Speciale Festa del Cinema di Roma 2019. SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK. Un film di André Øvredal -. Articolo di Fabiana Lupo

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Revue Cinema Sezione diretta da Fabiana Lupo

SPECIALE FESTA DEL CINEMA DI ROMA 14ª edizione.

SCARY STORIES
TO TELL IN THE DARK

Un film di André Øvredal

Articolo di Fabiana Lupo

Nella selezione ufficiale di quest’edizione della Festa del Cinema di Roma c’è veramente di tutto: la scelta soddisfa davvero tutti i palati, dal noir alla commedia indipendente, dallo spin-off della serie tv cult al documentario d’autore. E c’è anche Scary Stories to Tell in The Dark, un horror che invece strizza l’occhio ai degustatori di quel filone fantasy rappresentato da Guillermo Del Toro, premiato con l’Oscar nel 2018 per The Shape of Water.

Ed è proprio lui che ha deciso di produrre la pellicola in questione che, è evidente, incontra fortemente i suoi gusti: firmata dal regista norvegese André Øvredal, Scary Stories to Tell in The Dark è un film che a tratti spaventa ma che ha, come tutti i film di Del Toro, quel tocco di magico e di fiabesco che ha reso il regista messicano un mostro sacro del genere fantasy.

1968. Mentre nelle sale esce La notte dei morti viventi e gli USA si preparano ad affrontare una delle sue stagioni più ambigue e allo stesso tempo rivoluzionarie, nella piccola cittadina di Mill Valley nulla sembra poter turbare la sua tranquillità. Stella è una ragazza timida e riservata, che vive con il padre e soffre ancora per la scomparsa della madre. La sua stanza è un santuario di poster e di fumetti di horror, il suo quaderno è un nascondiglio segreto in cui raccogliere le storie di genere che la sua fantasia partorisce.

La sera di Halloween, assieme a Ramon, Chucky e Auggie, Stella decide di far incursione nella casa stregata dei Bellows in cui aleggia la leggenda del fantasma di Sarah, una ragazza segregata dalla sua famiglia in cantina e che sfogava la sua solitudine attraverso la scrittura di racconti di orrore. I ragazzi troveranno il libro scritto dalla defunta che darà vita ad una serie di storie terribili che prenderanno forma sotto i loro occhi.

“Le storie feriscono, le storie guariscono e se le ripeti diventano vere”. La mano invisibile di Sarah scrive con il sangue delle vicende al limite tra il truculento e il grottesco che vedono come protagonisti i quattro ragazzi e che si realizzano nel momento stesso della stesura. Il meccanismo è lo stesso messo in scena da Jumanji, con la differenza che lì era una tavola da gioco a dettare le regole della partita.

Come ogni raccolta di storie che si rispetti, anche Sarah dà un titolo alle sue, ognuna delle quali rappresenta il capitolo conclusivo della vita di qualcuno: scavando nel passato della ragazza, il gruppo di amici scoprirà la verità sulla sua famiglia, sulle violenze fisiche e psichiche che ha subito e sul modo in cui ha deciso di farsi vendetta.

Scary Stories to Tell in The Dark è sicuramente un film che fa gola per un festival del cinema che cerca di accalappiare un pubblico sempre più vasto. A metà strada tra Piccoli Brividi e Stranger Things, è quel tipo di pellicola che attira ogni età e che ormai spopola dappertutto, soprattutto per quell’aria retrò e vintage che trasuda da tutti i pori: citazioni, scenografia, color correction, tutto ricorda i teen movies cult degli anni ‘80. Detto questo, è un film sicuramente piacevole, da vedere a casa sul divano, magari con una cioccolata calda e una copertina sulle gambe, ma che non merita di stare in una selezione ufficiale di un festival che, seppur competitivo, deve comunque avere una sua dignità e un suo livello qualitativamente medio-alto.

Fabiana Lupo

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