Ci si può domandare come il classico figurativo possa essere compenetrabile con il moderno, il post moderno: può essere un sodalizio inaccessibile, impenetrabile, immancabilmente incompatibile? Se si vuole rendere tale tesi infondata occorre semplicemente procedere nel contemplare la produzione di un artista che nasce nell’estremo Oriente, a Bejing, in Cina, per, poi, giungere nell’estremo Occidente, stabilendosi definitivamente a New York, dove tutt’ora opera: stiamo parlando di Julian Hsiung. L’autore nasce e si forma nel figurativo, in quel campo che può essere liquidabile con una certa dose di convenzionalità come formale: nell’artista notiamo, pur nel formalismo, una certa dose di informalità, di totale indipendenza e autonomia da regole prefissate a livello accademico.
Notiamo, scorrendo la produzione di Hsiung, una predilezione, quasi una sua specificazione, al ritrattismo in tutte le sue forme: soggetti giovanili, Hsiung ama la bellezza e la freschezza, la genuinità espressiva facciale, la spontaneità dell’individuo nella sua solitaria apparenza, manifestazione e comunicazione visiva, si alternano con una certa continuità soggetti maschili e femminili, per racchiudere un quadro complessivo e completo di un figurativismo concreto, vivo, reale, possiamo dire iperreale, soprattutto nell’attenzione che l’autore porta verso il particolare, il minimo lato espressivo, il dettaglio più peculiare, sia esso facciale, sia esso fisico. Ogni soggetto è irripetibile nella sua conformazione, estetica e sostanziale. Sembrerebbe banale dirlo, ma è una caratteristica, questa, che rende l’autore e la sua produzione artistica dense di originalità e di capacità introspettiva: quella capacità che lo stesso artista detiene nel dipingere o nel ritrarre, Hsiung utilizza anche la matita, il soggetto stesso. Possiamo dire che l’opera di Hsiung è una pittura quasi fotografica: un realismo tale si addensa e si concentra, con una raffinatezza nel trattare i contorni anatomici, base, questa, forte e rafforzata di un certo scientismo che rende credibile il ritratto, nel figurativismo dell’autore, tanto da concederci nella sua visione qualcosa che oltrepassa il puro accoglimento del dato di fatto. I soggetti ritratti dal tradizionalismo moderno di Hsiung ci apportano e di conducono in sensazioni che non possono discostarsi da un certo compiacimento contemplativo estetico e che fa leva, in modo forte e consistente, sulla sensualità espressiva dell’individuo ripreso. Si dice che la naturalezza e la semplicità di un’espressione portano una certa dote con se di sensualità e di carica erotica, di bellezza quasi mistica della persona ritratta, pur partendo da un dato concreto e fortemente possibile perché reale: è una certa estasi che può derivare dall’osservare il viso di un ragazzo che alza il proprio volto con la bocca semiaperta, quasi in attesa di esprimere una propria sensazione di liberazione e di gioia; oppure dal contemplare un ragazzo che scruta con attenzione il proprio interlocutore o il contesto in cui è inserito; oppure, ancora, vedere quel soggetto che volge il proprio sguardo al futuro, quasi all’infinito. Simpatica quanto stravagante, nel senso di frutto e conseguenza di una certa sperimentalità e di uno studio che vive dietro la produzione artistica, risulta essere il contorno quasi barocco, ricco di orpelli, in questo caso floreale, dell’opera in cui si evidenzia un ragazzo, accompagnato da fiori presenti sul proprio torso e che si affaccia nel quadro di profilo, mentre sullo sfondo spicca l’immensità marina. Tutto questo porta a elevare Hsiung a essere designato come ritrattista completo e sapiente: sapiente anche nel garantire l’utilizzo accurato,da buon realista figurativo credibile, delle tinte cromatiche, di quelle pennellate decise che rendono le espressioni vive e quasi toccabili, perché pulsanti. I ritratti di Hsiung sono atemporali perché è il bello a essere reso, attraverso quella gioventù che diventa immortale, infinito, universale, illimitato e illimitante: questo viene reso attraverso una centralità quasi assoluta del viso o del fisico, ripreso non nella sua interezza, ma nella parte superiore del corpo nella sua ambiguità, nel suo non essere definito e definibile, caratteristica che rende moderna e, allo stesso tempo, squisitamente lirica e poetica la produzione dello stesso autore. Hsiung dice di volere collegare, quasi come ponte artistico visivo, il pubblico contemporaneo, nelle sue esigenze, con il figurativismo classico, canonico e tradizionale: la tesi risulta essere confermata senza voler relegare l’autore al convenzionale artista che ama compiacersi una fetta di consenso dello spettatore, ma elevando questo intento a superlativo di una certa capacità del pittore di dare all’opera una propria connotazione originale, individuale, in cui il punto di vista dell’autore, sia nella tecnica usata, sia nell’estetica garantita, sia nel contenuto delineato, si evidenzia come parte portante di un percorso artistico compositivo che ci conduce ad apprezzare il soggetto raffigurato come reale e, allo stesso tempo, carnale. Alessandro Rizzo
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
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