INTERSTELLAR Un film di Cristopher Nolan Articolo di Daniel Montigiani
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In un futuro non ben precisato, l’agricoltura è stata pesantemente colpita da un drastico cambiamento climatico. Alcuni scienziati, insieme a Cooper (Matthew McConaughey), ex-pilota della Nasa ora agricoltore, vanno alla ricerca di nuove dimensioni in cui sia possibile coltivare il granturco, l’unico tipo di pianta ormai in grado di crescere in seguito a tale drammatico mutamento.
Per immergersi in questa esplorazione, però, il gruppo di esperti deve sfruttare un “wormhole” affinché sia possibile superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e “ingannare” le enormi distanze. E così, Cooper sarà costretto a lasciare per un lungo periodo la sua amata famiglia con la quale vive in una fattoria tra i campi di granturco. È un film “pieno”, ricco Interstellar, in cui l’ambizione si fa largo senza tante concessioni. C’è il desiderio di mescolare il forte senso dell’avventura e dell’azione - i preparativi che precedono l’inizio del viaggio interstellare, l’esplorazione delle nuove dimensioni con gli immancabili ostacoli – con uno sguardo “filosofico” e colto sulle cose (declamazioni di versi di Dylan Thomas, riflessioni magniloquenti sulla vita, l’amore, l’astrofisica, la fisica quantistica). Non sono poche, infatti, le citazioni di capolavori di fantascienza innovativa, sperimentale, psicologica come 2001 Odissea nello spazio e Solaris, in cui l’avventuroso rischio del “giro” dello spazio o di pianeti non impedisce all’uomo di dar vita a considerazioni sull’umanità, sulla mente e sull’esistenza. Inoltre, attraverso i campi lunghi e totali del mezzo di esplorazione del gruppo di scienziati che viaggia come un puntino perso nello spazio, viene messa in evidenza l’incredibile meraviglia dell’universo che non sarà mai del tutto conoscibile, l’idea della sua bellezza infinita, struggente ma anche minacciosa, annichilente, fagocitante. Tutto materiale potenzialmente di grande interesse, questo, se soltanto Nolan dimostrasse di avere un’impronta realmente personale, se molte delle scene e sequenze non presentassero il marchio deprimente del blockbuster (e del dramma) più annacquato e più infantilmente enfatico. La macchina da presa vuole appropriarsi del naturale fascino estenuante dello spazio, che inquieta ma ipnotizza con la sua sterminata presenza, restituendolo però con immagini stereotipate e senza sostanza. Per non parlare, poi, della “pornografia dei sentimenti” che si fa strada sin dall’inizio: la banalità quasi offensiva della scena “straziante” in cui la piccola figlia, piangendo, esce improvvisamente di casa correndo dietro al padre che sta sfrecciando con la sua macchina pronto a partire per la missione interstellare; il volto in lacrime in primo piano del protagonista che, nello spazio, si commuove sorridendo davanti alla visione dei video spediti dai membri della famiglia e dintorni che, dalla terra, gli raccontano le novità. Nolan, evidentemente, non è Douglas Sirk, e, nel tratteggiare la delicatezza e la difficoltà dell’amore di un rapporto fra padre e figli, scade nella stucchevolezza più irritante e hollywoodiana. Quello che rimane del tanto discusso Interstellar è, per citare Moravia, “un’ambizione sbagliata”, l’idea di uno sterminato giocattolo pesante e mal riuscito, di una grandiosità assolutamente inefficace e maldestra. Daniel Montigiani
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Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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