Toccare l’intoccabile dell’altro
Tabù - l’eros in mostra
Articolo di Natalia Anzalone
Nel silenzio assordante laddove del sesso si tace, urla l’esposto l’esibito il vistoso. E si fa notare come uno smargiasso che gonfia il petto. S’ingozza di luce meridiana, e che sia ben accecante! Così che tu possa decifrare senz’ombra di dubbio che quel corpo è solo un corpo, le scarpate, le linee bianche, spianato è lo spessore delle loro ombre. A che tutto resti incollato agli occhi! Schermo d’un “mezzogiorno permanente”, la pornografia ci getta addosso un vedere che non è niente.
Il sesso è molto più pericoloso di questo esasperato ‘non c’è nessun segreto da svelare’, di questo giorno che non accenna mai alla profondità della notte. Il piacere ci libera dalla nostra stretta eco e fa di noi una landa, una foresta, un prato. La pelle che si dissolve in qualcos’altro e la scomparsa dalla scena insieme sono quasi temute dalle economie occidentali. Meglio non sapere che la trascendenza è vicinissima, che corrode i nomi astratti ed entra nei corpi. “Nessuno sa cosa possa fare un corpo”, da quel momento in cui s’incorpora e l’altro è parte di sé più di sé stesso. Il sesso non lascia incolumi, è un’esperienza chimica fatale. La nudità dell’altro è ben oltre il punto in cui la tocchiamo e lui ben oltre il punto in cui l’attendiamo. Quella pelle, quei capelli, quel nome provocano turbamento, un’emozione. Nel puro evento dell’incontro, assolutamente involontaria l’emozione ci disarma, facendoci scoprire ciò che di noi stessi ignoravamo. Siamo colti alla sprovvista, invasi, sconvolti da lei, emozione, che modifica il pensiero così profondamente da poter immaginare intimità più esposte, quanto più pure. Sorpresi da qualcosa che non dominiamo, esperiamo magicamente il mondo come quel che ci si offre, e non come quel che noi facciamo. Nel trasporto e nel godimento sessuale sta la grazia, il tempo sospeso che va oltre le consuetudini e la quotidianità, delle quali momentaneamente ci liberiamo. Ci liberiamo dall’essere nel tempo. Siamo nell’eternità. La posta in gioco è grande, è la libertà: un passo a lato. Ecco la ragione per cui non possiamo forzare il sesso, né l’amore, che sono la stessa cosa; e quanti non l’hanno compreso è perché non hanno compreso sé stessi e la profonda inviolabilità della persona che può farci “fare esperienza proprio di ciò che c’è d’intoccabile” in lei. Tra le tante opere disseminate nei locali del quartiere Pigneto a Roma, che ormai si presta a connotarsi come un museo diffuso, dal 6 al 14 ottobre scorsi, per l’esposizione itinerante tabù - l’eros in mostra, alcuni degli artisti che hanno partecipato ci hanno regalato del sesso la sua intelligenza e la sua finezza.
In “dulce acequia” (la dolce fessura fra le cosce della terra), Debora Vinciguerra attornia una vasca a forma di mandorla, contenente dell’acqua, di tanti piccoli frutti rossi in ceramica, appoggiati ognuno su una sorta d’inflorescenza in terra cruda. Il fruitore dell’opera può portare via con sé un frutto rosso, abbandonando nella fessura la sua inflorescenza, che l’acqua disgregherà, tramutandola. Fiori di campo di Enzo Francesco Testa è un’opera fotografica, in cui sono ritratte due ragazze che vibrano rapite l’una dall’altra, fino al sussurro delle loro mani che incontrandosi formano un’altra pelle, quella di due piccole ali che si sostituisce per un attimo alla loro. E poi c’è il logo dell’esposizione, TABÙ, del graphic designer Luca Di Francescantonio, che raffina un segno di volgare maschilismo, usato dai ragazzini per imbrattare muri o quaderni, finanche a ribaltarlo e a convocare il sesso altro da sé, in un essere già per l’altro molto prima dell’accordo con l’altro. C’è quasi come una fantasia sotterranea che fa di noi grafie eternamente consacrate ad altre, nella meraviglia, nell’inquietudine e nell’oblio. Natalia Anzalone
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Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo L’art brut diventa arte grezza e
flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo |
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Aldo Pardi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Marco Maurizi, Gianluca De Fazio, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Mirjana Nardelli, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Francesco Ferrazzi, Giovanni Ferrazzi, Francesco Panizzo.
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Aldo Pardi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Marco Maurizi, Gianluca De Fazio, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Mirjana Nardelli, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Francesco Ferrazzi, Giovanni Ferrazzi, Francesco Panizzo.
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