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Eros, impulso vitale e necessario Articolo di Sara Maddalena “Ogni passo sulla Terra ci porta a un mondo nuovo. Ogni piede lo poggiamo sopra un ponte sospeso. Capisco che non esiste il cammino diritto. Solo un grande labirinto di multipli crocicchi. Costantemente creano camminando i nostri piedi giganteschi ventagli di sentieri in germe” (F.G. Lorca).
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Siamo noi a creare la nostra strada: le possibilità sono meravigliose e infinite. Per quanto certe scelte siano difficili, solo agendo con coraggio l’urlo represso in gola potrà liberarsi e non sarà più di dolore, ma urlo di lotta, o di piacere.
Ci lamentiamo perennemente dell’efferatezza esogena, senza renderci conto delle ferite che ci infliggiamo continuamente con le negazioni che provengono da quella tela di condizionamenti sociali e paure che torturano la realtà quotidiana: con i suoi fili tanto invisibili quanto resistenti ci imprigiona e vincola. Atroce può essere un’azione quanto la negazione della stessa. È allora doveroso reagire, senza timore, liberi, ascoltando le nostre vere esigenze e riconquistando noi stessi, anche attraverso la riscoperta del potere del corpo, che ci permette di sentire la vita.
Ci lamentiamo perennemente dell’efferatezza esogena, senza renderci conto delle ferite che ci infliggiamo continuamente con le negazioni che provengono da quella tela di condizionamenti sociali e paure che torturano la realtà quotidiana: con i suoi fili tanto invisibili quanto resistenti ci imprigiona e vincola. Atroce può essere un’azione quanto la negazione della stessa. È allora doveroso reagire, senza timore, liberi, ascoltando le nostre vere esigenze e riconquistando noi stessi, anche attraverso la riscoperta del potere del corpo, che ci permette di sentire la vita.
In “Eros Aria” Alessandra Cristiani, la cui eccellenza è nota a livello internazionale, riesce a riportare lo spettatore a uno stato primordiale, in contatto con una natura originaria, grazie a un perfetto connubio cor- po/anima. La coreografa infatti spiega di aver voluto “una danza che riporti il focus sull’uomo come corpo, materia, fisicità, sostanzialità. Un corpo che è alla radice dell’impulso, del primo richiamo al movimento.
Eros, Aria, misterioso sigillo. |
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La danza tenta di incontrare l’urgenza reale e vitale della materia. Esperirne l’organicità, il magma, il divenire principio e precipizio di qualcosa. Eros e Aria, due vortici, intimi ed estranei, complici l’uno dell’altro. Una necessaria combustione. Impigliarsi nelle loro spine esserne divorati. Cogliere l’erotismo della materia, acuta nel suo spogliarsi e arricchirsi per trapassi inavvertibili, correnti lievissime, sensazioni leggere come brezze”. La riuscita del suo pro- getto è, come sempre, lodevole. Il Giardino della Filarmoni-
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ca Romana è uno scenario splendido. Grazie all’opera del light designer Gianni Staropoli gli spazi vengono ricreati, delimitati, i volumi scoperti: le azioni, sottolineate, scolpite, emergono efficacemente facendosi visione materica. La natura viene vissuta intimamente, empaticamente dal pubblico attraverso il corpo della splendida danzatrice, che ora scivola lentamente tra dei tronchi, sull’erba - quasi meraviglioso animale - ora si rotola nel prato, guarda irriverente gli spettatori mangiando della frutta, va infine a vestirsi e sparisce nel bosco seguita da un pubblico ipnotizzato.
L’atmosfera ricorda una sorta di rito collettivo arcaico e sacro, erotico e magico, che ha il potere di far svanire i pensieri negativi ricomponendo l’armonia interiore e rasserenando la mente.
L’atmosfera ricorda una sorta di rito collettivo arcaico e sacro, erotico e magico, che ha il potere di far svanire i pensieri negativi ricomponendo l’armonia interiore e rasserenando la mente.
La sensualità della danzatrice si manifesta con forza, così come intensa e dirompente è l’energia emanata, pur se sempre sapientemente calibrata: ogni suo gesto, an- che se apparentemente piccolo, lento, leggero, trat- tenuto, risulta enorme, irradia vitalità e sicurezza, è incredibilmente espressivo nella sua assoluta perfe-zione. Tra evanescenza ed erotismo, panorami interni ed esterni si avvicendano scambiandosi i piani: il nucleo di limpida concentrazione dell’artista sembra librarsi nel paesaggio di nuvole bianche anche su sfondo azzurro di-
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segnate da Flavio Arcangeli sul corpo nudo della stessa Cristiani, che da terso fondale onirico diviene carnale primo piano in azione. Alcune poesie di Marcello Sambati, sussurrate dalla sua profonda voce, sono fremiti di emotività, sospiri di pensiero. La musica, discreto ma intenso sottofondo, attraversa le superfici, accompagna e carezza i movimenti.
Performance di danza di e con Alessandra Cristiani
Composizione musicale Claudio Moneta Esecuzione live Claudio Moneta, Federico Scalas Testi e voce registrata Marcello Sambati Luci Gianni Staropoli Pittura su corpo Flavio Arcangeli Fonti Marcello Sambati, Eros, liebe Akira Kasai, Immagine archetipo: il desiderio del sangue di evaporare dal corpo. Commissione Accademia Filarmonica Romana, Teatro Olimpico per il Festival Internazionale della Danza 2013 in coproduzione con Compagnia Teatroperson. |
Sara Maddalena
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