Una piccola“deformazione” professionale. La favorita. Articolo di Fabiana Lupo
Film, regia, attrice protagonista, attrici (due) non protagoniste, sceneggiatura, montaggio, fotografia, costumi, scenografia. Sono dieci le nomination assegnate dall’Academy a La favorita, l’ultimo film di Yorgos Lanthimos, autore che ormai da tempo ha valicato i confini ellenici per affermarsi ed essere riconosciuto a livello internazionale.
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Quest’ultimo si contende quindi la statuetta per la miglior regia con un altro regista “adottato” dagli States, Alfonso Cuarón, già premiato nel 2014 per quel gioiello della cinematografia che è Gravity. Fa comunque un po’ sorridere pensare che quest’anno tre dei cinque registi candidati alla statuetta non siano americani (oltre a loro troviamo anche Pavel Pawlikowski per Cold War), e che l’anno scorso l’Oscar andò a Guillermo Del Toro per The Shape of water.
Il cambio di registro rispetto ai suoi film precedenti sta nella collocazione temporale della storia, di per sé già lontana dal presente e destabilizzante a priori. Lanthimos questa volta non ricostruisce ex-novo un universo schizofrenico e socialmente inquietante ma, al contrario, partendo dalla biografia di una donna, quella della regina Anna, riporta alla luce la vita di una corte degenerata e perversa, dietro cui si nasconde la figura fragile e malata della sovrana. Al contrario di quanto avviene per esempio in Kynodontas (2009), durante il quale è impossibile non interrogarsi sul motivo che spinge i genitori a tenere segregati in casa i tre figli, in La favorita, non si sente alcun bisogno di definire le intenzioni dei personaggi. Si avverte, in questa scelta, la perdita di una penna, quella di Efthymis Filippou, sceneggiatore di fiducia di Lanthimos, immancabile firma di tutti i suoi lavori precedenti.
A rendere ancor più instabile il tutto contribuisce la scenografia, di una maestosità eccezionale ma priva di suppellettili inutili, e la fotografia, con degli interni notte spesso illuminati “kubrickianamente” solo dalla luce naturale delle candele.
Scrivono in PASSPARnous: k Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Francesco Panizzo. |
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