Psychodream Review
Sezione diretta da Enrico Pastore e Francesco Panizzo |
Una discarica di pneumatici imbiancati. È questo il luogo dove si svolge la vicenda. Una sorta di frammenti sparsi di Pasolini prima dell’omicidio sulla spiaggia di Ostia. Questo è quanto avviene sulla scena. Resta da dire come e sul come, sono molto perplesso.
L’impressione prima, quella che si decanta dopo il fastidio provato per tutta la rappresentazione, perché di rappresentazione si tratta, quella più vieta, è che il tutto abbia il marchio della gratuità. Si cerca il coup de theatre, l’immagine che sconvolga a tutti i costi, che impressioni al di là della sua rilevanza scenica. Abbiamo un’apparizione di orsetti polari prima della scena di un assassinio che è semplicemente kitch, inutile, gratuita. Come il balletto delle donne con la maschera di maiale. La recitazione ha un tono falso, di squillante accademismo, che annoia dopo i primi cinque minuti. Se lo scopo è scioccare, non ci si riesce. Se lo scopo è la denuncia, non si capisce bene che tipo di denuncia si vuole attuare. Non si capisce proprio dove si voglia andare a parare. Ci fosse almeno l’ironia a salvare il tutto. Invece no! Ci si prende tremendamente sul serio. L’idea che mi son fatto dopo due giorni interi di riflessione è che il tutto sia inutile. Non serve a niente. Un vuoto ritratto o omaggio o qualsiasi cosa fosse nell’intenzione degli autori. E visto che parlar del vuoto non serve proprio a niente, eviterei di dilungarmi. Non saprei cos’altro dire se non che sono stufo di vedere spacciare per avanguardia questi prodotti da società dello spettacolo che prendono la posa di rivoluzione. Michelle Houellebecq afferma che non ci sia niente di meno rivoluzionario dell’arte oggi, in quanto l’arte, finanziata dal denaro pubblico non può che essere compiacente, e anche quando possiede intenti rivoluzionari viene disinnescata proprio dall’inserimento nella società dello spettacolo. Ecco questo è proprio il caso. Vien da dargli ragione di fronte a spettacoli di questo tipo. Ed è inutile proprio tirar fuori definizioni come quelle che vedo su molti quotidiani nazionali, riferendosi a Ricci/Forte, come nuovo “terrorismo poetico”. Non vedo proprio quale terrore possa ispirare un lavoro del genere, se non produrre una fuga incondizionata e subitanea dalla sala (che era comunque mezza vuota). Fuga dovuta al disgusto e al fastidio di veder così depotenziata l’arte del teatro. Dopo aver visto la potenza di Silvia Calderoni in MDLSX, vedere Ricci/Forte è stato un po’ come risvegliarsi di botto da un bel sogno. Siamo tornati nel trivio, allo sguazzare nel fango urlando tutti come dannati: “Ecco l’avanguardia!”. E l’avanguardia la si cerca in chi firma la sceneggiatura de i Cesaroni. Boh! Non so proprio cosa dire. É un panorama desolante e nella desolazione non c’è consolazione. Resta solo lo sguardo attonito e incredulo di fronte al nulla. Enrico Pastore
Scrivono in PASSPARnous:
Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca De Fazio, Marco Maurizi, Francesco Panizzo.
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