Revue Cinema rubrica diretta da Daniel Montigiani
|
Rivista d'arte
diretta da F. Panizzo e V. Vacca |
CHA
CHA CHA Un film di Marco Risi.
Recensione di Daniel Montigiani
|
|
Da subito Marco Risi, pur essendo consapevole di fare un film che rientra più o meno chiaramente nelle logiche e nelle griglie schematiche di un noir italiano, sembra voler mostrare con una pretenziosità forse anche involontaria un certo afflato per un’immagine (pseudo) poetica, come se il regista volesse far capire indirettamente allo spettatore che siamo sì, appunto, in un film di genere, ma che il suo “talento” (le virgolette sono fondamentali in questo caso) gli permette di uscire ogni tanto dalla gradita gabbia di questo genere, concedendosi incursioni in immagini, appunto, più “evocative” (virgolette necessarie anche in quest’ultimo caso), addirittura, non collegate allo svolgimento della storia stessa potendo riuscire anche a destabilizzare la visione.
La scena in questione – quella, cioè, di apertura – inizia con un aereo
che, situato nella parte superiore dell’inquadratura, sta atterrando,
men- tre sotto questo (ovvero nella parte inferiore dell’inquadratura) è
posto l’ingombrante cadavere di un uomo riverso su un terreno desolato e
desolante che viene generosamente “assaggiato” con indifferenza da dei
cani affamati, il tutto mostrato con una tanto enfatica quanto poco
in- teressante ripresa dall’alto verso il basso.
|
Per il resto, appunto, il film si mostra continuamente sotto forma di un noir. Il problema, in questo caso, è come Risi dirige e sviluppa questo noir e i suoi meccanismi interni, ovvero con modalità sinceramente un po’ prevedibili, debitrici – come, del resto, succede tante volte nel cinema italiano ormai da anni e anni – di tanta televisione da prima serata. Michelle (Eva Herzigova) ingaggia Corso (Luca Argentero) affinché questo indaghi sulla vita del figlio, coinvolto in poco chiare vicende. Corso, durante uno dei suoi pedinamenti, fuori da una discoteca, assiste improv-visamente a un incidente dove il ragazzo trova la morte.
Tuttavia, presto l’investigatore arriverà a capire che l’incidente non è
stato casuale, e che il figlio di Michelle era vittima di un meccanismo
oscuro. Risi, più cerca di “acce- care” lo spettatore con immagini della
Roma più torbida e mal trafficata, maggiormente dimostra quanto fragile e
in- consistente sia questo suo tentativo. Se c’è invece un “ele- mento” che sembra più interessante (e, diciamo, più ri- uscito) è Luca Argentero, la cui presenza e il cui volto – un binomio che, accompagnato dal suo largo cappotto scuro, sembra emanare una malinconia tanto mascolina quanto, al-
|
lo stesso tempo, delicata e quasi esistenzialista – possono essere considerati come gli stimolanti fili conduttori in mezzo a questo ammasso di buio poco riuscito che è la pellicola di Risi. Varie, infatti, sono le situazioni apaticamente ascrivibili a un “già visto” assai pesante, come l’accompagnamento musicale costituito da meste note di pianoforte che si fa sentire spesso dopo alcuni dialoghi tesi e cupi, o come la tragicità abbastanza arida della madre che, all’obitorio, piange il cadavere del figlio steso su una lastra.
Risi, tra l’altro, tenta anche di far emergere un va- ghissimo senso dello stile, tramite, ad esempio, un certo uso dell’oscurità che mostra e allo stesso tempo non mostra la forte presenza di violenza (come la scena – praticamente uguale a quella de La promessa dell’as-sassino di Cronenberg – della lotta fra il protagonista e degli aggressori nella casa del primo), o un uso marcato della soggettiva e della “soggettiva sonora”.
Marco Risi, dunque, è forse preferibile quando ci intrattiene in maniera aggraziata (e a tratti persino quasi |
interessante) in film come Tre mogli (commedia lieve del 2001) rispetto al buio un po’ pretenzioso e abbastanza vuoto e inconclu- dente di questo Cha cha cha.
Daniel Montigiani
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Click here to edit.
Vuoi entrare nella redazione di Edizioni Psychodream,
o collaborare con Psychodream Theater?
Direttore: Francesco Luigi Panizzo | [email protected]
Responsabili di redazione: Viviana Vacca | Fabio Treppiedi | Massimo Acciai | Anna Novello | Gaia Grassi | Alessandro Rizzo | Daniel Montigiani
Per affiliazioni pubblicitarie | [email protected]
Per collaborazioni e progetti | [email protected]
Tutti i contenuti di questo sito possono essere utilizzati da altri media e siti internet, giornali o televisioni con la clausola
di esporre a citazione, tramite il seguente link, la Edizioni Psychodream oppure la pagina di riferimento.
Per info: ooooooooooooooooooooooooo
[email protected]
[email protected]
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati