Si è forse molto lontani dall’idea del Bello, oggi. Si assiste quasi unicamente alla spettacolarità spesso reboante delle proposte artistiche del mondo delle gallerie e dei musei d’arte contemporanea, un mondo sostenuto unicamente da una ricca sintassi, intessuta con i fili evocativi di un vocabolario che, grazie al suo potere, riesce a dare grazia e dignità anche a vuote orribili fantasie.
Se però si vuole accettare questo panorama come una curiosa divagazione della produzione artistica, almeno bisogna ammettere che siamo molto lontani da quell’idea del Bello cui dovrebbe far riferimento l’Arte, quando questa è quello che dovrebbe essere: rappresentazione del mondo. Eppure lo spirito artistico, in questa commercializzazione dell’inutile, può sopravvivere dignitosamente e lo fa. In Milano come in altre città, piccole gallerie come spazi, laboratori o studi danno prova che lo spirito dell’Arte continua ad aleggiare su di noi, sul genere umano, sull’Italia, su Milano, sul quartiere S. Luigi che sabato 6 maggio 2017 apre le porte dei suoi studi per dimostrare il suo fermento, la sua forza rappresentativa, la sua volontà di esserci per gli altri grazie alla Bellezza che può donare. Qui viene offerta la possibilità di un itinerario guidato all’interno di un mondo che spesso ci vive accanto senza che ce ne possiamo rendere conto, dietro un portone o una saracinesca sollevata a metà, un mondo fatto di potere ideativo, creativo, di un potere forte che vive e che può donare bagliori agli occhi, aperture al cuore, fremiti alla coscienza. Si tratta di una rete di artisti che da anni dialogano tra loro riconoscendo la necessità di unirsi per far sentire la propria presenza. La loro è un’affermazione d’esistenza, una pura e serena mano aperta a ricevere i passanti, gente del quartiere e non solo, con l’intento consapevole di fare ciò che l’Arte deve fare: presentare il Bello. Numerosi gli artisti che quest’anno sono presenti al viaggio “di Studio in Studio”, ciascuno con il suo linguaggio, le sue tematiche, la sua proposta. Salvatore Sanna è un ottimo punto d’inizio per capire l’anima di questo percorso. Con lui la pittura, il disegno in tutte le sue declinazioni, la scultura piccola o grande convivono in un universo teso alla sperimentazione assoluta, senza concedersi però al capriccio fine a sé stesso. Questo risultato viene ottenuto dall’apparato ideale che sta sotteso ad ogni suo lavoro: la forma dei soggetti rimane incompiuta, non definita, una potenzialità che rimanda a un’origine storica lontana, quando ogni strada era possibile e l’orizzonte delle aspettative era infinito: un invito a ritrovare quel punto d’origine per costruire o ricostruire la propria vita secondo le proprie necessità. Un’ipotesi di via per la felicità viene suggerita da Edoardo Passarella: la pace della natura, l’abbraccio del mare e soprattutto l’incontro con gli altri. I suoi quadri e i suoi disegni rimandano l’immagine di un mondo sereno, dalle tinte delicate, fatto di terra e di cielo, di uomini e di donne, di sguardi e di tempeste che tessono quella ragnatela fitta e brillante che è la Vita. Ogni elemento è come un mimo, che senza pronunciare una parola rimanda a un sentimento, a un’idea, a una suggestione; l’insieme di questi elementi va a comporre un respiro di vita che soffia dalle immagini e dona un profumo ogni volta diverso. Lontani dalle tonalità leggere di Passarella sono i quadri di Franco Simonelli. I suoi sono colori decisi, forti, che non lasciano quasi spazio a transizioni cromatiche. I soggetti sono scomposti in frammenti che ritrovano però quasi sempre la loro collocazione. L’aspetto pessimistico della frammentazione cubista, in cui si voleva rappresentare l’incapacità umana di interpretare il reale, viene superato da una frammentazione che indica la capacità umana di comprendere le diverse sfaccettature con cui si può percepire la Realtà, tanto fisica quanto ideale. Questi caleidoscopici tasselli della realtà danzano insieme per comporre lucenti geografie dei sentimenti. La stessa capacità di rimando a un movimento armonico assimilabile alla danza vive nelle fotografie di Rossana Baroni e Claudia de Luca. Entrambe le fotografe percepiscono gli alberi come un forte simbolo evocativo, direttamente legato all’anima. Claudia de Luca concepisce gli alberi come soggetti dialoganti, quasi personaggi di una commedia che si confrontano sul senso della vita con uno sguardo ironico verso il basso. La mancanza di colore e i forti contrasti nei suoi scatti potrebbero essere l’incapacità umana di comprendere l’articolato linguaggio della Natura: l’umile stupore del fotografo osservatore consiglia di evitare il giudizio, limitandosi ad essere testimoni della magica eternità del Tutto. Anche Rossana Baroni si presenta con una visione verticale, proiettata verso l’alto; al contrario però della de Luca i suoi alberi sono fortemente positivi, forti ed eleganti intrecciano i loro rami con la vita degli uomini, ne sono parte e l’arricchiscono, sono anche in quanto simbolo della Natura un filtro che si può utilizzare per comprendere la vita. Il dialogo che si viene a creare è un dialogo Uomo-Natura che si manifesta come una poesia scritta dal vento. La poesia si ritrova anche nella calligrafia onciale e gotica antica di Giulia Poggi, una grafia riprodotta su tela, fotografata o usata per la realizzazione di abiti. Le sue opere si presentano come degli spartiti musicali inconsueti, dove il pentagramma si attorciglia intorno a sé stesso e lo sguardo, per sentire un canto di cui non si riescono a cogliere le parole, percorre come in un labirinto mille percorsi diversi sino a perdersi in uno stato quasi ipnotico. La percezione di queste opere si può assimilare alla recitazione di un mantra, utile per creare un angolo di serenità. Nuccia Gatti conduce in un altro mondo, non conosciuto da tutti, quello delle carceri, fatto di emozioni e tragedie che vengono forzatamente silenziate dalla freddezza delle sbarre. La sua opera testimonia in video e in fotografia il percorso che alcuni detenuti hanno fatto durante l’esperienza di un laboratorio teatrale. La storia del gruppo e la storia di singoli detenuti, italiani e stranieri, dipingono uno squarcio d’Italia che per convenienza si è portati a non considerare. Il teatro in questo modo si riconferma, accompagnato dalla videoarte e dalla fotografia, come via privilegiata di rinnovamento catartico. Anche lo sguardo di Ivano Boselli proietta in un altro mondo. Il suo però non è un mondo contemporaneo al nostro, bensì futuro. Gli scatti della nuova Milano, quella dei grattacieli e della sperimentazione architettonica, vanno oltre il reportage di una società in trasformazione. Le prospettive, la gestione dei colori e le leggere deformazioni ottenute con ottiche particolari rappresentano un panorama dal sapore fantascientifico, in cui non è detto che due linee si congiungono all’infinito. La riflessione che ne scaturisce porta da un lato a considerare le potenzialità della mente umana nella creazione di cose sempre più meravigliose, dall’altro però a mettere in guardia sul rischio di arrivare al punto di sovvertire le leggi dell’Universo. Dario Ghibaudo fa proprio questo: presenta un mondo alternativo. Il suo mondo è frutto di un apparentemente casuale incrocio: animali fantastici, piante improbabili, oggetti impossibili. La sua Arte si rivela così frutto del desiderio, come se la necessità di creazione dell’artista coincidesse con una libido universale tanto onnipotente da permettere la riproduzione tra due specie normalmente incompatibili. Ghibaudo presenta le sue opere come in un Museo, come dei reperti venuti da un misterioso passato, da un mondo parallelo, da un ipotetico futuro. In realtà vengono da tutti questi mondi contemporaneamente, perché essi non sono altro che diverse facce di quel dado immaginario che possiamo chiamare Arte. Quando questo dado magico, con le sue trasparenti e cangianti facce, viene lanciato, non si sa mai quale sarà il risultato ottenuto; così come è una continua sorpresa il viaggio artistico “di Studio in Studio” tra le vie del Quartiere S. Luigi lungo le quali nelle edizioni precedenti siamo stati accompagnati dall’intelligenza sensibile del critico Alessandro Rizzo che ha dedicato tutta la sua vita all’arte. In seguito alla sua prematura scomparsa vogliamo dedicare questa edizione di “Di studio in studio” alla sua memoria. Alessandro Baito
|
Fotografia
Un pittorialismo fotografico: l’arte di Francesco Ragno tra forme e geometrie. di Alessandro Rizzo L’art brut diventa arte grezza e
flusso di coscienza tempestoso nelle cromaticità visionarie di Marie-Claire Guyot. di Alessandro Rizzo Georg Schrimpf:
da un espressionismo di un nuovo realismo alla dimensione magica di una nuova oggettività. di Alessandro Rizzo L’immateriale nel blu immenso e universale
di Yves Klein. di Alessandro Rizzo Un esempio di architettura integrata: la Fondazione Maeght.
di Alessandro Rizzo |
Scrivono in PASSPARnous: k
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane,Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Francesco Panizzo.
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane,Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Francesco Panizzo.
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati