Tante volte si pensa che l’architettura, soprattutto quella di interni, non sia sposabile con l’estetica artistica di un’opera visiva. Non è così se ci si immerge nella produzione di un architetto Art-Designer quale Stefania Vola. Notiamo una particolarità che ci porta ad apprezzare una produzione nella sua generalità, totalità: la capacità di Stefania Vola di saper tradurre la forma, il disegno, la sua estetica e la sua definizione attraverso il tratteggio delicato quanto sicuro e chiaro della matita compositrice, in sostanza materica. Guardando le creazioni di Stefania è come se il disegno si fosse materializzato, come se la sua idea fosse diventata plastica, cercando di mantenere fede a quell’ideale che la creatività dell’autrice ha avuto nell’atto del comporre l’opera, nella sua fase di progettazione.
L’alfabeto che Stefania adotta è, quindi, estetico e scultoreo, quasi fosse arte che si traduce in ingegneristica progettazione di un manufatto, che niente altro può se non portare un tono poetico e lirico all’interno di un’abitazione. Esiste qualcosa di minimale, essenziale, la forma d’arte diventa fine a sè stessa, seppure funzionale, strumentale, nella produzione di Stefania Vola, soprattutto se ci soffermiamo sulle lampade che l’idea di un design leggero e manuale ha potuto apportare nella creazione degli stessi oggetti: lampade artigianali, così, firmate da Hi-Tech Carbon Fashion Design, sono la realizzazione diretta e fisica di un disegno a matita che ha creato curve sinuose e linee leggiadre per dare all’utensile di interior design una certa dinamicità, quasi un movimento che ci porta ad apprezzare la monumentalità non appesantita da una certa staticità e, tanto meno, da una gravosa pesantezza dell’opera stessa: la funzionalità nelle lampade ideate da Stefania e disegnate dalla stessa sono l’esempio più lampante attraverso cui si può dire che l’utilità e la funzionalità si possano intersecare, non è utopia, con la concettualità insita nell’opera, con la sua sostanza, significante di un’estetica tutta visiva. Hi-Tech Carbon Fashion ha messo a disposizione la fibra di carbonio, tale da dare una materia, un elemento tangibile, un supporto fisico che ha saputo donare alla lampada una leggerezza e una leggiadria, tale da configurare un oggetto artisticamente interessante, oltre che innovativo dal punto di vista ingegneristico. Le lampade di Stefania Vola sono vere e proprie opere d’arte che appartengono al filone minimalista, quanto essenziale nella sua rappresentazione: la forma geometrica diventa fine a sè stessa, quasi significante di un’idealità di arte che diventa esteticamente interessante, coinvolgente, quanto razionale. La riduzione alla geometria della superificie è l’elemento che ci apporta verso una contemplazione di un oggetto che è arte analitica, in quanto esalta le geometrie e il loro intrecciarsi come elementi di conoscenza dell’essenza artistica stessa, alfabeto artistico che propone panorami quasi iperreali. L’elementarità delle forme, primarie nella loro definizione, ci portano a configurare, quasi apprezzare, strutture aperte, sequenze seriali dove il colore, nella sua basilarità, nella sua armonia semplice e uniforme dona un’essenzialità alla forma stessa dell’opera. Stefania è di formazione umanisitica e una certa poeticità riesce ad apportarla anche nell’elaborazione delle sue opere attraverso l’utilizzo sapiente della matita, con la finalità di unire “un preciso modo di pensare” con un’elaborazione creativa elegante e incisiva. L’armonia, è questa la sensazione che ho avuto apprezzando un oggetto di design di grande portata, possiamo dire ascrivibile a un certo stile anni 70, è il minimalismo funzionale dell’oggetto, in un’ottica elaborativa artistica autonoma: Giovanni Giordano d’Altavilla, titolare di Hi-Tech Carbon Fashion Design, parla di “energia positiva” che promana dalla lampada di Stefania Vola, ed è l’impressione che ho avuto nel contemplare queste vere opere d’arte, arrivando a voler dedicare una breve recensione perchè a pieno titolo facenti parte dell’immenso e universale campo delle arti visive, aprendo quasi un futuro filone dove poter riportare altri lavori di interior design in un’ottica artistica. Alessandro Rizzo
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Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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