Evento organizzato da Gruppo Quinto Alto Laboratorio Nuova Buonarroti - Intervenuti: Stefano Berni, Ubaldo Fadini, Giuseppe Panella, Stefano Righetti, Katia rossi, Paolo Vignola, Silverio Zanobetti. File audio - ordine degli interventi: · Presentazione Katia Rossi · Ubaldo Fadini · Stefano Berni · Stefano Righetti · Paolo Vignola |
Testo introduzione:
L’evento nasce da una serie di volumi dedicati ai due filosofi francesi, pubblicati nel corso del 2012, che me- ritavano di essere discussi e di essere messi in relazione in modo fecondo. La molteplicità degli orientamenti e degli approcci di ogni volume è dimostrazione di un interesse mai sopito verso i due amici, presi in una disgiunzione inclusiva nel loro scambio teorico e nei loro differenti stili di militanza. |
Psychodream Review Rubrica diretta da Viviana Vacca e Francesco Panizzo
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Rivista d'arte diretta da
F. Panizzo e V. Vacca |
di Viviana Vacca
Una ragnatela di parole è l’inferno per chi vi resta impigliato. Sii cauto con le parole, sceglile bene, prendi parole sicure, parole prive di appigli. Non tesserne una all’altra, affinché non ne nasca una ragnatela, perché tu saresti il primo a restarvi impigliato. La parola è quel vi è di più futile e di più potente. Nella parola |
Se c’è una sicurezza nelle parole - e Jung lo ricorda -, questa risiede nella pulizia. Una parola pulita non scivola tra i denti, non si impiglia. Rimane. Crea. E in ogni atto di creazione si insinua un dialogo in cui i parlanti non riflettono su un tema ma aprono prospettive nuove di ricerca. Non si è parlato di teatro alla Giornata C.Re.S.Co che ha fatto dialogare diversi amici a Cagliari, lo scorso 20 aprile. Il teatro ha agito nelle parole che si sono scelte per raccontare non soltanto la scena teatrale contemporanea, ma che diventano le linee di condotta artistica di ogni creatore. Di immagini e di parole infiammate di passione come nell’arte di Tamara Bartolini, camminatrice instancabile e creatrice di un progetto di residenza teatrale “La Caduta” che ha disseminato di punti di luce le zone più ospitali della terra sarda. E di parole e di esercizi dello sguardo di Lorenzo Mori, direttore artistico di Riverrun Performing Arts, che porta nel futuro quello che d’invisibile e di virtuale rimane nell’arte di Carmelo Bene. O di Renzo Francabandera, padre di PAC e di Elena Lamberti, coordinatrice nazionale del Progetto C.Re.S.Co”.
E di tutti gli artisti presenti (Anankè (Grazia Dentoni), Askosarte (Chiara Schirru e Michele Mereu), Michele Baronio, Alessandro Biggio, Dream Weapon Ritual (Simon Balestrazzi - Monica Serra), Hanife Ana (Alessandro Melis), Iperplasticol (Gianluigi Concas - Sara Giglio), Marco Lampis, L’Aquilone di Viviana (Ilaria Nina Zedda), Daniele Ledda, LogoComune (Daniele Conti), Microfratture Teatro (Monica Serra), Mauro Tetti, Tamara Bartolini, TiconZero - Alessandro Olla). È un atto quello di Bene che si sospende prima di tracollare nell’azione scenica e dimostra l’attualità di un’eredità impossibile. Ma soprattutto innesca uno scenario in cui anche un gioco (Parolarti) è più di un gioco di parole e molto meno di una trappola fitta di regole: i giochi di parole sono sempre al futuro e come pedine muovono gli scenari urbani che da non luoghi diventano spazi di appartenenza, di nuove forme di resilienza.
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La sostanza dove io manco di Mariangela Gualtieri da Antenata. La sostanza dove io manco è tutta avvolta nella coperta di lana. Di quelli che più volte ho toccato ricordo le mani le facce le pance le voci le pettinature. Mi stanno aiutando. (Enigma: io sono la mancanza - la mancanza che sono - sono ciò da cui manco - sono tutta mancanza - e non c’è nostalgia - neppure lontananza - essendo ciò che manca - adesso e sempre - io). |
Le parole sono atti di resistenza; infiammano, delicate e tenaci, le
derive di una pagina o di un pal- coscenico di legno. Di una partitura musicale o
di un quadro. Non sono didascalia di un’immagine, ma fan- no immagine, processo
di dissoluzione dei canoni identitari a favore di una testimonianza. E ogni
tes- timonianza è etica delle pratiche politiche di convi-venza. Sono parole del femminile,
come ritorno alla terra. Sono i fiori che vengono in dono.
I fiori vengono in dono
e poi si dilatano di Amalia Rosselli da Documento. (1966-1973) I fiori vengono in dono e poi si dilatano una sorveglianza acuta li silenzia non stancarsi mai dei doni. Il mondo è un dente strappato non chiedetemi perché io oggi abbia tanti anni la pioggia è sterile. Puntando ai semi distrutti eri l’unione appassita che cercavo rubare il cuore d’un altro per poi servirsene. La speranza è un danno forse definitivo le monete risuonano crude nel marmo della mano. Convincevo il mostro ad appartarsi nelle stanze pulite d’un albergo immaginario v’erano nei boschi piccole vipere imbalsamate. Mi truccai a prete della poesia ma ero morta alla vita le viscere che si perdono in un tafferuglio ne muori spazzato via dalla scienza. Il mondo è sottile e piano: pochi elefanti vi girano, ottusi. |
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Viviana Vacca
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