Il ritrattismo nell’arte è qualcosa di ormai scontato, quanto affer-mato, quanto inflazionato spesso: una corrente culturale ormai percorsa e ripercorsa e di maniera, oseremo dire. Difficile, quindi, diventa per chi si imbatte in una produzione volta maggiormente alla ritrattistica non apparire banali quanto scontati. Giuliana Giuliani si può dire non essere caduta in questo pericolo ed è riuscita ad assolvere a passaggi sempre migliori e migliorativi rendendo le sue opere caratterizzate da una certa e riscontrabile, riconoscibile, autorialità. Ci inoltriamo, così, in una serie dedicata a personaggi illustri: da Marylin Monroe alla Regina Elisabetta, passando per Bett Davis, Grace Kelly, Steve McQueen, il sensuale e irresistibile James Dean, che si affacciano in modo trasparente, vivo e incisivo allo spettatore, rapendolo, quasi, in un magnetismo che solo lo sguardo, l’occhio, quello del soggetto ripreso che sembra voler ammaliare, catturare e rapirci, può determinare. La profondità dell’essere e lo studio dell’interiorità psicologica diventano i meccanismi che si esplicano in fenomeni puramente estetici, una narrazione intima estetica, tale da aprire significanti riconducenti alle pieghe dell’anima di ciascuno di noi, che osserverà le opere di Giuliana.
L’autrice ama l’eleganza, si vede, in una ricerca del bello continua e mai appagata: un fascino percorre le nostre visioni donandoci l’immensità e l’intensità di un’espressione, portandoci in un iperrealismo dello sguardo e del volto, i soggetti vengono ripresi nella loro espressività facciale, quasi mimica, in un’arte che non lascia passare e non sorvola sui particolari anatomici e descrittivi di un’interiorità che, apparen-temente, da una visione superficiale, potrebbero sembrare imperscru-tabili ma che, invece, attraverso una maggiore riflessione su di essi ci portano a scoprire le recondite vibrazioni interne che si esplicano e che parlano, comunicano, si rivolgono alle parti interiori di ciascuno di noi. Possiamo, cosi, ritrovarci, effetto difficile da indurre per chi pratica il ritrattismo come genere artistico, e ritrovare qualcosa di noi, della nostra personalità, del nostro vissuto, della nostra esistenza, carattere, in un ritratto di una regina, Elisabetta II; o di una grande cantante e donna quale è stata Marylin Monroe; o, ancora, di un gruppo di sguardi e volti come nell’opera dedicata agli intramontabili Beatles. La sontuosità quanto la leggerezza del tratto, elementi e caratteristiche, queste, che sempre si ritrovano nella produzione di Giuliana, che rivediamo e viviamo, apprezziamo, approfondiamo nell’opera dedicata alla grande Marlene Dietrich, confermano la qualità e l’alta attenzione che l’autrice dedica alla produzione delle sue opere. L’acrilico non può essere scelta tecnica casuale nella produzione di Giuliana: non lo può essere dal momento in cui la perscrutabilità di un ritratto e la sua capacità di diventare interiore, quindi iperrealisticamente espressivo, quando intendiamo con questo binomio una certa qualità del dettaglio e una propensione alla lettura intima e spirituale, caratteriale e psicologica, del soggetto impresso, diventa quasi plasticità tangibile di un volto, un rilievo che rimane appartenente alla tela, totalizzando l’opera stessa, ponendosi centrale nel quadro. Giuliana non usa una vasta gamma di colori e di tinte cromatiche: le sfumature si arricchiscono della morbidezza che solo la tenuità di tonalità argentate, alternate da tratti di un bianco intenso e di grigi soffusi, garantisce attribuendo una certa lucentezza all’opera, alla visione del volto, alla capacità attribuita alla tela dall’autrice di divenire materica nel momento in cui gli orpelli e gli ornamenti gioiellistici sembrano quasi staccarsi, evidenziarsi, sbalzare da quel sostrato figurativo che accoglie il soggetto in un’armonia integrale e in un equilibrio piacevole e intrigante delle forme e delle linee. Giuliana nasce come fashion designer, apprezza, come dicevamo, la ricerca sempre mai soddisfatta del bello: quella bellezza che non vuole essere autocelebrativa, ma che vuole donare messaggi interni, diventando essa stessa, come visione di visioni, un significante ricco di significati, alfabeti tutti visivi ed estetici che irradiano le nostre visioni, i punti di vista, inizialmente distaccati, successivamente attenti, che offriamo alla contemplazione dell’opera stessa. I ritratti di Giuliana Giuliani sono stati esposti nella collettiva “Derive, espressione dell’Es” presso la galleria Plaumann di Milano. Alessandro Rizzo
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flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
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