Dalla fotografia all’arte pittorica: questo è il nuovo percorso di Matteo Chincarini, giovane artista autoformatosi, da sempre attento attraverso la sua produzione, accostandosi con particolare attenzione al particolare dettaglio che il reale può offrire alle nostre visioni. Quella dell’autore non è uno sguardo e una visone assenti, distratti, affrettati; ma, bensì, molto precisi, fortemente incisivi, puntuali, un punto di osservazione che vede e che analizza, rendendo ogni minimo particolare elemento di un contesto universale, composito ambiente in cui ogni oggetto diventa funzionale all’altro, in un’armonia che crea scenari e panorami inattesi e inaspettati, surreali, quasi, mai esplorati. Nella fotografia Matteo gioca con le forme, innescandole e intersecandole, tanto da determinare nuove creazioni che ci portano in universi inesplorati: nella serie fotografica Matteo partiva dalla città e con la città, attraverso la città e alle sue strutture urbane, disegnava con l’obiettivo fotografico nuove geometrie, tutte in un concetto e in un filtro di natura estetica molto dinamico, quasi cinematografico, attento al movimento come se ogni scatto fosse fotogramma di una narrazione intera, cinematografica. Questo lato è per certi versi ancora riscontrabile e percettibile nella sua serie pittorica, eclettica, commistione di stili e di culture visive che si fondono in nuove poetiche compositive artistiche.
Matteo sperimenta, si basa di una continua ricerca concettuale quanto artistica, essendo la sua un’autoformazione, e non si accontenta mai della tecnica e dei risultati raggiunti attraverso la sua produzione: l’autore cerca di andare oltre al risultato raggiunto, rielaborandolo o, semplicemente, rimodellandolo a nuove esigenze comunicative ed espressive. Lo stile non è rintracciabile nel solco e nella linea segnati dalla letteratura artistica corrente: Matteo ha saputo descrivere e proporre un’arte che si alimenta di canoni, tecnici e ideali, nonché concettuali, tali da dare originalità a quanto prodotto e delineato attraverso l’utilizzo del pennello. In diverse opere vediamo una sintesi descrittiva talmente elevata che riesce a delineare innovativi scenari e rappresentazioni che uniscono diverse tendenze culturali, dal figurativismo al paesaggismo, dalla composizione di forme, quasi definendo un mosaico astratto, quindi concettuale, simbolista. Nell’opera di Matteo si evidenziano percorsi vari e differenziati che si intrecciano e che fondano nuove prospettive estetiche e compositive tali da donarci espressioni visionarie che si maturano, si intersecano, si alimentano dell’oggettistica mondo reale; in alcuni casi solamente dell’astrattismo che diventa in se significante di un significato poetico e lirico. Possiamo parlare di un surrealismo che si basa su un iperrealismo, una cura del dettaglio in una cornice estetica e compositiva armonica e universale. Il concettualismo che si detrae parte da un approccio semplice, lineare e diretto dell’autore con il mondo che lo circonda, rielaborandolo e riproponendolo sotto un’ottica altra: si raggiunge, così, una composizione che ama la dinamicità e ne fa parte strutturante e strutturata di un percorso narrativo, celebrato dal sapiente accostamento dei colori, delle unità cromatiche, delle linee, degli spazi che si intrecciano e che si incontrano, formando nuove geometrie visive e significanti di grande portata, tali da apportarci messaggi che ci suggeriscono emozioni e sensazioni, vive e uniche. Alessandro Rizzo
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Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
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