Il Festival Montpellier Danse celebra quest’anno la 35a edizione, con una programmazione varia e stimolante, ricca di grandi nomi e talenti da scoprire, incontri, dibattiti. Contrariamente a molti eventi spesso frequentati precipuamente da gente del settore, questo Festival si rivolge a un pubblico ampio ed eterogeneo: è atteso, vissuto dai cittadini, grazie alle molte iniziative, alle tariffe speciali per indigenti e alle lezioni all’aperto in cui celebri danzatori si mettono gratuitamente a disposizione del pubblico per qualche ora, per trasmettere personalmente la propria competenza attraverso la pratica condivisa della danza, rendendola così un’esperienza che appartiene a tutta la città. E gli spettatori premiano le scelte del direttore Jean-Paul Montanari, visto che spesso si assiste al tutto esaurito, anche quando nella stessa sera ci sono diversi spettacoli nei vari luoghi della città a ciò deputati: Opéra Comédie, Opéra Berlioz, Agora Cité Internationale de la Danse, Theatre la Vignette, Theatre des Treize Vents. L’organizzazione è seria e funzionante, sempre all’ascolto dell’utente, una vera rarità di questi tempi. Del resto Montpellier è un punto di riferimento importante per la danza, considerato che possiede un centro coreografico straordinariamente grande nel cuore della città e Montpellier Danse propone spettacoli durante tutto l’anno che si conclude con un Festival di portata internazionale in cui convergono tradizione e nuove forme di ricerca.
In questo senso è molto interessante lo spettacolo Ottof di BOUCHRA OUIZGUEN, giovane coreografa marocchina che propone una creazione originale, intensa. Nel silenzio totale, una figura velata, vestita di rosso, avanza e poi rimane immobile nel mezzo del palco spoglio, statua pulsante di energia in stasi, carica di significati. Quindi molto lentamente si gira, compie piccoli movimenti sul proprio asse, l’avvolge la musica, l’accompagnano altre figure muliebri che una a una entrano e si scompongono, si svelano e si liberano poco a poco, nella loro natura fortemente femminea. La forza sprigionata dall’azione è risultato dell’esperienza delle artiste marocchine in scena, e di un grande lavoro su corpo, voce, movimento degli occhi, canto, mimica. Corrono, parlano, scherzano, danzano, urlano, si donano completamente. Il corpo è donna, sensuale, vera, nella sua realtà di quotidiano, di sesso, di amore, di conoscenza e passaggio della e dalla tradizione alla contemporaneità, di interazione con il mondo a volte in modo comico, a volte drammatico, sempre emozionante. Ben diverso lo spettacolo di EMIO GRECO e PIETER C. SCHOLTEN, Extremalism che apre il Festival. Lo spazio scenico ricorda un palazzo imperiale dalle pareti composte di fili dorati su cui incombe un grande cerchio luminoso. La scena imponente, occupata dai trenta danzatori del Ballet National de Marseille - di cui i coreografi sono stati recentemente nominati direttori - nonché la scelta dei costumi e l’effetto corale, dovuto al movimento massivamente compatto del gruppo, contribuisce a creare un’atmosfera da kolossal, a volte forse eccessiva soprattutto nelle sue sfumature da fantascienza e momenti alla Star Wars. D’altro canto il corpus, pur se composto da tante unità che si avvicinano, si allontanano, sfuggono e rientrano, è volutamente protagonista nella sua interezza, pienezza di movimento all’unisono, gesto ripetuto e condiviso, che si fa geometria di stabilità nell’accorto utilizzo dei vettori di forza. Maestosità e rigore non sono invece presenti nell’eccentrico Le Fantôme de Montpellier rencontre le Samouraï del newyorchese TRAJAL HARRELL: sin dall’inizio domina l’ironia, l’estrosità, dalla presentazione/farsa di stampo televisivo in cui viene spiegato il soggetto - ovvero l’idea di un incontro tra il giapponese Tatsumi Hijikata e il francese Dominique Bagouet - agli scambi di persona, agli equivoci, agli oggetti portati in scena, ai giochi interattivi con il pubblico. Lo spettacolo si apre poi alla danza e in particolare al vogueing, con evidente conseguente accuratezza nella scelta degli stravaganti costumi, delle musiche, del trucco: una sfilata di generi in cui tutto è mescolato, così come performance, teatro, danza giapponese e contemporanea, impressioni comiche e melanconiche. Di grande impatto visivo Belle d’Hier di PHIA MENARD, che accoglie il pubblico con una grande striscia dorata già visibile in scena, la quale, alzatasi, svela antri oscuri da cui vengono trascinati fuori manichini di taglia umana incappucciati. Un silenzioso lugubre esercito fronte pubblico che pian piano si sgonfia, crolla, sotto il vigile controllo dei preposti in tute da lavoro, dalle quali a sorpresa fuoriescono cinque splendide ragazze in tutù colorati. Inizia quindi una parte di fervente attività legata alla pulizia dei vuoti involucri, appesi come carcasse, su cui le donne si accaniscono con gesti antichi e abbondanza d’acqua portata in scena per mezzo di numerosi secchi, già resi celebri da Nekrosius nel suo Gabbiano. In chiusura domina infine un’atmosfera vagamente infernale che rimanda a certe opere di Beccafumi. Importante la riflessione sul rapporto donna/uomo, tema particolarmente caro alla coreografa, e per quanto la danza non sia certo preponderante in questo spettacolo, esso risulta però estremamente efficace e incisivo dal punto di vista estetico. La danza e la tradizione ritornano invece egemoni con i due celebri artisti, ISRAEL GALVAN e AKRAM KHAN che in Torobaka si affrontano in una sfida tra flamenco e kathak, accompagnati da musicisti e cantanti in scena con cui interagiscono, negli spazi delimitati dalla luce. Una dimostrazione eccezionale di abilità, un fecondo dialogo attuale tra danze antiche, scorrevole discorso ricco di variazioni, attraverso il corpo e lo speciale linguaggio composto da battiti di tacchi, mani, piedi, campanelli. Il pubblico ne è estasiato. In virtù della scelta di proporre, accanto ai grandi nomi, anche testimonianze del lavoro di ricerca di coreografi emergenti, ecco Urge di DAVID WAMPACH, una sorta di performance sul cannibalismo emotivo, sessuale, sociale. Tra espressioni psicotiche e situazioni grottesche, si sviluppa un’orgia tra i quattro artisti in scena, sotto il vigile occhio - poi sedere - di altri due ai lati. Sesso di gruppo in cui domina la saliva, il corpo mortifero, il desiderio che è abbuffata senza gusto, contatto fisico che è squallore, violenza, che nasconde la paura della solitudine, la volontà di cibarsi dell’altro per appropriarsene e l’esecrabile bisogno di nutrirsi delle energie degli altri, sfruttandoli sino all’osso. Il voluto effetto di ridicolo e disgusto è agli antipodi rispetto alle finalità di eleganza e poesia perseguite da RAIMUND HOGHE in Quartet. Il noto coreografo tedesco propone uno spettacolo di tre ore composto da numerosi quadri, ciascuno delimitato e supportato da un pezzo musicale, da lui scelto con cura per le sue caratteristiche di universalità: una galleria di brani conosciuti, da Schubert a Liza Minelli che invitano al movimento i danzatori, senza virtuosismi inutili, bensì un armonioso lasciarsi andare alla melodia, creando atmosfere poetiche con enclave di divertente leggerezza. Uno stile particolare il suo, che può piacere o meno, ma come ricorda lui stesso parlando del pensiero di Pina Bausch, è importante l’onestà artistica, quello che si vuole esprimere e non quello che si pensa possa piacere agli altri. Titolo variabile per l’opera di OHAD NAHARIN e la BATSHEVA DANCE COMPANY. Sul fondo una danzatrice vestita di blu elettrico, di profilo, corre per un’ora su un tapis roulant, in scena il gruppo di giovani danzatori il cui movimento è un continuo eccelso scorrere di energia: lo spettacolo, tranne che per qualche allusione religiosa e politica non sempre apprezzata, mostra con ottimi risultati la realizzazione pratica dell’ammirevole principio del coreografo secondo cui è più importante l’interpretazione rispetto alla ricerca della perfezione e alla mera tecnica. Un altro bel gruppo di giovani è quello che danza, vestito sui toni del verde, sotto la direzione del coreografo RACHID OURAMDANE in Tenir le temps, una creazione che funziona, va da sé senza fatica, senza sbavature, fluida. Sulle note del compositore o, meglio, sculture di suoni, si svolge il movimento continuo tra effetti domino, arresti, duetti, apparizioni, sparizioni, sfioramenti, stati di attenzione e tensione, reintegrazione nel gruppo. Encomiabile l’utilizzo fertile dello spazio nella sua pienezza di linee e convergenze di espressività, tanto puntuale quanto sospesa. Completamente diverso l’effetto alienante, tra il fantastico, l’assurdo e il decadente, dello spettacolo del poliedrico artista tedesco VA WÖLFL: il pubblico è accolto da una specie di cubo bianco illuminato, aperto su un lato davanti al quale girano incessantemente su se stessi dei fucili. Lo attraversano uomini e donne vestiti di paillettes che poi si cimentano in bizzarri numeri da cabaret, ardite creazioni musicali e vocali supportate da chitarre elettriche, in uno stato di generale lucida follia, con un momento lirico toccante quando una ballerina danza lasciandosi andare a leggeri movimenti su se stessa, sola, tra pareti su cui sono proiettati video di una partita di calcio con cori da stadio sempre più assordanti: la contraddizione disorienta. Terminato lo spettacolo senza ringraziamenti al pubblico, un piccolo bis di danza per confondere definitivamente gli spettatori. Piuttosto originale anche la proposta di BENOÎT LACHAMBRE e FABRICE RAMALINGOM, Hyperterrestres un gioiello di creatività, ironia e sensualità proposto dai due danzatori coreografi: in uno spazio prima intimo, nascosto, onirico, poi ristretto, oppresso e infine immaginario, modellato da suoni e musiche create in scena da Hahn Rowe, prende vita una sorta di gioco serio che rivela una fioritura di percettività nel contatto, nel riconoscimento reciproco, nel quasi tangibile scambio di energie, un respiro che attraverso il corpo, trasforma. L’attenzione alla tradizione ritorna con forza con FARRUQUITO in Pinacendà, spettacolo di flamenco con cui il celeberrimo ballerino intende diffondere l’antica arte andalusa, nel rispetto delle origine, delle regole, dello spirito innato a questa danza che richiede, oltre a grandi abilità tecniche, anche la capacità di sinceramente e profondamente emozionarsi per emozionare, e creare un momento davvero magico, unico. In scena con eccellenti cantanti e musicisti, Farruquito è accompagnato anche da una calda partecipazione di un gruppo di gitani presenti tra il pubblico, circostanza rara, che contribuisce a rendere lo spettacolo più autentico. Gli spettatori al termine dello spettacolo esprimono l’apprezzamento alzandosi tutti in piedi ad applaudire, lungamente. Il lavoro di LUIS GARAY Cocooning, in collaborazione con Humain trop Humain gestito da Rodrigo Garcìa, e a cui partecipano alcuni studenti universitari, è invece teso a una riflessione sconfortante e tragica sulla condizione umana in stato di dipendenza dalla tecnologia. L’indefinibile proposizione, tra installazione, performance e danza, è un paesaggio desolante, in cui convivono un accumulo disordinato di pezzi di legno, tecnologia obsoleta, umani schiavizzati da cellulari, computer, iPad, tetra discarica in cui camminano gli spettatori, se vogliono. Mentre in sottofondo voci recitano un testo in spagnolo, parte del pubblico, seduto in platea, guarda l’altra parte che si aggira sul palco in quell’ambiente spettrale in cui i corpi, torturati, sono in uno stato di massima tensione. Al contrario, aperto al futuro, fruibile, intrigante, poetico è C’est l’oeil que tu protèges qui sera perforé di CHRISTIAN RIZZO, titolo che proviene da un detto turco. L’esperienza dell’eclettico artista si manifesta non solo nella coreografia ma in tutti gli aspetti della creazione: la sapiente geometrica demarcazione degli spazi piani e solidi, il perfetto impiego di luci e musiche - elementi parimenti importanti e utilizzati in modo straordinariamente preciso - sorprendono positivamente lo sguardo del pubblico, invitato e aiutato a imparare a guardare. Il danzatore, Kerem Gelebek, aggiunge a tutto ciò grande intensità, che si percepisce sin nelle più piccole sfumature e si trasmette allo spettatore, che vive il luogo, e sente in prima persona il contatto e il peso degli oggetti come se lui stesso entrasse nella costruzione pittorica del coreografo. Lascia invece un po’perplesso il pubblico Golden Hours di ANNE TERESA DE KEERSMAEKER: tratto dalla commedia As you like it di Skakespeare di cui appaiono alcuni brani sul fondo, lo spettacolo, in cinque atti, della durata di oltre due ore, per la maggior parte si svolge in silenzio. Considerato che l’abbigliamento sportivo e le luci a giorno richiamano l’ambiente asettico di una sala prove, la narrazione è demandata principalmente, se non esclusivamente, alla partitura gestuale - che a volte si rivela inutile e dispersiva - e all’energia dei giovanissimi danzatori. Sempre geniale MAGUY MARIN che in Bit, inserisce la danza popolare in una costruzione scenica e coreografica contemporanea, con un sottofondo di musica elettronica. In un contesto apparentemente ludico da festa di paese, i danzatori ballano, in un susseguirsi, anche qui, di danze tradizionali, sardane, sirtaki, - emblematica realizzazione dell’individualità nella collettività - quindi corrono, salgono e scendono da scivoli argentati; come in uno specchio antropologico sesso, lotta e religione si mostrano allegoricamente in brevi efficaci scene dall’alto valore simbolico e sempre permeate di ritmo. Il bilancio di questo 35° Festival Montpellier Danse evidentemente non può che essere positivo da tutti i punti di vista e l’attenzione si sposta ora su quello dell’anno prossimo, di cui già si comincia a parlare con fremente curiosità. Sara Maddalena
- BOUCHRA OUIZGUEN
Bouchra Ouizguen / Compagnie O Chorégraphie: Bouchra Ouizguen Chanteuses, danseuses: Bouchra Ouizguen, Kabboura Aït Ben Hmad, Fatéma El Hanna, Halima Sahmoud, Fatna Ibn El Khatyb Création lumière: Eric Wurtz Costumes, scénographie: Bouchra Ouizguen Pour cette création, Bouchra Ouizguen est accueillie en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en juin 2015. Production: Bouchra Ouizguen / Compagnie O Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Festival d’Automne à Paris, Centre Pompidou (Paris), Kunstenfestivaldesarts (Belgique), Fondation La Bâtie - Festival de Genève, Service de Coopération et d’Action Culturelle de l’ambassade de France au Maroc. Avec le soutien de l’Institut français de Marrakech. Accueil studio: Institut français de Marrakech. - EMIO GRECO ET PIETER C. SCHOLTEN Ballet national de Marseille / ICKamsterdam Concept et chorégraphie: Emio Greco et Pieter C. Scholten Interprété par 30 danseurs du Ballet national de Marseille et d’ICKamsterdam Dramaturgie: Jesse Vanhoeck Sculpture lumineuse: Studio Stallinga Lumière: Henk Danner Costumes: Clifford Portier Production: Ballet national de Marseille, ICKamsterdam Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Holland Festival, Napoli Teatro Festival, Maison de la Culture d’Amiens Avec le soutien de: Stichting AMMODO - TRAJAL HARRELL Chorégraphie: Trajal Harrell Avec: Trajal Harrell, Thibault Lac, Wei Ming Pak, Perle Palombe, Stephen Thompson, Christina Vassiliou, Ondrej Vidlar, et des invités surprise Lumière: Stefane Perraud Scénographie: Erik Flatmo Son: Trajal Harrell Costumes: Trajal Harrell et les interprètes Dramaturgie: Gérard Mayen Pour cette création, Trajal Harrell a été accueilli en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en mars et novembre 2014, février et avril 2015. Coproduction et accueil en residence: Festival Montpellier Danse 2015, Festival d’Automne à Paris, Centre Pompidou (Paris), Centre national de danse contemporaine (Angers), Hau Hebbel am Ufer (Berlin), Theatre Garonne (Toulouse), Walker Arts Center (Minneapolis), New York Live Arts and King’s Fountain. Accueil en résidence: Centre national de la danse (Pantin), Monty (Anvers) Avec le soutien de FUSED, Creative Capital - PHIA MÉNARD Compagnie Non Nova Idée originale et scénographie: Phia Ménard Dramaturgie et mise en scène: Phia Ménard et Jean-Luc Beaujault Création et interprétation: Isabelle Bats, Cécile Cozzolino, Géraldine Pochon, Marlène Rostaing, Jeanne Vallauri Composition sonore et régie son: Ivan Roussel Création lumière et régie lumière: Alice Rüest Création robes et costumes: Fabrice Ilia Leroy Régie générale et plateau: Pierre Blanchet Régie plateau: Mateo Provost Régie des glaces: Rodolphe Thibaud Construction décor et accessoires: Philippe Ragot assisté de Angela Kornie Photographies: Jean-Luc Beaujault Administration, diffusion: Claire Massonnet Chargées de production: Honorine Meunier et Clarisse Mérot Chargé de communication: Adrien Poulard Production exécutive: Compagnie Non Nova Résidence et coproduction: Espace Malraux, scène nationale de Chambéry et de la Savoie, la Brèche, Pôle national des arts du cirque de Basse-Normandie / Cherbourg-Octeville, le Carré, Scène nationale de Château-Gontier Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Théâtre de la Ville (Paris), le lieu unique, scène nationale (Nantes), Le Grand T, scène conventionnée de Loire-Atlantique, Le Quai - Forum des Arts Vivants (Angers), Théâtre d’Orléans, scène nationale, La Criée - Théâtre national de Marseille, Théâtre Les Treize Arches, scène conventionnée (Brive-la-Gaillarde), La Verrerie, Pôle national des arts du cirque Languedoc-Roussillon (Alès), Le Théâtre, scène nationale (Saint-Nazaire), Le Maillon, Théâtre de Strasbourg - scène européenne, TJP Centre dramatique national d’Alsace-Strasbourg, le Grand R, scène nationale de La Roche-sur-Yon, Comédie de Caen – CDN de Normandie. Avec le soutien du Théâtre de Cornouaille, scène nationale (Quimper), Scène nationale de Sète et du Bassin de Thau, Le Cratère, scène nationale (Alès), Les Quinconces-L’espal théâtres, scène conventionnée danse Le Mans. Avec le soutien technologique de JF Cesbron, fournisseur de solutions globales de services dans les domaines frigorifiques, thermiques et énergétiques. La Compagnie Non Nova est conventionnée par le Ministère de la Culture et de la Communication - DRAC des Pays de la Loire, le Conseil Régional des Pays de la Loire, le Conseil Général de Loire-Atlantique, la Ville de Nantes, l’Institut français et de la Fondation BNP Paribas. En 2014, la Compagnie Non Nova / Phia Ménard est devenue artiste associée à l’Espace Malraux Scène Nationale de Chambéry et de la Savoie pour quatre années. - ISRAEL GALVÁN ET AKRAM KHAN Créé et interprété par Israel Galván et Akram Khan. Musique arrangée et interprétée par David Azurza, B C Manjunath, Bobote, Christine Leboutte Conception lumière: Michael Hulls Conception des costumes: Kimie Nakano Son: Pedro León Direction des répétitions: Jose Agudo Coordination de production: Amapola López Direction technique: Sander Loonen Coordination technique: Pablo Pujol Lumière: Stéphane Déjours Coordination de tournée: Amapola López et Mashitah Omar. Production: Farooq Chaudhry & Bia Oliveira (Khan Chaudhry Productions) et Chema Blanco & Cisco Casado (A Negro Producciones) Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, MC2: Grenoble, Sadler’s Wells (Londres), Mercat de les Flors (Barcelone), Théâtre de la Ville (Paris), Les Théâtres de la Ville (Luxembourg), Onassis Cultural Centre (Athènes), Esplanade - Theatres on the Bay (Singapour), Prakriti Foundation, Stadsschouwburg Amsterdam / Flamenco Biënnale Nederland, Concertgebouw (Bruges), HELLERAU - European Center for the Arts (Dresde), Festspielhaus (St. Pölten), Romaeuropa Festival. Partenariat: COLAS Créé en résidence au Mercat de les Flors Barcelona et à la MC2: Grenoble Avec le soutien de Arts Council England. - DAVID WAMPACH Association Achles Chorégraphie: David Wampach Danse et jeu: Marie-Bénédicte Cazeneuve, Mickey Mahar, David Marques, Lola Rubio, Tamar Shelef, David Wampach Son: Mikko Hynninen Lumière: Minna Tiikkainen Conseil artistique: Youness Anzane Travail vocal: Dalila Khatir Régie générale: Mathieu Morel Collaborations artistiques: Anne Elodie Sorlin, Olivier Muller, Christian Ubl. Pour la création de ce spectacle, David Wampach est accueilli en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en juin 2015. Production déléguée: Association Achles Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Le Cratère, scène nationale (Alès), Kyoto Experiment (Japon), Künstlerhaus Mousonturm (Allemagne), Le Phare, Centre chorégraphique national du Havre Haute-Normandie, Musée de la Danse, Centre chorégraphique national de Rennes et de Bretagne, Centre chorégraphique national de Nantes. Avec le soutien de l’ADAMI et du Centre national de la danse (Pantin), un centre d’art pour la danse, accueil en résidence. L’Association Achles est subventionnée par la Préfecture de Région Languedoc-Roussilon - Direction Régionale des Affaires Culturelles au titre de l’aide à la compagnie conventionnée, la Région Languedoc-Roussillon et la Ville de Montpellier. Compagnie Raimund Hoghe Conception, chorégraphie, danse et scénographie: Raimund Hoghe Collaboration artistique: Luca Giacomo Schulte Avec: Ornella Balestra, Marion Ballester, Emmanuel Eggermont, Takashi Ueno, Raimund Hoghe, Luca Giacomo Schulte et Yuta Ishikawa Lumière: Raimund Hoghe, N. N. Son: Pascal Gehrke Pour cette création, Raimund Hoghe a été accueilli en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en septembre 2014. - RAIMUND HOGHE Production: Raimund Hoghe - Hoghe & Schulte GbR (Düsseldorf) / Cie VENTO (Paris) Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015 Avec le soutien: Ministerium für Familie, Kinder, Jugend, Kultur und Sport des Landes Nordrhein-Westfalen, Kunststiftung NRW et Kulturamt der Landeshauptstadt Düsseldorf. Avec le soutien du Centre national de la danse (Pantin), Centre national de danse contemporaine (Angers), Théâtre Garonne - scène européenne (Toulouse), Ménagerie de Verre (Paris) dans le cadre de Studiolab, tanzhaus nrw (Düsseldorf) et Montpellier Danse - résidence à l’Agora, cité internationale de la danse - Batsheva Dance Company. Chorégraphie: Ohad Naharin Avec les 18 danseurs de la Batsheva Dance Company Musique originale: Grisha Lictenberger Conception sonore: Maxim Waratt Lumière: Avi Yona Bueno (Bambi) Scénographie: Zohar Shoef Costumes: Eri Nakamura Assistants: Guy Shomroni, Ariel Cohen Coproduction: Batsheva Dance Company, Festival Montpellier Danse 2015, Hellerau - European Center for the Arts (Dresde). Avec le soutien de: Batsheva New Works Fund, Dalia and Eli Hurvitz Foundation, service culturel de l’ambassade d’Israël. - OHAD NAHARIN Batsheva Dance Company Chorégraphie: Ohad Naharin Avec les 18 danseurs de la Batsheva Dance Company Musique originale: Grisha Lictenberger Conception sonore: Maxim Waratt Lumière: Avi Yona Bueno (Bambi) Scénographie: Zohar Shoef Costumes: Eri Nakamura Assistants: Guy Shomroni, Ariel Cohen. Coproduction: Batsheva Dance Company, Festival Montpellier Danse 2015, Hellerau - European Center for the Arts (Dresde). Avec le soutien de: Batsheva New Works Fund, Dalia and Eli Hurvitz Foundation, service culturel de l’ambassade d’Israël. - RACHID OURAMDANE L’A. Conception, chorégraphie: Rachid Ouramdane Musique originale: Jean-Baptiste Julien Avec Fernando Carrion, Jacquelyn Elder, Annie Hanauer, Alexis Jestin, Lora Juodkaite, Arina Lannoo, Sébastien Ledig, Lucille Mansas, Yu Otagaki, Mayalen Otondo, Saïef Remmide, Alexandra Rogovska, Ruben Sanchez, Sandra Savin, Leandro Villavicencio, Aure Wachter Lumière: Stéphane Graillot Costumes: La Bourette Assistante chorégraphique:Agalie Vandamme Décor: Sylvain Giraudeau Régie générale: Sylvain Giraudeau Régie son Laurent Lechenault Production, diffusion Erell Melscoët Administration Anaïs Métayer. Rachid Ouramdane est artiste associé au Théâtre de la Ville de Paris et à Bonlieu Scène nationale - Annecy. Pour cette création, Rachid Ouramdane a été accueilli en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en janvier 2015. Production: L’A. Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, dans le cadre d’une résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, Bonlieu Scène nationale (Annecy), Théâtre de la Ville (Paris), MC2 – Grenoble. Avec le soutien du Centre National de la Danse Contemporaine (Angers) et du Centre Chorégraphique National de Grenoble dans le cadre de l’Accueil Studio 2015 et de la Ménagerie de verre (Paris) dans le cadre du Studiolab. Avec le soutien de l’Adami et de la Spédidam. - VA WÖLFL Neuer Tanz. Chorégraphie: VA Wölfl Avec Alfonso Bordi, Marion Flor, Montse Gardó Castillo, Petr Hastik, Nicholas Mansfield, Kristin Schuster, Yuki Takimori, Sergey Zhukov ou Maki Masamoto, Kristian Schäfer ou Ludwig Abraham, Marco Wehrspann ou VA Wölfl. Production: NEUER TANZ Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015 - Par B.L.eux / R.A.M.a Chorégraphie, interprétation: Benoît Lachambre, Fabrice Ramalingom Scénographie: Emmanuelle Debeusscher Composition et performance musicale live: Hahn Rowe Assistant dramaturge: Matthieu Doze Coach vocal: Su-Feh Lee Lumière: Maryse Gautier Direction technique: Romain de Lagarde Costumes: Alexandra Bertaut Pour cette création, Benoît Lachambre et Fabrice Ramalingom ont été accueillis en résidence à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas, en février et mars 2015. Production: Par B.L.eux, R.A.M.a Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Festival TransAmériques, CDC Uzès Danse (dans le cadre de la résidence R.A.M.a 2012 - 2015), Musée de la Danse - Centre chorégraphique national de Rennes et de Bretagne, Centre chorégraphique national de Franche-Comté (Belfort), Ménagerie de Verre (Paris). Avec le soutien de l’Usine C dans le cadre de son programme d’artistes en résidence de création. Par B.L.eux remercie l’Agora de la danse (Montréal, Canada) pour l’aide à la création offerte. - FARRUQUITO Direction artistique, chorégraphie, danse: Farruquito (Juan Manuel Fernández Montoya) et deux danseurs invités Chant: La Mari (Ana Vizarraga), La Fabi (Fabiola Pérez), Zambullo (José Manuel Doya), David de Jacoba (David Maldonado) Guitare: Román Vicenti, Carlos de Jacoba (Carlos Maldonado) Percussion: El Piraña (Israel Suárez) Flûte: Juan Parrilla (Juan Fernández Gálvez) Violon: Thomas Potiron Production déléguée: Ópera Flamenco Productions S.L. - I.C.I - Centre chorégraphique national de Montpellier Languedoc-Roussillon Conception, chorégraphie, scénographie: Christian Rizzo Interprète: Kerem Gelebek Lumière: Caty Olive Régie générale et lumière: Jean-Michel Hugo ou Érik Houllier. Production déléguée: I.C.I - Centre chorégraphique national de Montpellier Languedoc-Roussillon Coproduction: L’association fragile, Centre de développement chorégraphique de Toulouse / Midi-Pyrénées, “réseau open latitudes” latitudes contemporaines, Les Halles de Schaerbeek, L’Arsenic (Lausanne), Le Manège (Mons / Maison Folie), Body / Mind (Varsovie), Teatro Dellemoire, SIN Arts, Le Phénix (Valenciennes - avec le soutien du programme culture de l’union européenne, la Fondation Serralves (Porto) Accueil en résidence: Opéra de Lille, Fondation Serralves (Porto), Centre de développement chorégraphique de Toulouse / Midi-Pyrénées, le Théâtre de Vanves, scène conventionnée pour la danse, le Manège (Mons / Maison Folie). - LUIS GARAY Conception, mise en scène: Luis Garay Avec les comédiens d’hTh & co: Gonzalo Cunill, Nuria Lloansi, Juan Navarro. Production déléguée: hTh-CDN Montpellier Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, Théâtre de Liège. - ANNE TERESA DE KEERSMAEKER Rosas Chorégraphie: Anne Teresa De Keersmaeker Créé avec et interprété par: Aron Blom, Linda Blomqvist, Tale Dolven, Carlos Garbin, Tarek Halaby, Mikko Hyvönen, Veli Lehtovaara, Sandra Ortega Bejarano, Elizaveta Penkova, Georgia Vardarou, Sue-Yeon Youn Musique: Brian Eno, Another Green World (1975) Arrangements: Carlos Garbin Conseil artistique: Ann Veronica Janssens Conseil dramaturgique: Bojana Cvejic´ Lumière: Luc Schaltin Costumes: Anne-Catherine Kunz Assistantes costumes: Heide Vanderieck, Dorothée Catry Assistante artistique: Femke Gyselinck Directeur des répétitions: Femke Gyselinck Coordination artistique et planning: Anne Van Aerschot Directeur technique: Joris Erven Son: Alexandre Fostier Habillage: Heide Vanderieck Techniciens: Philippe Fortaine, Wannes De Rydt. Production: Rosas Coproduction: Festival Montpellier Danse 2015, La Monnaie (Bruxelles), Kaaitheater (Bruxelles), Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Théâtre de la Ville (Paris), Sadler’s Wells (London), Steirischer Herbst (Graz), Opéra de Lille, Ruhrtriennale, Concertgebouw Brugge. - MAGUY MARIN Compagnie Maguy Marin. Conception: Maguy Marin en étroite collaboration avec les interprètes et Mayalen Otondo Interprètes: Ulises Alvarez, Kaïs Chouibi, Laura Frigato, Daphné Koutsafti, Cathy Polo, Ennio Sammarco Direction technique et lumière: Alexandre Béneteaud Musique: Charlie Aubry Éléments de décors et accessoires: Louise Gros, Laura Pignon Réalisation des costumes: Nelly Geyres assistée de Raphaël Lo Bello Son: Antoine Garry ou Loïc Goubet Régie plateau: Albin Chavignon Dispositif scénique: compagnie Maguy Marin Merci à Louise Mariotte pour son aide. Production: Compagnie Maguy Marin Coproduction: Théâtre Garonne - scène européenne (Toulouse), Théâtre de la Ville / Festival d’Automne à Paris, Monaco Dance Forum / Les Ballets de Monte-Carlo, Opéra de Lille, La Filature, scène nationale (Mulhouse), Ballet du Nord / Centre chorégraphique national de Roubaix Nord-Pas de Calais, Charleroi Danses / Le Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie (Bruxelles), MC2: Grenoble, Théâtre de Nîmes - scène conventionnée pour la danse contemporaine. Avec le soutien de la Biennale de la danse de Lyon et du Théâtre National Populaire. Aide à la création: Adami. |
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INCAMMINANDOSI VERSO IL FUTURO
di Sara Madddalena Eros, impulso
vitale e necessario di Sara Maddalena |
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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