Viene da domandarsi quali siano le connessioni estetiche e compositive tra due arti, e poetiche, che vivono agli antipodi del Pianeta: quella Occidentale, dove siamo inseriti, e quella Orientale. Non si può conoscere e interpretare la nostra visione artistica senza affrontare un confronto con culture diverse. In questo veniamo a scoprire come i moti d’animo e le emozioni, che viviamo nel contemplare le creazioni di artisti che hanno vissuto e che vivono in un ambiente artistico differente dal nostro, quale quello coreano, si traducano in un alfabeto visivo diversificato e coinvolgente, da quello espressionista a quello figurativo ritrattistico, da quello impressionistico a quello iperrealistico, tra l’onirico e l’astratto. Da Emmaus a Milano, il 17 aprile, si tiene l’inaugurazione di una seconda collettiva dedicata ad artisti coreani, Art made in Corea, in cui differenti autori si confrontano in stili, tecniche, estetiche e poetiche varie, unite da un filo conduttore, quale quello della ricerca artistica. La “produzione artistica” è tipica di un laboratorio, dove la persona diventa fulcro centrale di una trasmissione di emozioni, utili a dare una visione, complessiva e plurale, del reale. È in questo percorso di creatività, sempre pronto a evolvere verso esperimenti visivi e figurativi mai avanzati, che troviamo Kim Min-ji, stilista e fashion designer, con “BELLO’ccio”, collezione in cui il mondo del fashion diventa universo artistico, espressione di messaggi e sensazioni che si confondono con il trionfo della bellezza. La bellezza artistico visiva ci rapisce e ci contamina perché linguaggio universale, ponte tra l’esterno, la natura, e l’interiorità.
L’espressionismo astratto puro trionfa nel figurativo di Kim Rok-won, fotografo, dove lo sguardo è significante visivo dell’incertezza e del timore, della paura e del dubbio, che attanagliano l’individuo, in primis la stessa autrice, ai limiti tra un’interiorità tumultuosa e una realtà vista dagli occhi di uno sguardo inquieto. Menina Flor di Park Ji-hyun, pittrice, rappresenta il ricordo. L’ottica e la tecnica, ci riporta al dripping di un Pollock, seguita dall’autore, la divisione fisica del quadro in due parti, enfatizzano il tema del ricordo attraverso un uso del materiale non consueto. La stilizzazione delle figure, raffigurazioni quasi rupestri, un’arte primitiva, trova contorni definiti da un deciso tratto del pennello con tonalità omogenee ne Il Sentimento dell’amore dell’autrice Kim Hyun-suk: in questo percorso apprendiamo un alfabeto visivo universale, esperanto cromatico fatto di tonalità essenziali, minimali quanto semplici. Nella fotografia dell’autore Hwang Su-chan, quasi pittorialista, si percepisce una tensione emotiva, uscendo dal semplice reportage per portarci in una dimensione quasi onirica, indefinita, eterea, in cui il paesaggio è quasi disegnato dalla luce e dall’ombra, delicatezza immateriale. La pittrice Chang Yoon-young ci suggerisce un’energia vibrante in uno stile quasi fumettistico, dal tratto simile al disegno, visione di una bellezza che ci apporta emozioni che andiamo a provare, liberamente, in un’assenza di invasione dell’ottica dell’autore. Alessandro Rizzo
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Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie di Alessandro Rizzo |
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