Ci sono opposti che inquietano e che producono sensazioni contrapposte, tali da rendere divergenti pulsioni emotive, desta-bilizzando e destrutturando la mente osservatrice. Il contrasto spesso genera un anelito, un desiderio, una volontà e un’esigenza di sintesi e di comunione di confronti aperti e possibili. Questo avviene quando si legge un testo, poetico, prosaico, quando si ascolta una composizione musicale, quando si osservano punti di vista e ottiche di osservazioni differenti e antitetiche: la reductio ad unum significa trovare le corrispondenze di un’intera osservazione di dimensioni multipolari e poliedriche. L’arte visiva può garantire il raggiungimento di questo percorso cerebrale quanto emotivo che si nutre delle nostre esistenze e dei nostri vissuti esperienziali quotidiani: in Valerio Ferretti queste sensazioni, che ci suggeriscono quegli spazi interstiziali intercorrenti tra punti e situazioni apparentemente antitetici, si producono e si riproducono nel loro impatto estetico e sostanziale contenutistico, giocando molto sulle vibrazioni cromatiche, sulle non definizioni dei contorni, tale da concedere alla tela una raffigurazione spaziale quasi osmotica e compenetrante nelle differenti spazialità corporee.
Ci addentriamo, così, in quell’espressionismo, quasi astratto, concettuale e metaforico che si specifica nel Manifesto della Multidimensione, quella dimensione, appunto, non conosciuta e non percepita da un approccio non attento, e non consapevole, dell’osservatore. Il pensiero, questa è la conseguenza che si genera nel contemplare l’opera di Valerio, si produce nelle contraddizioni spaziali che si generano nelle grandi aree cromatiche, che si traducono all’interno della tela. Ha un senso quasi onirico il prodotto visivo nella sua totalità: un tripudio quasi materico, la tinta assume quasi una certa corporeità, lui afferma che tante volte dipinge attraverso l’uso del corpo, una danza che propone un’intensità di immagini e di linee, traiettorie infinite, non soffrendo quelle canoniche limitazioni, fisiche, della tela nella sua portata, conducendo, cosi, lo spettatore in viaggi metaempirici e visionari unici e astratti, intimi e interiori. Valerio non si accontenta di classificazioni o di generi circoscritti: ama molto spaziare, nella sua tensione continua verso una ricerca completa quanto vorticosa, dal figurativo al ritrattismo, dall’astratto al concettuale, tanto da dare in questi ultimi generi affrontati con una certa consapevolezza la concezione di immateriali e immanenti presenze, invisibili a un occhio superficiale e disattento. Sono queste presenze metatestuali che non vogliono e non soffrirebbero quei limiti compositivi, fisici e concreti, di una tela soffocata da una circoscrivibilità perimetrale imposta, librandosi, invece, nell’aria contigua. Il dialogo è il fine del messaggio che ci suggerisce la produzione artistica di Valerio, una visione spirituale quasi immanente di una fibrillazione dell’animo che si nutre di quelle variazioni cromatiche, che fanno della tela un campo universale di esplosione vitale, in cui l’oggetto non è mai quello che si definisce nella sua apparenza, ma diventa, qui la multidimensionalità si evidenzia in tutta la sua portata, qualcosa di altro, inatteso seppure avvertito. Tutto questo è tradotto in un flusso informe e incosciente di moti interiori, tali da porci interrogativi nella loro portata quasi immaterialmente eterna ed eterea. Quella adottata da Valerio è una tecnica complessa, quasi composita, testimonianza di una produzione in cui convive la lirica dell’autore nell’atto di composizione, sposalizio tra movimento e interiori sentimenti. La proposta finale compositiva ci conduce verso una percezione plastica, seppure trasparente, di interazioni cromatiche di raggi solari o lunari, pennellate e tratti che provengono da quella pioggia infinita di oscillazioni e scie cromatiche tenui, delicate e dal sapore incorporeo, unici alfabeti che possono parlare al nostro animo cercando di interrogarci sull’infinito mistero della vita e dell’esistenza. Alessandro Rizzo
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo. |
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
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