Si può trovare una sintesi autonoma, magari anche consapevole, siamo nella fase posteriore al post moderno, di citazioni di una lunga letteratura antologica artistica all’interno di una produzione, tale per cui si possano considerare stili e poetiche nuovi e mai affrontati, possiamo dire “inventati” nel senso letterale del termine, da nessun autore precedente. Valentinaki vede un percorso fatto di conoscenza, di curiosità e di consapevolezza estetica che l’ha portata a sperimentare tensioni di ricerca sempre rinnovata e originante ibridi stilistici, sinergie concettuali e liriche, polivalenti contenuti interpretativi che la collocano, seppure possa risultare castrante questa parola a livello artistico, tra un espressionismo astratto e concettuale e, dall’altra parte, un materico vivo e accentuato. Le prospettive di lettura secondo cui possiamo affrontare la produzione, copiosa e coerente, sicura e decisa, di Valentinaki si suddividono in due piani: una puramente materica, utilizzo di elementi e di materiali naturali, mai affrontati da altri autori, mai uniti e riuniti in una tela, rendendo quest’ultima invasa da una plasticità volumetrica; la seconda, invece, puramente estetica, espressione di un’affermazione e non di una semplice narrazione passiva, un flusso fluido di immagini e di idee, di contenuti e di messaggi che si calibrano sull’essenzialità, minimale e profonda, semplice e stilizzata, dei colori e delle ondulazioni cromatiche presenti.
L’opera di Vakentinaki vive di un dramma e dell’immancabile esigenza di comunicare e di esprimere, qui parliamo di espressionismo nel senso concettuale, culturale e sostanziale del termine, la natura nella propria evoluzione: in questo contesto ripercorriamo il significante di flusso visivo e immaginifico che meglio suggerisce attraverso le sensazioni l’attuale situazione in cui imperversa nei nostri mari, quel patrimonio ambientale che la terra ci ha disposto e che noi, esseri umani, andiamo a distruggere, privi di rispetto verso ciò che ci origina e ci alimenta. La materia, che esprime quasi una funzione di celebrazione sacra di un concetto, qui il petrolio, assume una lucentezza particolare con la scelta di cromie e tinte che vanno a dare trasparenza all’immagine nella sua interezza e che assolvono a quella base di un espressionismo astratto, postmoderno e di avanguardia, tale da concedere all’opera stessa tutta la facoltà e la potestà di incidere e di invadere il campo visivo, superficiale, e interiore, l’animo e la coscienza, dello spettatore, invitandolo a porsi domande. L’astrattismo in Valentinaki viene alimentato dal materico che nella propria plasticità ci porta alla concretezza vivida della visione, al forte rimando a un reale esistente, ma che, allo stesso tempo, nella propria complessità ci dona e fa omaggio di un significato poetico interiore senza pari. Le prospettive esistono, anche se la dimensione spaziale della tela non assuma una tridimensionalità nel significato storico formale: esistono nei giochi di interstizi cromatici, che aprono fenditure e linee, spesso create dalla naturale combinazione che l’autrice lascia esprimere dalle stesse materie utilizzate, dinamiche prospettiche inattese e affascinanti. In questo si approva una certa tendenza di Valentinaki di rendere la produzione della propria opera istintuale, seppure esista un’idea e un concetto poetico che la sorregge evidentemente e con forza: apprezziamo, cosi, nell’autrice la capacità di parlare attraverso gli elementi e di conoscerne effetti e conseguenze di frammistioni contaminanti e operanti tra essi. Valentinaki offre visioni che si alimentano di piani prospettici e di profondità che solo la lucentezza limpida dei colori e la matericità ci possono offrire: ibridazioni di alfabeti visivi si stagliano su un astratto che si nutre di un materico inequivocabile e che apportano linguaggi di una narrazione della natura, del mondo e della necessità, esatta quanto improcrastinabile, di salvare il pianeta. La contemplazione che gli effetti cromatici ci inducono ad apprezzare ci inoltra in un caleidoscopio di stili e di tecniche, in una scenografia di colori e di luci, di ombre e di trasparenti vibrazioni, tanto da intravvedere quell’esplicita sensazione di un riscatto rappresentata da una conchiglia che nella serie “Black Sand” si presenta nella sua interezza, rompendo l’oscura e intrigante uniformità di una tela invasa e pervasa da prospettive fatte di cromie, e diventando essa stessa apice di un significante ancora più forte: quel raggio luminoso e chiaro diventa lettura di una speranza per un cambiamento complessivo delle sorti del pianeta. Valentinaki ha esposto alla Galleria RossoTiziano di Piacenza, alla Hermandez Art Gallery, sotto la cura di Emotions of the World e, infine, alla Emotions of the World gallery pop up a Lodi. Alessandro Rizzo
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo L’art brut diventa arte grezza e
flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
Sezione
Revue Cinema diretta da Daniel Montigiani Sezione
Trickster diretta da Alessandro Rizzo Sezione
Reportages diretta da Davide Faraon |
Sezione
Psychodream Review diretta da Enrico Pastore e Francesco Panizzo Sezione
Apparizioni diretta da Francesco Panizzo Sezione
Archivio diretta dalla redazione di PASSPARnous |
Sezione
Musikanten diretta da Roberto Zanata Sezione
Witz diretta da Sara Maddalena Sezione
Eventi diretta dalla redazione di PASSPARnous |
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati