Saper coniugare l’astratto, l’intensità concettuale che viene relegata all’essenza prima e primitiva del segno che diventa simbolo, percorso che ci porta a identificare un significato nel significante, con il figurativo è indice di una capacità artistica notevole in un autore: Lorenza Cavalli è giunta a vedere la progressione di una produzione che alterna l’astratto con il realismo, quello storicamente concepibile nella sua definizione quasi antologica e letteraria. Lorenza Cavalli nasce a Parma nel 1978 e si forma al Liceo Artistico di Cremona per poi proseguire i propri studi all’Accademia di Brera di Milano, mentre nel 2003 otterrà una borsa di studio per lavorare al Centro d’Arte Contemporanea presso la prestigiosa Villa Arson di Nizza: il percorso di formazione accademico è importante e rilevante nella definizione artistica di una composizione che, seppure lasci molto al caso e all’impeto creativo che con fermezza e con decisione porta, in una gestualità tutta manuale, a porre in essere pennellate o ad assemblare materiali plastici di varia natura, chiaramente ci propone un’idea e un concetto di arte, di immagine, di rappresentazione della realtà e dei simboli concettuali e, infine, di visione del reale unico riconoscibili e riconducibili all’autrice.
Lorenza Cavalli parte da un assioma che diventa lo strumento linguistico e alfabetico attraverso cui, come una sintassi estetica, va a comporre l’opera nella sua interezza, nella sua totalità e nella sua immensità cromatica: la luce è il principio fondante di ogni ricerca visiva ed è l’origine e l’approdo di ogni raffigurazione, calibrando attorno alla luce e con la luce tutte le variazioni di colore che si apprestano a registrare il caleidoscopio di un ventaglio di scelte estetico compositive. Le scelte sono quelle che nella produzione di Lorenza Cavalli affermano la presenza quasi sobbalzante di una barca a vela, la serie dedicata alle regate, che come in un percorso di semplificazione ci porta a evidenziare la plastica fermezza positiva della figura centrale, la barca a vela appunto, in un contesto che si calibra in modo amalgamato e diffuso sulla tela, la distesa di mare, nelle varie vibrazioni chiaroscurali. La luce diventa, quindi, la parte espressiva più risaltante in una serie che sembra sorgere da una fotografia, e infatti la fotografia è il riferimento su cui l’autrice va a calibrare l’opera, quella fotografia che lei stessa ha realizzato durante le regate che ha assistito, in un realismo sincero e dinamico, tangibile e incisivo, riproponendoci in chiave autorale certe tele realistiche di Hopper, in modo comunque originale in quanto l’autrice stessa, attraverso la propria poetica, l’ispirazione, la lettura del visibile e la propria composizione, diventa punto di riferimento nell’arte contemporanea. In questa serie la luce confluisce e compenetra nella tempera, donandoci immagini mai raggiunte e definendo una prospettiva quasi infinita tramite l’adagiarsi graduale delle cromie sulla tela. La pittura vede acquisita da parte di Lorenza una certa dimestichezza che ci apporta una conoscenza del colore che viene a spandersi sulla tela e che determina sfumature mai viste e tutte riconducenti all’essenzialità delle forme e delle figure che apprendono una propria portata volumetrica e tangibile, siamo nel realismo e siamo, anche, nelle opere sceniche commissionate da teatri. Nell’arte materica e plastica Lorenza Cavalli giocherà con la materia e con le materie, definendo tra di loro le interazioni necessarie, spontanee quanto naturali, e donando a esse una portata tale da evidenziarle nel loro impatto concettuale e astratto: impatto che si nota in tutta la propria universalità non solo nelle sculture ma anche nelle tele, dove l’autrice utilizzerà diversi materiali e dove li assemblerà donandoci il significante che ci porta a indagare e a rilevare il messaggio che colpisce le nostre percezioni visive e che vibra attraverso la luce, anche qui, parte centrale di un caleidoscopio cromatico vorticoso e virtuoso. Le opere a olio si riferiscono, quasi da essa originando, alla luce che si estende come materia immateriale, come elemento astratto ma, allo stesso tempo, toccabile e concepibile come realmente presente, dal momento che irradia e illumina, in modo intenso, quelle figure che nell’opera figurativa da realismo americano si manifestano nella loro limpidezza e chiarezza, il tratto dell’autrice è pulito quanto deciso. Le stesse dinamiche luminose promanano anche nei lavori scenografici, forse in questa serie l’autrice ha potuto approfondire le sintassi tecniche che le hanno permesso di rappresentare scenari inattesi che ci raffigurano infiniti panorami che si stagliano nella completezza dello spazio, fisico, dell’opera, fino a giungere a metalli che sembrano aleggiare nell’etere di una prospettiva impercettibile quanto intensa. In queste opere si approva il significante tipico di una lettura di alfabeti visivi decisamente astratti: l’essere che si stratifica e si palesa nelle proprie contraddizioni e complessità, così come la materia che si incontra, si scontra e si sintetizza in un’armonia necessaria ed esatta con lo spirito, l’ineffabilità delle dinamiche interiori e l’eterea visione delle cromie che si manifestano in modo delicato quanto soffuso nella loro percezione sostanziale e non meramente superficiale. Lorenza utilizza il colore nella sua interezza, donando a questo elemento, alfabeto sintattico di spartiti visivi estetico compositivi, una propria capacità, un certo potere e una certa definizione, tanto da donarci i vari impatti estetici di prismatiche valutazioni simboliche. La serie dedicata al soggetto nautico, le regate, sono l’espressione più viva del realismo maturo di Lorenza, donandoci quella valenza eclettica, sia, chiaramente, per lo stile, sia, evidentemente, per la tecnica usata, che caratterizza l’intera produzione artistica in continua evoluzione, in continua tensione per la ricerca e la sperimentazione, fondata, questo è apprezzabile, da una coerenza che consiste nello studio della luce e del colore nella propria portata dinamica e nel ricco ventaglio di opportunità estetiche, generate nel loro proporsi sulla tela in modo calibrato, in modo sfumato e in modo graduale: la serie, esposta in un’antologica di Lorenza Cavalli dal 1 Settembre al 15 Settembre presso la Galleria Modern Art&Events Cultural di Milano, è stata prodotta confrontandosi con il dato fotografico, quelle fotografie che Lorenza ha realizzato durante la sua partecipazione come pubblico alle gare delle regate, ricevendo apprezzamenti prestigiosi di note marche del mondo nautico, da Rolex Italia a Franchini Yacht, da Superyacht International ad altri brand francesi, svizzeri, russi, statunitensi, indiani, cinesi e italiani. La sapienza descrittiva in un ciclo di approfondimento dell’estetica come elemento portante di un’opera che si realizza nel proprio spontaneo impatto, ora realistico, ora concettuale e astratto, condotto da Lorenza si traduce in una capacità di interpretare attraverso le variabili tecniche compositive il reale nella propria complessità, senza invadere il campo di ricerca e di conoscenza lasciato allo spettatore nell’apprezzamento dell’opera. Lorenza Cavalli non ha pretese didattiche, così come ha un’onestà intellettuale e una limpidezza poetica che la portano a definire un percorso compositivo particolare e proprio, seppure riferimenti letterari possiamo dire essere presenti nelle sue opere, caratteri, questi, che corroborano la produzione dell’autrice, e un approfondimento compositivo molto attento e molto puntuale. Alessandro Rizzo
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