Speciale Festa del Cinema di Roma 2019. THE FAREWELL. Un film di Lulu Wang -. Articolo di Fabiana Lupo

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Revue Cinema Sezione diretta da Fabiana Lupo

SPECIALE FESTA DEL CINEMA DI ROMA 14ª edizione

THE FAREWELL

Un film di Lulu Wang

Articolo di Fabiana Lupo

“Based on an actual lie”, recita il titolo all’inizio del film. Sì, perché The farewell è davvero tratto da una bugia vera: quella che tutta la famiglia della regista mise in scena nel 2013, quando scoprirono che l’anziana nonna aveva un tumore e che non gli sarebbe rimasto molto da vivere. “Una bugia buona” quindi, a fin di bene, come dice il sottotitolo per le sale italiane (BIM Distribuzione, nei cinema da gennaio 2020): da qui il pretesto per raccontare la storia di una famiglia, sparsa tra gli Stati Uniti e il Giappone, e il suo rapporto con il suo paese d’origine, la Cina.

All’inizio del film, nella sua casa newyorchese, Billi ascolta la simpatica barzelletta raccontata dal padre ai suoi amici americani. Un marito viene sgridato dalla moglie per il modo secco e brusco con cui le rivela che il loro gatto è morto, incitandolo per la prossima volta ad ammorbidire il colpo con un preambolo (“per esempio, è salito sul tetto…”). Così la volta successiva, per preannunciarle un’altra brutta notizia, l’uomo le si rivolgerà dicendole: “Tua madre è salita sul tetto…”.
La trama del film ruoterà proprio intorno all’importanza di dire la verità, al modo in cui rivelarla o, in alternativa, al modo in cui nasconderla.

Billi è una ragazza cinese che ha lasciato Pechino quando aveva sei anni e che ora vive a New York. I suoi ricordi d’infanzia sono soprattutto legati alla figura della nonna, (in cinese Nai Nai) con cui si sente telefonicamente tutti i giorni. Appresa dal padre la notizia della malattia dell’anziana, Billi decide di prendere un aereo e di ritornare dopo tanti anni in Cina per dire addio alla persona che per lei rappresenta l’ultimo legame con la sua terra natia. In questa messinscena sono coinvolti tutti i componenti della famiglia che, inscenando un finto matrimonio tra il cugino di Billi Hao Hao e la sua giovane fidanzata giapponese, si ritrovano tutti intorno a Nai Nai per inondarla del loro amore.

Il problema è che Billi e la sua famiglia non sono dei bravi attori e stentano ad entrare nella parte che si sono assegnati. Da qui una serie di gag e di momenti esilaranti che fanno del film una commedia ben scritta, sempre accompagnata da quella vena malinconica e nostalgica che non abbandona mai la protagonista nel suo breve viaggio alla scoperta delle sue radici.

La matriarca della famiglia è l’unica ad essere felice e a prendere il matrimonio del nipote seriamente: si preoccupa personalmente del catering, delle foto dello sposo e della sposa, delle loro pose davanti alla macchina fotografica.

È una perfetta regista della vita degli altri, inconsapevole dei segreti che anche la sua famiglia nasconde a se stessa.

In quest’ultimo commovente saluto, in cui la nonna cerca di insegnare tutto alla nipote, anche il modo in cui scaricare la tensione e lo stress della metropoli attraverso il respiro, Billi imparerà per prima cosa a riappropriarsi del suo passato, delle sue origini e, una volta ritornata negli USA, troverà il modo di gridare al mondo la sua identità. The farewell è proprio quell’urlo alla fine del film, un urlo di autoaffermazione e di riappropriazione delle proprie radici da parte di chi, come Billi, deve imparare a vivere da straniero in terra straniera.

Fabiana Lupo

Scrivono in PASSPARnous: k

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