I CORPI ESTRANEI.
Un film di Mirko Locatelli. Articolo di Daniel Montigani
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Fra i corridoi di un ospedale di Milano dall’aspetto poco ospitale ma necessario si consumano differenze e tentativi di superarle. Differenze fra la vita e la (possibile) morte, distanze fra le condizioni dei visitatori temporanei e dei pazienti. Ma capita in più di un’occasione là dentro, che, per caso, si “svolgano” differenze, diversità anche di nazionalità, di caratteri, di sguardi, di modi di porsi verso il mondo e verso gli altri, di culture, di età. È questo infatti il caso di Antonio (Filippo Timi, padre solitario arrivato a Milano che porta in ospedale il figlio Pietro di un anno malato di cancro per farlo curare) e dall’arabo Jaber (nello stesso posto per far visita ad un amico in cura,e che, incuriosito dai silenzi dell’uomo e toccato dalla malattia del bambino, tenta di fare la sua conoscenza, ricevendo inizialmente soltanto ostilità). In questa seconda opera di Mirko Locatelli l’asfittico spazio dei corridoi e delle stanze dell’ospedale (luogo dove si svolge buona parte del film, che rimane cruciale e il più importante anche quando la macchina da presa si trova altrove) si confronta (e cozza) con ricca ambiguità con la “vastità” della complessità delle anime, delle personalità e sensibilità dei due personaggi principali che lo percorrono. I corpi di Antonio e Jaber, infatti, sono estranei a vicenda, sono “costretti” dalla difficoltà degli eventi a condividere per alcune ore luoghi vicini, sono a un primo livello lontani mentalmente, difficili da far avvicinare per dar vita a una qualche conoscenza, a una qualche armonia. “I corpi estranei” tratta dunque temi molto utilizzati, sulla carta facilmente sfruttabili, che potrebbero fungere da materia prima per film-furbizia o che usano sentimenti e situazioni del genere come ingrediente primario per opere melense e drammaticamente stucchevoli. Locatelli, invece, nonostante la trama “facile”, fa uso di certi aspetti e stilemi tipici di chi si vuole imporre e raccontare (e mostrare) tramite il filtro di una certa autorialità, senza interessarsi dunque di come e quanto tali opzioni possano allontanare occhi di un pubblico poco paziente o desideroso di sapere molto alla svelta, in tempo reale con la pellicola: inquadrature inizialmente prive di personaggi (come quella iniziale, che ospita al suo interno soltanto la porzione dell’automobile del protagonista); narrazione che, volutamente, si lascia scoprire soltanto in maniera progressiva; l’uso oculato dei silenzi, del non detto in tutta la sua significativa densità, che permette a sguardi e pose di essere interpretare con suggestiva libertà. Timi è, come sempre, presenza possente, molto presente, appunto, ma allo stesso tempo, toccato dall’ambiguità di certi suoi silenzi e da primi piani incerti, non “soffre” di protagonismo, anzi: il suo porsi ed esserci è spesso materia(le) che compone il quadro e che si confonde con esso, senza essere il “numero uno” dello spazio in cui si trova.
È un film molto carnale questo di Locatelli, dove la corporalità ha un suo posto non indifferente ma parallelamente offuscata spesso da riprese che non esaltano particolarmente la figura umana, da frasi e discorsi mancati, dalla dispersività degli intrecci e degli eventi. Locatelli dirige una pellicola che vuole forse girare intorno a se stessa, ma che con abilità riesce a spostare passo dopo passo, quasi impercettibilmente l’attenzione dal punto di partenza narrativo (il fatto che i due protagonisti siano lì per occuparsi dei propri cari malati) a un altro che progressivamente sembrerà essere il vero centro della storia (la conoscenza fra Antonio e Jaber), celebrando così la bellezza incerta, discutibile ma forte dell’Inaspettato presente in un rapporto che nasce piano, di quello che sarebbe potuto essere in seguito, di quello che si cela dietro.
Daniel Montigiani
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Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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