The cleaner: Marina Abramović a Firenze
Articolo di Massimo Acciai Baggiani
![]() Per la sua prima mostra dedicata a un’artista donna a Palazzo Strozzi è stata scelta Marina Abramović. Questa sua prima grande retrospettiva in Italia, ne celebra i primi cinquant’anni di carriera. Assistere alle performance dell’artista serba Marina Abramović è senza dubbio un’esperienza forte, intensa, che smuove il cuore e la mente, che fa riflettere e commuovere. All’entrata della mostra The cleaner in Palazzo Strozzi, a Firenze dal 21 settembre al 20 gennaio, mi sono trovato subito in imbarazzo: per accedere alle sale bisognava passare tra due performer – un uomo e una donna – completamente nudi, posti come stipiti della porta. Si tratta della reinterpretazione di Imponderabilia: nel mio caso ho deciso di rivolgermi verso il lato femminile, ma senza osare di incontrare lo sguardo della performer. Superato questo primo choc mi sono addentrato nel labirinto di sale in cui erano stati allestiti video delle performance originali, accompagnati da didascalie, accanto ai giovani artisti che le reinterpretavano. Era come entrare nella mente della Abramović: le performance più cruente (quali le serie di Rhythm) erano presenti solo in foto e in video, ma non per questo le reinterpretazioni delle altre erano meno violente e in qualche modo ipnotiche, svelando il voyerismo che è in noi (come nel caso delle stanze sospese in cui una ragazza viveva per diversi giorni, senza cibo, sotto lo sguardo impietoso degli spettatori: The House with the Ocean View) e in qualche caso coinvolgendo lo stesso pubblico (in Counting the rice, dove con pazienza certosina gli spettatori contano i chicchi di riso, dividendoli dalle lenticchie, o in The artist is present dove lo spettatore deve sostenere lo sguardo muto dell’artista, seduta a un tavolo). Tutte esperienze che vanno a fondo nell’animo umano, che danno uno scossone. Nel mio caso è proprio la nudità a colpirmi: sia la nudità fisica sia quella della sofferenza che il performer esibisce sul “palco”. «L’artista dovrebbe soffrire», scrive la Abramović nel suo Manifesto dell’artista, esposto a lettere cubitali in una sala: dovrebbe soffrire, senza cadere nella depressione (che è improduttiva), perché è dalla sofferenza che nasce l’arte. Non so se mi trovo del tutto d’accordo con questa affermazione – anche se riconosco che c’è del vero – forse, come cantavano i Queen, «pain is so close to pleasure» e forse il dolore non è vicino solo al piacere ma anche a quella rivelazione, quel risveglio spirituale (o satori) ben noto sia nelle tradizioni orientali che occidentali. Le performance dell’artista sono cariche di simbolismo, radicate nella sua terra iugoslava dove certo la sofferenza non manca, presenti nella Storia e nella vita quotidiana, aperte alla libera interpretazione di chi guarda. Sono esperimenti scientifici. Sono pugni nello stomaco. Sono Arte, effimera e immortale. Massimo Acciai Baggiani
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Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo L’art brut diventa arte grezza e
flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo |
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo.
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