Eleganza ed estetica, metafore e simboli
alla Stardust mostra personale di Geovana Clea presso Visionnaire Design Gallery di Milano Articolo di Alessandro Rizzo |
Il percorso artistico di un autore non può prescindere dal contesto, contemporaneo ma dal sapore antico, in cui lo stesso vive: contesto storico, contesto civile di certo, sociale ma, soprattutto, umano. Ci sono delle esigenze che potrei delineare come emergenze primarie che si impongono in ogni epoca e che invitano artisti, dalla sensibilità accentuata, a diventarne cantori attraverso un messaggio, silenzioso quanto penetrante, espresso attraverso vibrazioni di visioni: Geovana Clea non può sottrarsi dal contesto in cui opera, dall’epoca in cui si inserisce, dalle urgenze che si profilano nel proprio presente, narrandole con passione, con dedizione, con amore e con spirito di massima dedizione. Un detto diceva che il politico era il tutto della propria vita, invadendola anche nella cosiddetta sfera privata: in Geovana l’arte è il tutto ed è la sua esistenza, tanto da farne alfabeto spontaneo e universale di un esperanto di cromie, lucenti e luminose, tali da descrivere fasci incisivi che penetrano l’animo dello spettatore. Geovana propone un’ipotesi di lavoro all’osservatore delle sue tele, prendendolo per mano e accompagnando il suo sguardo a dialogare con ciò che lo stesso dovrebbe rappresentare: lo spirito interiore, fatto di segni, di simboli, di segnali che si profilano e che sorgono alla superficie, tanto da condizionarci nell’interpretarli, nel saperli tradurre, nel saperli riconoscere. Geovana nelle sue tele pone questi elementi interiori come linguaggi evocativi di concetti, siamo in un astrattismo allo stato puro, trasparente, pulito, come pulito, fermo, saldo e certo risultano essere le pennellate che l’autrice dà, imprimendole sulla tela, quasi concendendo spazi, delineati da linee e forme e tali da aprirci scenari di paesaggi e di prospettive non affrontate, non conosciute, non attese e, nonostante questo, comunicanti in noi la vivezza di una ricerca intima. Geovana narra figure, quasi ancestrali, patrimonio di una propria memoria, visiva e interiore, proponendoci evocazioni della terra, la sua terra, il Brasile, un inno a quest’ultima come madre, tramite elementi, che lei stessa va a trattare sulle tele, che la compongono in una spirale che ci riporta l’entusiasmo di essere parte di un universo, espresso in composizioni che vanno oltre alla dimensione dell’opera, infinite quanto universali. Geovana non è semplicemente pittrice, ma conosce gli elementi naturali, le materie, tanto da saperle sapientemente trattare, sia da un punto di vista biofisico, sia da un punto di vista estetico compositivo. Geovana vede un lavoro fisico, oltre che fondato sull’ispirazione e sull’avvertimento di quelle sensazioni e di quelle emozioni che impetuosamente emergono e che devono trovare un canale di espressionismo sicuro e convincente, che solo l’artista riesce a dare con determinazione e amore: la produzione delle sue tele sono trattamenti continui di materie, studi, la ricerca nell’arte dell’autrice non è mai mancata, né mai verrà meno nel suo essere sperimentazione, e tali da saperne interpretare la valenza visionaria ed estetica, modellandolo nella loro naturalezza: nasce un materico composito, complesso quanto semplice e diretto nel suo essere mezzo di comunicazione vivo e pulsante. Vediamo utilizzare le pietre, vediamo apparire cristalli, vediamo giocare con la luminosità e l’intensità di un sostrato che rende quasi trasparente e, allo stesso tempo, custodisce come una teca vitrea le figure rappresentate, la resina. Le cromie, lucenti e vivaci, sono vibrazioni dell’anima e si arricchiscono di spessore e volumetrie tangibili, addentrandoci nel cono ottico di contemplazione della tela: la tela soffre di un limite perimetrale, tanto da donare alla visione complessiva un carattere di universalità e di infinito. Il suo astrattismo concettuale ci porta, cosi, ad assaporare con vigore ed emozione nuove prospettive e nuovi panorami: scenari che richiamano con la forza della trasparenza che solo la resina può donare, visioni interiori uniche e ricche di sentimento. Geovana è un’artista visionaria, nel senso che garantisce con la propria espressività la esemplificazione di un sentimento che proviene dal profondo, da un amore e da un sentimento, incontaminato e genuino, verso l’arte. Gli elementi, la ricerca non si esaurisce mai nel percorso di Geovana, sapiente nel trattare le cromie e nel saperle unire in un’armonia naturale e spontanea, da una parte, estetica e consapevole, dall’altra, si sottopongono a una loro necessaria selezione funzionale ad arricchire di significanti che possano esprimere il concetto genuino di terra come madre, in una spirale che ci riporta l’entusiasmo di essere parte di un universo, esplicando l’universo stesso in composizioni che vanno oltre alla dimensione dell’opera, infinite quanto universali. Nuovi elementi, la brillantezza di celeberrime pietre e cristalli di una grande marca, si aggiungeranno in tele dall’equilibrio visivo e concettuale armonico, dinamica senza precedenti e inno alla vitalità e al sentimento profondo dello spirito, in una personale, Stardust, presso Visionaire, in collaborazione con Swarovski, appunto, Gobetto ed Emotions of the World, dal 23 ottobre al 21 dicembre, a Milano: in questa serie noteremo l’utilizzo di nuove materie, dal valore e dalla portata qualitativa rilevante, tanto da donare alle rappresentazioni astratte una componente e una dose metafisica, di cosmica visione di luoghi stellati, galassie che esprimono come metafora la nostra interiorità. Geovana ha un percorso che la rende, oggi, artista contemporanea a pieno titolo: trasferendosi a Firenze e in Italia ha potuto apprezzare il concetto di bellezza espressa tramite l’arte visiva, tanto da renderla autonoma artefice di un proprio percorso autorale, irripetibile quanto riconoscibile. Geovana espone in Francia, la vediamo vincitrice del Premio Carrousel du Louvre 2014, Salone di Belle Arti di Parigi, a Basilea, a Los Angeles, alla Biennale di Venezia 2008: i colori e la lucentezza in ritagli chiaroscurali, che si fanno materia e volume, sono i linguaggi di una poetica propria, le cromie e le loro vibrazioni sono iscritte nel gene dell’artista, lei che viene dal Brasile, terra di gioia e di allegria e di pulsanti e vivide immagini. Dall’8 ottobre le opere di Geovana fanno il loro primo ingresso a Maceio, Brasile, sua città di origine, presso la galleria Gamma, in una collettiva tutta al femminile, Cinco: ancora la memoria della sua terra diventa da patrimonio personale un messaggio collettivo nel duplice significato di terra come madre originante e generante e di terra come parte integrante della propria esistenza, della propria origine, del proprio sentimento.
Alessandro Rizzo
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