La domanda che lo spettatore del film La Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni si pone durante tutto il suo svolgimento è la seguente: Che ne è di Anna? Eppure, non è forse questa la domanda sbagliata?
La trama è semplice e, in questo, seducente: una giovane e bella ragazza di nome Anna (Lea Massari), figlia di un diplomatico in pensione, parte con la sua amica Claudia (Monica Vitti) e il suo amante Sandro (Gabriele Ferzetti) per un lungo fine settimana in barca alle Isole Eolie dove, facendo tappa su una delle isole, misteriosamente scompare. Il resto del film indagherà le conseguenze morali e sentimentali di questa scomparsa, destinata a mantenersi tale. Prima però vanno chiariti alcuni punti. Anna dimostra insofferenza nei confronti della vita fin dall’inizio del film. Il padre geloso che gioca il ruolo dell’abbandonato la annoia e delude. Allo stesso tempo Sandro, il suo amante, non sembra una vera alternativa. Il padre glielo dice: “Quel tipo non ti sposerà mai”, al quale Anna risponde che finora è stata lei a non volerlo sposare. Forse per Anna l’alternativa a un padre non è un marito o, in altre parole, l’alternativa a un uomo non è un altro uomo. Quando l’amica Claudia entra in scena, Anna è già molto depressa dal colloquio con il padre. Ordina all’autista di sbrigarsi perché sono in ritardo e in poco tempo raggiungono l’appartamento di Sandro, in centro a Roma. Qua Anna si confronta brevemente con l’amica riguardo alle sue incertezze verso la sua relazione. Prima lamenta la lontananza che li separa, poi la definisce comoda, giacché “quando uno è solo pensa quel che vuole come vuole, invece quando uno è lì davanti a te è tutto lì, capisci?”. Cosa può capire mai Claudia, o chiunque, da una tale approssimazione se non che Anna è tormentata? E non solo le sue frasi confuse lo dimostrano, ma anche l’incoerenza che sussiste tra queste e i suoi atti, rendendo quest’ultimi imprevedibili. Infatti sta per cancellare la crociera dicendo all’amica di tornare indietro, quando Sandro la chiama dalla finestra. Allora Anna gli va incontro salendo al suo appartamento per farci l’amore, lasciando Claudia giù ad aspettare. Una volta in barca, nelle prossimità delle isole Basiluzzo e Lisca Bianca, Anna, stufa delle complicazioni della vita che in questo caso hanno le vesti dei vuoti discorsi borghesi dei suoi amici, si tuffa in mare. Sandro la segue e così Claudia. La barca si ferma, vicina a una delle isole, e altri ancora fanno il bagno. Ma dopo poco si sente Anna gridare: “Un pescecane! Un pescecane!”, allarmando così tutti quanti e facendoli risalire di corsa in barca. Anna e Claudia scendono nella stiva per cambiarsi e qua Anna confessa all’amica che non c’era nessun pescecane. Quando Claudia le chiede come mai abbia mentito, Anna risponde: “Così, ma adesso non ci pensare.”, e nuovamente si intuisce che voglia confessare all’amica un’insofferenza che aveva già provato ad affrontare il giorno prima sotto casa di Sandro, ma ancora una volta senza riuscirci, come se le parole facessero fatica a prendere la forma dei sentimenti, o viceversa. Quasi tutti sbarcano sull’isolotto deserto di Lisca Bianca e qua Anna e Sandro si appartano affrontando un breve dialogo circa il loro rapporto. Lei mostra le stesse contraddizioni già espresse: l’incertezza verso di lui, verso il loro rapporto e il desiderio, a un tempo, di vincere queste incertezze magari addirittura sposandolo e quello invece di stare sola, lontana da tutto e tutti, probabilmente in cerca di sé… sola come non lo è mai stata; sola da morire. La scena immediatamente successiva mostra una barca allontanarsi da dietro l’isola, primo di moltissimi indizi, in un’analisi successiva, del destino di Anna, giacché di lei non si saprà più niente; scompare come una macchia di terra all’orizzonte da cui si è partiti per un’avventura in mare. Inutili le ricerche perpetuate dagli amici, di lei non c’è più traccia. Infine viene deciso di dividersi: Sandro, Claudia e Corrado (l’amico intellettuale e cinico) rimangono sull’isola, mentre gli altri sono invitati a raggiungere la località più vicina per sporgere denuncia e incominciare così serie ricerche a tappeto. La notte che i tre passano sull’isola è desolante e accompagnata da un temporale che rende ancora più ostica la loro permanenza. Trovano rifugio in una casetta in cima all’isola e qua Claudia confessa agli altri due, che la storia del pescecane era inventata. Sandro per primo domanda perché lo abbia detto solo adesso, ma più acuta è l’osservazione di Corrado: “Resta da capire perché si è inventata un pescecane, dove voleva arrivare?”. La loro discussione verrà interrotta dall’arrivo di un pastore autoctono che visita saltuariamente l’isola appartenente, a quanto pare, a signori australiani per i quali ha lavorato trent’anni, laggiù su quell’isola molto più grande di questa; un continente alla deriva dall’altra parte del mondo, come Anna. Al risveglio, un’alba lucida appare a Claudia uscendo dal mare come un’isola di luce ad un orizzonte irraggiungibile. Così indosserà l’abito dell’amica che le era stato dato nella stiva perché non ne aveva altri con sé, incominciando una lenta metamorfosi in Anna, o comunque una sostituzione di questa. La scena più bergmaniana del film vede Claudia raggiungere Sandro seduto ad osservare l’orizzonte. Le isole Eolie, un tempo vulcani sottomarini emersi dalle acque - come veniamo informati da un’amica del gruppo all’inizio della loro avventura - sono i simboli concreti del tormento emotivo di ciascuno. Il vento, lassù, scompiglia i loro capelli, facendoli apparire incendiati dalle correnti d’aria; piccole torce nella prima ora del giorno, mentre ciascuno elucubra sull’accaduto. Poco dopo Monica Vitti (Claudia) infrange il suo riflesso in una pozza d’acqua piovana della notte precedente per sciacquarsi il viso e Sandro la osserva come se la vedesse per la prima volta, avviandosi in lui una sinistra sostituzione. Nell’afferrarla mentre scivola tentando di scavalcare un masso, tratterrà la sua mano e i due si guarderanno intensamente, l’uno l’uomo dell’amica e l’altra l’amica dell’amante dell’uomo: sconosciuti fino a quel momento; tabù l’uno per l’altra. Con il sole ormai alto arriveranno i carabinieri e incominceranno, con tanto di tute subacquee, l’esplorazione dell’isola e dintorni. Il resto del film sarà un lento ma molto ben scandito road movie attraverso i paesaggi suggestivi della Sicilia, ora desolati e inospitali, adesso affollati e inquietanti nei loro costumi maschilisti, in cerca di Anna, che avrà sempre meno le sembianze di una persona reale; un fantasma, che man mano che scompare lascia spazio a Claudia e Sandro di innamorarsi, come un velo o una nuvola che prima nascondeva qualcosa che adesso, una volta dissipatasi, può crescere naturalmente. Lo spettatore è lasciato solo davanti ai personaggi, libero di giudicare moralmente quello che appare essere un prematuro coinvolgimento sentimentale, prematuro da parte di entrambi. E allo stesso modo lo spettatore è abbandonato, come i personaggi del film, ai tanti dettagli e possibili indizi con cui interpretare, senza alcun aiuto concreto da parte del regista, il nefasto destino di Anna. Potrebbe essere fuggita con quella prima barca che viene mostrata nella scena immediatamente successiva al suo confronto con Sandro, oppure potrebbe essere caduta dalla scogliera e trascinata via dalle forti correnti di cui si parla durante le ricerche, o ancora lo stesso destino delle correnti potrebbe esserle capitato perché si è gettata lei contro gli scogli… Si potrebbe anche ipotizzare che per tutto il tempo si sia nascosta in qualche grotta dell’isola o che si trovi in un’altra isola ancora, raggiunta questa chissà come. Qualsiasi cosa le sia capitata o si sia fatta capitare, non è questo il tema del film, bensì le conseguenze dell’assenza di qualcuno. Conseguenze morali, conseguenze sentimentali. Il vuoto che viene lasciato da una persona, per quanto doloroso, è pur sempre, fisicamente parlando, nuovo spazio entro cui muoversi; e così, in modo naturale, con rimorso e lutto nel cuore all’inizio, Sandro e Claudia si amano, continuando a cercare la causa del loro amore nei luoghi più disparati dell’isola di Sicilia più per inerzia, a un certo punto, che con il sincero interesse di trovarla. Come l’entusiasmo tra di loro si accende, quello verso la sorte dell’amica si spegne, e lentamente incominciano a dimenticarsi di lei, quasi giocando a che non sia mai esistita e, infine, temendo l’ipotesi del suo ritorno. Le ultime osservazioni servono per evidenziare alcuni caratteri dei personaggi e avanzare un’interpretazione del film. Imparando a conoscere Sandro attraverso Claudia, forse comprendiamo meglio Anna, e perciò le cause della sua scomparsa. Sandro è un giovane uomo di bell’aspetto, con una casa a Milano e una a Roma e una vocazione tradita per l’architettura. Fa “i conti per gli altri”, ovvero si occupa delle parti tecniche dei progetti architettonici di altre persone, senza creare niente di suo. È sterile e vuoto, perciò si distrae con il ceto sociale a cui appartiene e, in particolare, con le donne. Per lui l’avventura è una nuova donna da sedurre, da ottenere. Prima Anna, bella, ricca e forte di carattere, ma come questa scompare incomincia una relazione con Claudia, la persona immediatamente accessibile, come lasciata dall’amica lì per lui. Alla fine del film, dopo che ha promesso un matrimonio anche a Claudia come aveva fatto con Anna, si ritrova tra le braccia della famosa Gloria Perkins, una sciacquetta americana di dubbie capacità letterarie, dato che scrive in trance e quasi sempre in contatto con persone morte. Queste vanità maschili, che trovano eco nei costumi della Sicilia del tempo, come nelle scene in cui, prima, la Perkins viene intervistata da alcuni giornalisti circondata da una folla di uomini accaldati ed eccitati, poi, quando Claudia viene lasciata sola da Sandro perché seguendo una pista sembra che abbiano trovato una pensione dove ha alloggiato Anna, questa viene circondata da uomini che la studiano da capo a piedi, “spogliandola con gli occhi” e moltiplicandosi attorno a lei, riducendo gradualmente il suo spazio di libertà motoria; queste vanità appunto, sono lo scoglio che deve superare il vero amore per affermarsi, e qua sembra che Antonioni ci dica che il problema di Claudia è lo stesso di Anna, ovvero Sandro, e perciò che il problema delle donne sono gli uomini; o in ultima analisi, il problema dell’amore è l’incoerenza maschile. Solo quando alla fine del film Sandro viene scoperto da Claudia tra le braccia della seducente americana, sembra rendersi conto di se stesso, sembra scegliere per sé o essere vinto dal vuoto che ha dentro, e così sulla panchina in cima al parcheggio dell’albergo a Taormina, si infrangerà in lacrime guardando l’Etna, forse piangendo per sé, per Claudia o per Anna, comunque sia solo allora riconoscendosi di essere in lutto. Per quanto riguarda Claudia, invece, la sua avventura è l’amore tormentato e impedito con Sandro. Come nei sogni i personaggi che incontriamo sono parti di noi che si sono identificate per mille ragioni in persone di nostra conoscenza o creandone di ideali, Anna è per Claudia ciò che lei vorrebbe essere: il suo ideale di donna. È ricca, bella ed è amata dall’uomo che lei, nella realtà, ama latentemente. Si potrebbe quasi azzardare che Anna è una pura proiezione di Claudia che vive del tormento della sua inesistenza effettiva. Ha tutto quello che si può desiderare, è vero, o quantomeno tutto ciò che appare desiderabile ad una donna come Claudia, ma in sé essa non esiste, le manca la più fondamentale delle qualità, proprio come alla moglie dello psicologo in Solaris di Tarkovsky, che non è altro che la riproduzione secondo la memoria dello psicologo della moglie morta. Per questo motivo il suo tormento è indefinibile e indefinito, non trova parole né soluzioni se non quella di sparire, perché non esiste e percepisce questa sua inconsistenza, inesistenza. È non vista, non veramente amata, un’isola alla deriva: non le resta che abbracciare completamente la sua unica essenza. Ed ecco che la protagonista si sposta da Anna a Claudia. Muore la fantasia di Anna, della donna ideale che, poiché ideale, non sa adeguarsi alla realtà e perciò si autodistrugge, e rimane lo spazio per Claudia di agire, libera dall’ideale, nella realtà. Immediatamente conquista o è conquistata da Sandro, che nell’assenza di Anna non ha motivo, a sua volta, di esserle lontano, astratto: si concretizza perciò il loro infatuamento. Dopodiché Claudia non può non assumere le caratteristiche e i tormenti di Anna avendone preso la posizione, condizione oltremodo perfettamente descritta dall’imperturbabilità di tutti gli amici quando si viene a sapere che i due hanno una relazione. Nessuno trova la cosa strana o moralmente inaccettabile, tutti vi vedono una conseguenza o, appunto, una continuità. Ma mentre i tormenti di Anna erano di essere solamente ideale e non reale, quelli di Claudia sono opposti, e per questo continua, assieme a Sandro anche se con sempre minor convinzione, le ricerche di Anna, perché teme che perdendo completamente il suo ideale (Anna) o il poter essere, per Sandro, la donna ideale, perderà necessariamente Sandro stesso, giacché egli dimostra di essere più interessato all’apparenza che all’effettività. Che sia Anna la fantasia di Claudia o Claudia la fantasia di Anna che, in cerca di risposte, vuole rinnovare il senso del suo legame con Sandro, la ricerca da parte di Claudia di Anna è una ricerca di se stessa, proprio come, i dati del film ci fanno intuire, la scomparsa di Anna è la sua ricerca di sé. Resta da capire, ammesso che si voglia considerare Anna una persona reale, quale sia stata la sua avventura. Forse, banalmente, è solo stata sbranata da un pescecane. Tommaso Dati
Scrivono in PASSPARnous: Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Francis Kay, Laureano Lopez Martinez, Nicola Bianchi, Gloria Chesi, Francesco Panizzo. |
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