrice del libro Voci di donne lucane. Come ti poni a riguardo?
Avverto in queste parole di Bene anche una critica sociale, forse riferita alle situazioni dell’epoca. Il mio desiderio di far rinascere Caligola nelle vesti di donna non ha alcun intento polemico. Siamo fuori e lontani dalle situazioni che possono permettere un tipo di teatro “accusatore” (se non, magari, per situazioni specifiche). L’idea me l’ha ispirata l’Orlando della Woolf. Il mio esperimento è meno dilatato nel tempo, Orlando è un romanzo, Caligola imperatrice è un corto teatrale. Ho dovuto concentrare in 12 minuti un universo, che non è solo quello della realtà, collocato nella rappresentazione scenica, ma anche quello della storia, con un passato e una memoria, appartenenti al personaggio di Caligola, che non andavano dimenticati. Caligola imperatrice non ha scongiurato la femminilità, ma ha messo sullo stesso piano due forze contrapposte, e quindi così vicine: quella maschile e quella femminile.
Che attenzioni poni nei confronti del lavoro sulla voce e sul corpo?
Che attenzioni poni nei confronti del lavoro sulla voce e sul corpo?
La voce e il corpo sono importanti per l’attore, ma anche per il drammaturgo (poiché non si scrive se non si hanno in mente un timbro vocale e un’incarnazione fisica). I miei tes- ti giocano sulle varietà tonali, sugli sbalzi d’umore, sugli scatti improvvisi. Ci sono momenti di silenzio e momenti in cui la voce è sovrana. Il corpo, spesso, è sofferto. Si modella sulla voce e sul testo. La parola, in genere, fa da trama al tutto. |
Hai dei riferimenti concreti o teorici per quanto concerne la tua ricerca teatrale?
I riferimenti concreti sono i seminari, workshop e laboratori che cerco di seguire, ma anche la visione di spettacoli di ogni genere. Rappresentano il teatro toccato con mano, quello che si fa, concretamente. I riferimenti teorici sono tanti. Ho dei maestri sacri, che ho studiato e approfondito, come Stanislavskij, Peter Brook, Jacques Lecoq e Jurij Alschitz. Cerco, comunque, di elaborare anche una mia idea di teatro. È fondamentale quando si crea uno spettacolo e si fanno laboratori preparatori a una rappresentazione.
Il tuo approccio al teatro potrebbe essere definito di stampo pedagogico? Parlaci dell’offerta culturale che proponi. È sicuramente pedagogico, anche perché in questo campo la porta della sperimentazione è sempre aperta. Notterrante – compagnia teatrale in/stabile lavora molto anche sulla parola, proponendo, spesso, un teatro poetico. Un teatro di questo tipo, però, richiede un lavoro di regia molto complesso, in quanto l’azione, a volte, non è immediata. C’è di buono che stimola la fantasia e quindi il raggio creativo è più ampio. |
Per la drammaturgia mi piace utilizzare riferimenti letterari (Camus, Euripide, Racine, Weiss). Ultimamente, anche grazie a varie proposte, ci stiamo aprendo a un teatro diverso. Infatti, stiamo lavorando a tre nuove produzioni completamente differenti tra loro. Chissà, forse è una piccola conquista.
Vorrei chiudere con una citazione di Mariella Soldo: “Chi ha più il coraggio di percorrere a piedi nudi le città?”
Vorrei chiudere con una citazione di Mariella Soldo: “Chi ha più il coraggio di percorrere a piedi nudi le città?”
Francesco Panizzo
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