15 aprile del 1967, cinquant’anni fa: muore Antonio de Curtis, ovvero “l’assurdo Totò, l’umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò”, come lo definisce Pier Paolo Pasolini nell’incipit del suo ultimo film da protagonista, Uccellacci e uccellini (1966).
Perché partire da questa pellicola, che di sicuro ha ben poco di comico, per parlare di un attore così profondamente radicato nella commedia all’italiana? Cos’ha a che fare Pasolini, un intellettuale di sinistra artisticamente e filosoficamente impegnato, con Totò, un attore di teatro quasi mai separatosi dalla propria maschera di pover’uomo?
Scrivere un apologo che parlasse a tutti, una favola moderna che avesse in sé gli stessi uccelli delle favole di Esopo, il cui intento non fosse affatto moralistico ma, se così si vuol dire, ideologico. Questo era l’obbiettivo di Pasolini. Ma chi era l’attore più adatto per un ruolo così assurdo e allo stesso tempo umano, in grado di comunicare attraverso la sua comicità non solo a un élite sociale e culturale ma alla massa intera? Gravemente malato, ormai quasi del tutto cieco, Totò accoglie la sceneggiatura di Pasolini con un’aria di superficialità, senza capirne fino in fondo il senso e restio a essere diretto da un uomo che ha un’idea così marxista e progressista della vita: come poteva un regista così dirigere Totò, un uomo di vecchia generazione che sul punto di morte, come rievoca la figlia Liliana[1], ci tiene a ricordare di essere “cattolico, apostolico e romano”? Pasolini intravede nel personaggio di Totò una potenzialità nascosta all’attore e, come se giocasse d’azzardo, punta sul suo carattere antropologico inserendolo in un film la cui struttura è impregnata di materia filosofica. Questo connubio inaspettato fa sì che la sua fissità, che lo ha immortalato nell’olimpo della commedia a fianco a nomi come Keaton e Chaplin, lo renda talmente universale da poter, nel suo essere umano a 360 gradi, rappresentare totalmente il disincanto ideologico di Pasolini. Non è un caso che quest’ultimo decida, sia per Ninetto Davoli che per Totò, che questi mantengano il loro nome anche all’interno del film: Totò non è nient’altro che il Totò che tutti conoscono, ma è la struttura intorno a lui che muta e lo trasforma in un povero diavolo senz’arte né parte. Lungo la periferia del mondo, in un posto che sembra essere dietro l’angolo ma ovunque, Totò e Ninetto, padre e figlio, camminano fianco a fianco senza una meta, inseguiti da un Corvo, figlio del dubbio e della coscienza, come lui stesso si definisce.
|
|
La figura di sottoproletario napoletano che per decenni ha indossato Totò nei suoi film viene qui decriptata, trascinata fuori dal suo codice borghese, e sistemata a mo’ di marionetta su una lunga strada, inconsapevole com’è di percorrerla e di quale sia la meta. Può ricordare l’inizio de Il fascino discreto della borghesia, stesse strade sterrate, stessi personaggi ignari, ma qui di borghese c’è ben poco.
Non un piano, non una coscienza in Totò che, accostato alla purezza e all’ingenuità di un Ninetto, sembra tra i due essere il più furbo, il più esperto delle faccende degli uomini. Nonostante sia colui che gestisce gli affari di famiglia e che fa la voce grossa davanti alla sua povera affittuaria, Totò non è altro che un piccolo proprietario terriero che cerca di imborghesirsi ma che rimane intrappolato nella struttura piramidale della società capitalistica in cui vive. «Attento che un pesce grosso non mangi voi!», dice il Corvo fuori campo sul PP del figlio della povera donna, costretto a mangiare un nido in brodo, senza mostrare alcuna espressione di piacere o di disgusto. Dei CL in cui due piccoli esseri si muovono senza un disegno divino, susseguiti da PP frontali dei protagonisti, danno al film un senso di profondo umanesimo misto a una grande carica di pessimismo che si respira anche nelle gag.
L’episodio della prostituta Luna ne è un esempio: i due fingono a turno un forte mal di pancia per allontanarsi tra i campi e poter soddisfare il proprio desiderio d’amore. Sembra qui delinearsi quella cruda associazione tra il bisogno fisiologico e quello sessuale che Pasolini renderà ancor più evidente in Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), istituendo il Girone della Merda come coronamento del consumismo, prodotto perverso e sadomaso di una società che è costretta a autofagocitarsi.
Seppur in forma embrionale e celata, nella scena sopra citata vi è tutto il pessimismo pasoliniano che verrà reso esplicito nella scena finale del film: Totò e Ninetto, affamati e ormai sfiniti dalle chiacchiere del Corvo intellettuale, decidono di spennare e arrostire l’animale.
Con il Corvo muore così la figura dell’intellettuale-guida, colui la cui patria è l’“Ideologia”, la cui capitale è la “Città del Futuro”, la cui via è dedicata a Carlo Marx; ovvero un intellettuale di sinistra, come ricorda una didascalia del film, “di prima della morte di Togliatti”. Ed è proprio ai funerali di Togliatti che assistono Totò, Ninetto e il Corvo, partecipando così inconsapevoli alla fine di un’era, di un’ideologia, quella marxista, la cui visione utopica si rivela nella sua veste più tragica. Il personaggio di Totò ne è la manifestazione inconscia, l’attore più adatto per rappresentare la causa pasoliniana, poiché insito in lui tutto il peso delle contraddizioni capitalistiche: il suo essere rappresentante di una classe sociale, il sottoproletariato napoletano, ma allo stesso tempo il suo non essere mai riuscito a svincolarsi dai cliché di una commedia fatta da borghesi per un pubblico principalmente borghese.Clicca qui per modificare.
Con il Corvo muore così la figura dell’intellettuale-guida, colui la cui patria è l’“Ideologia”, la cui capitale è la “Città del Futuro”, la cui via è dedicata a Carlo Marx; ovvero un intellettuale di sinistra, come ricorda una didascalia del film, “di prima della morte di Togliatti”. Ed è proprio ai funerali di Togliatti che assistono Totò, Ninetto e il Corvo, partecipando così inconsapevoli alla fine di un’era, di un’ideologia, quella marxista, la cui visione utopica si rivela nella sua veste più tragica. Il personaggio di Totò ne è la manifestazione inconscia, l’attore più adatto per rappresentare la causa pasoliniana, poiché insito in lui tutto il peso delle contraddizioni capitalistiche: il suo essere rappresentante di una classe sociale, il sottoproletariato napoletano, ma allo stesso tempo il suo non essere mai riuscito a svincolarsi dai cliché di una commedia fatta da borghesi per un pubblico principalmente borghese.Clicca qui per modificare.
Pasolini riesce a vedere oltre la sua maschera, e Totò gli dà fiducia, anche se non riesce a capire fino in fondo l’opera del regista. Dopo Uccellacci e Uccellini girerà con lui l’episodio di La terra vista dalla luna (in Le streghe) e Che cosa sono le nuvole? (in Capriccio all’italiana), la sua ultima apparizione al cinema.
Quel che Pasolini ci restituisce prima della sua scomparsa è un’immagine più umana del personaggio di Totò, con tutte le contraddizioni che questo comporta: un uomo che cerca di evangelizzare falchi e passerotti ma che fallisce, senza mai levarsi di dosso il suo saio di povero diavolo. In qualche modo ne diventa l’attore emblema, colui che si pone come filtro necessario tra il Ninetto accattone e il Corvo sofista, metacinematograficamente l’attore “livella”.
Anche se esprimendosi con un linguaggio del tutto diverso, non era poi così assurda l’idea di Pasolini se nel 1964, tre anni prima della sua morte, il principe Antonio de Curtis chiude la sua poesia più famosa con un’utopia, quella marxista, resa possibile da una visione, l’appianamento delle differenze sociali attraverso la morte:
«Perciò, stamme a ssentì… nun fa’ ‘o restivo,/ suppuorteme vicino – che te ‘nmporta?/ Sti pagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:/ nuje simmo serie… appartenimmo a morte!
Fabiana Lupo
Scrivono in PASSPARnous: k
Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Francesco Panizzo.
Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Francesco Panizzo.
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
Sezione
Revue Cinema diretta da Fabiana Lupo Sezione
Trickster diretta dalla redazione Sezione
Reportages diretta da Davide Faraon |
Sezione
Psychodream Review diretta da Enrico Pastore e Francesco Panizzo Sezione
Apparizioni diretta da Francesco Panizzo Sezione
Archivio diretta dalla redazione di PASSPARnous |
Sezione
Musikanten diretta da Roberto Zanata Sezione
Witz diretta da Sara Maddalena Sezione
Eventi diretta dalla redazione di PASSPARnous |
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Fai clic qui per effettuare modifiche.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati