Simone Masetto Maghe inizia a dipingere con una certa continuità, lui parla di consapevolezza nel comporre, all’età di 17 anni, quando si afferma utilizzando materiali vari su particolari supporti, veri e propri tessuti, su cui andare a operare, non tralasciando generi interessanti quali xilografie e serigrafie. Partiamo da questo elemento, la modalità di operare,in quanto il lavoro di produzione dell’autore risulta essere non privo di quella dose di artigianalità manuale, che identifica la forza e la sicurezza, non si ammettono errori di sorta quando a essere presenti come basi sono elementi materici, di un artista in continua tensione di ricerca e di studio. Simone Masetto Maghe nasce a Portogruaro, Venezia, nel 1981, e si forma presso l’Istituto d’Arte di Venezia, diplomandosi in Arti Tessili: in questo percorso vediamo apprendere da parte di Simone quelle conoscenze tecnico e teoriche tali da dargli le fondamenta di un’evoluzione, che già si percepisce essere presente in fieri nell’autore. Simone si trasferirà, poi, a Milano, conseguirà il diploma presso il Liceo Artistico di Brera per poter, infine, proseguire i propri studi nella stessa Accademia di Brera: in questo passaggio si verifica il completamento formativo di un artista impegnato a indagare il reale, soprattutto a narrare espressivamente e in modo astratto le complessità esistenziali umane, attraverso linguaggi e sintassi nuove e rinnovate, di certo informali e dal sapore fortemente sperimentale, che ci porta a declinare in cromie puntuali e ponderate, in linee e forme inattese quanto stupefacenti, in segni distintivi decisi e inequivocabili nella loro definizione quella narrazione artistico poetica in continua evoluzione, mobile quanto dinamica, viva quanto pulsante.
Diversi sono i progetti che Simone ha affrontato, rendendo anche fisicamente il proprio studio, un atelier di 47 metri quadrati a Milano, luogo tangibile di ricerca, laboratorio artistico in cui si esplica visibilmente quella sperimentazione di cui è intriso il suo lavoro, artigianale dicevamo per il modo di operare e, allo stesso tempo, pieno di vigore estetico di grande qualità e consapevolezza compositiva: uno dei suoi progetti collettivi, che hanno visto altri autori coinvolti, è, appunto, Scoprire la Memoria, una rappresentazione disposta in occasione di Studi aperti, presso lo studio dell’autore, studio che è diventato “habitat ideale” in cui preservare e collezionare racconti e informazioni, operative e teoriche, estetiche e compositive, di diversi autori, in un cofanetto, in una scatola che poteva fungere da libro aperto, in cui il pubblico poteva toccare con mano le diverse impressioni che hanno coinvolto i diversi autori, 11 presenti tra cui lo stesso Simone, attraverso linguaggi espressivi differenti e vari, tali da donare allo spazio fisico, lo studio di Simone, un valore di raccoglitore di notizie e di impulsi interiori, che hanno caratterizzato i passaggi artistici di ciascun autore. Simone ama sperimentare, ricercare a tal punto da sconfinare nell’utilizzo dei materiali su cui andare a operare, materiali che richiedono, per essere trattati, una certa destrezza manuale, lato, questo, che non manca nell’artista: vediamo procedere l’artista attraverso un’altra opera installazione dal sapore materico forte e convinto, “10 A”. La serie vede presenti e disposte in modo seriale delle assi da stiro, quelle usate quotidianamente e di utilizzo casalingo, oggetti a noi più che noti e popolari, lato, questo, neo pop artistico e quasi dadaista, che consiste nel saper ridare all’oggetto stesso senso, significante e significato, compositivo ed estetico, rinnovato. Le assi diventano tavolozze su cui andare ad adagiare le espressioni interiori, poetiche e di ricerca, dell’artista, operando su un oggetto, non più fruibile e che ha terminato un ciclo di vita per essere, così, reimpiegato per un altro obiettivo, una finalità che vede la comunicazione di messaggi, di simboli e di concetti: l’autore ha ripreso le 10 assi da stiro e con tonalità varie, con pennellate sicure e decise, con figure appartenenti a visioni oniriche e astratte, con forme che a volte danno un’impressione di esser elementi di una composizione grafica, quasi fumettistica o appartenente a un livello evoluto di certa street art, ha voluto rappresentare in modo seriale, ma non ripetitivo nel contenuto, i quattro elementi naturali, evocandoli, suggerendoli in modo suggestivo e in modo utile a dare un senso di equilibrio e di armonia interiore: quell’equilibrio a cui tutti tendiamo, noi che veniamo dal caos, noi che siamo soggetti complessi, contraddittori, in continua tensione e in continuo movimento, incerti e inconsapevoli, devastati da lacerazioni interne e da dubbi enigmatici universali. L’evoluzione e la ricerca in una sperimentazione sempre protesa a nuove frontiere compositive, diventano espressioni estetiche caratterizzate da un’essenza poetica mai affrontata, mai visitata e intrapresa nel momento in cui lo studio e l’istinto, elementi che si appaiono e si uniscono in modo compenetrante nell’autore nella propria fase creatrice: quella fase rivelatrice dell’immagine sognata e ideata, immagine che, poi, viene, in questa serie, tradotta in alfabeto visivo tangibile e visibile, espressionismo e naturalismo in tutta la propria portata. Arriviamo, cosi, a un punto, non di arrivo, sia mai, sarebbe la cessazione di ogni impeto dinamico artistico ma di forte ricerca e tale da rendere testimonianza dell’artigianalità manuale del lavoro svolto da Simone: “tessuto nobile”, come definirà il critico di arte, Nuccio Rotolo, curatore in una bipersonale, In nero, presso Zoia Gallery di Milano, in cui l’artista partecipa, è il supporto, il velluto rigorosamente nero, su cui l’autore nella propria ultima produzione è andato a procedere e su cui l’artista è andato a delineare immagini e forme, nitide nel senso della perfezione grafica, oniriche nel senso dell’ipotesi estetica suggerita di contemplazione, sono quasi tutti trittici o polittici, attraverso la decolorazione del tessuto, sintesi tra pittura, trattamento del materiale e, infine, evoluzione compositiva del concetto che l’artista ha voluto, cosi, esprimere. Il buio da una parte, percepibile se ci si sofferma a un’analisi superficiale, può apparire chiaramente oscuro, negazione totale della della luce, delle cromie, dei colori e delle luminosità: il buio, però, anticipa delle immagini, delle apparizioni, delle suggestioni, come se lo spettatore fosse, inevitabilmente, calato in un sogno, in un’atmosfera irreale e visionaria, in cui il nero va ad attenuarsi e aprirsi come breccia verso unità cosmiche, rappresentazioni e prospettive che si sottraggono all’oscurità. Si definiscono, così, quasi disegnate in modo delicato e dai contorni sfumati, fogure che sembrano appartenere a un universo celestiale, sovraterreno e lunare. Si uniscono, così, visioni grafiche e raffigurazioni inattese, ulteriori alla dimensione reale, interiori nei riferimenti proposti dall’artista, intrisi di un significante che esprime e sa esprimere, tale da interrogarci sul rapporto tra l’Io e l’Universo, tra il noto e l’ignoto, fonte di forte attrazione per la mente umana; tra il finito e l’eterno, tra l’individuo, infinitamente piccolo, e le galassie, quell’infinitamente grande, non pensabile, seppure origine di supposizioni immaginifiche pure e di grande impatto. La rappresentazione siderale, immensa quanto intensa, accenni di esplosioni cosmiche, di stelle rinnovate, di soli nascenti e in espansione, si incentra su una dinamica tale da coinvolgerci come puro vortice in un oscuro che piano piano si apre e ci addentra a un’anticipazione di un concetto interiore e ricco di lucentezza e di illuminazione. Linguaggi appartenenti a universi altri si svelano e si rivelano attraverso unità cromatiche nere che, gradualmente, vanno a decolorarsi, a svanire, aprendoci spiragli surreali e unici a indurci a interrogarci sulla condizione esistenziale umana in una dimensione, altra, ulteriore e cosmica: riprenderei a proposito in modo esemplificativo la citazione, ripresa anche da Rotolo, dantesca, “e uscimmo a rivedere le stelle”, proprio per rendere quella sensazione di dubbi e di incertezze avvertite ma, allo stesso tempo, alimenti di prospettive a noi nascoste sulle quali ci affidiamo e confidiamo, riuscendo, tramite la viva rappresentazione, a viver una lettura profonda del nostro animo. Simone Masetto Maghe è esposto, come già accennato, fino all’8 dicembre in una bipersonale, In nero, presso la Zoia Gallery di Milano, Via Fratelli Zoia 130, curata da Nuccio Rotolo e da Erika Lacava. Alessandro Rizzo
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo L’art brut diventa arte grezza e
flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
Sezione
Revue Cinema diretta da Daniel Montigiani Sezione
Trickster diretta da Alessandro Rizzo Sezione
Reportages diretta da Davide Faraon |
Sezione
Psychodream Review diretta da Enrico Pastore e Francesco Panizzo Sezione
Apparizioni diretta da Francesco Panizzo Sezione
Archivio diretta dalla redazione di PASSPARnous |
Sezione
Musikanten diretta da Roberto Zanata Sezione
Witz diretta da Sara Maddalena Sezione
Eventi diretta dalla redazione di PASSPARnous |
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati