Sentire oltre i confini dell’uomo Tito e gli alieni Articolo di Fabiana Lupo Tendere l’orecchio verso le stelle e provare a sentire l’impercettibile. Un sentire che però travalica le leggi della fisica e diventa un ricordo perso nello spazio-tempo. È così che si può sintetizzare l’ultimo film di Paola Randi, Tito e gli alieni, un piccolo gioiello uscito (ahimè!) in poche sale, ma che vale la pena di non farselo scappare. |
Nonostante il pubblico italiano adori i grandi film di fantascienza americani, come dimostrano i numeri al botteghino, l’industria cinematografica italiana poco pratica il genere, anzi, sembra non esserne affatto interessata. Il film di Paola Randi è invece un bell’esempio di come sia possibile rimanipolare il genere e adattarlo alle piccole cifre della produzione indipendente italiana.
Il Professore, così lo chiamano, passa le sue giornate steso su un divano disposto a mo’ di salottino nel bel mezzo del deserto del Nevada, a pochi passi dall’Area 51. La baracca in cui vive, così come la tuta da laboratorio che indossa, ricorda subito il piccolo laboratorio chimico di Walter White e di Jesse Pinkman in Breaking Bad, un vecchio Fleetwood Bounder sperduto nel deserto del New Mexico. La sua vita è desolata come il paesaggio che lo circonda e in cui si rifugia da sei anni con il pretesto di captare le voci sperdute nell’universo. Il suo unico contatto con il mondo è rappresentato da Stella, una wedding planner che organizza matrimoni “spaziali” per i turisti attirati dalla fama “aliena” del posto. Il suo ambizioso progetto è ora sepolto sotto terra, come il suo laboratorio scavato nella roccia, e come la moglie, Linda, con cui aveva iniziato il lavoro e di cui ora resta solo una fotografia sbiadita. La sua piatta quotidianità è però scombussolata dall’arrivo dei suoi due nipoti, Anita e Tito, rimasti già orfani di madre, ora alle prese con la perdita del padre.
Il conflitto che nasce tra il Professore e il piccolo Tito diventa più che altro un modo del primo di riflettersi nell’altro, e viceversa. L’equazione padre/zio-figlio/nipote che sembra doversi instaurare da un momento all’altro è in realtà scombussolata da uno scambio di ruoli in cui la maturità sembra appartenere a entrambi e a nessuno.
Tutto questo ripreso da una mano, quello della regista, decisa e precisa, che infonde nel mezzo cinematografico il senso dell’intero film: la mdp, ribaltandosi su una testata remotata o collocandosi in alto sopra le teste dei personaggi, è sempre alla ricerca, come Tito e il Professore, di un punto di vista esterno, o meglio “alieno”. La tecnica è sempre delicata, mai stucchevole, e lascia intravedere dietro di essa una donna che sa bene cosa vuole comunicare.
Il messaggio arriva chiaro e preciso, soprattutto nel finale, di chiaro gusto malickiano, in cui l’ologramma dell’alieno si manifesta e si concretizza in ciò che c’è di più vicino alla forma umana. La soluzione è sempre stata qui dunque, a fianco al Professore: spostare lo sguardo dall’alto al basso e scoprire alla fine che la Stella tanto desiderata ha sempre gravitato intorno a lui. Ma a volte bisogna andare lontano per scoprire il vicino. E Paola Randi, in questo viaggio nel deserto del Nevada, riporta in patria la rielaborazione di un genere “alieno” alla produzione italiana, “alieno” anche alla cinematografia al femminile, ma forse più vicino a noi di quanto immaginiamo. Fabiana Lupo
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Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo.
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