Musikanten Rubrica diretta da Fabio Treppiedi
Dopo Cage siamo tutti cageani*
- «Bravissimo, bravo, bravo, bravo, bravo. Bravo bravissimo, bravo Cage. Beh, il signor Cage ci ha dimostrato indubbiamente che se ne intendeva di funghi, quindi non è stato solo un personaggio che è venuto su questo palcoscenico per fare delle esibizioni strambe di musica strambissima, quindi è veramente un personaggio preparato. Lo sapevo perché mi ricordo che ci aveva detto che abitava nei boschetti nelle vicinanze di New York e che tutti i giorni andava a fare passeggiate e raccogliere funghi». - «Un ringraziamento a… funghi, e alla Rai e a tutti genti d’Italia». - «A tutta la gente d’Italia. Bravo signor Cage, arrivederci e buon viaggio. - «Torna in America o resta qui?». - «Mia musica resta». |
Resta per sempre la musica di John Milton Cage, signore della musica, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Resta indelebile anche il curioso dialogo tra Mike Bongiorno in una puntata di Lascia o raddoppia e il nostro esperto di funghi americano che non rinunciò a cimentarsi in una esecuzione strumentale per soli vasca da bagno, innaffiatoio, giaccio, pentola a vapore e vaso di fiori.
Sulla sua figura si basano le migliori composizioni musicali contemporanee. Ne è un esempio la vena creativa degli Area e di Demetrio Stratos che proprio con Cage portò avanti le convinzioni relative all’utilizzo della voce umana e delle corde vocali come strumento musicale, potenziando le abilità dei muscoli fonoarticolatori.
E la vera musica, poi, diventa il silenzio («La materia della musica è suono e silenzio. L’integrazione di essi è composizione: non ho niente da dire, eppure lo sto dicendo») e la relativa capacità che esso ha di generare suono esterno, altrove, casuale, aleatorio per l’appunto (nel caso di 4’33”, musica diventa il tossire di uno spettatore, o il respiro di un orchestrale annoiato), o ciò che nasce dentro, nei suoni dell’anima di chi approccia un concetto di musica che diventa, poco a poco, morso dopo morso, sempre più sinonimo di vita, di ricerca di un ruolo dentro se stessi e nel mezzo di una moderna moltitudine anti-soggettiva straniante.
Buon ascolto.
Sulla sua figura si basano le migliori composizioni musicali contemporanee. Ne è un esempio la vena creativa degli Area e di Demetrio Stratos che proprio con Cage portò avanti le convinzioni relative all’utilizzo della voce umana e delle corde vocali come strumento musicale, potenziando le abilità dei muscoli fonoarticolatori.
E la vera musica, poi, diventa il silenzio («La materia della musica è suono e silenzio. L’integrazione di essi è composizione: non ho niente da dire, eppure lo sto dicendo») e la relativa capacità che esso ha di generare suono esterno, altrove, casuale, aleatorio per l’appunto (nel caso di 4’33”, musica diventa il tossire di uno spettatore, o il respiro di un orchestrale annoiato), o ciò che nasce dentro, nei suoni dell’anima di chi approccia un concetto di musica che diventa, poco a poco, morso dopo morso, sempre più sinonimo di vita, di ricerca di un ruolo dentro se stessi e nel mezzo di una moderna moltitudine anti-soggettiva straniante.
Buon ascolto.
Bruno Maderna
*Bruno Maderna
Non consumiamo Cage e un omaggio musicale: Riduzione stereofonica
Questo brano nasce all’interno del laboratorio di Regia e Diffusione del Suono coordinato da Marco Marinoni presso il Conservatorio di Cagliari e vuole essere un omaggio alla poetica cageana, nell’anno che celebra il centenario della nascita del compositore statunitense. Il materiale sonoro di partenza è infatti costituito da dieci brevi frammenti tratti da una registrazione del “Concerto per pianoforte preparato e orchestra da camera” composto da John Cage tra il 1950-1951.
Abbiamo cercato di prendere alla lettera e mettere in pratica alcuni dei precetti che informavano le azioni compositive di Cage negli anni che si riferiscono a quel lavoro, in particolare l’innamoramento per le qualità cangianti del suono e la concezione di questo come acting, nella più ampia accezione che la semantica anglosassone concede al termine. In tal senso, abbiamo deciso di elaborare elettronicamente i materiali di partenza ciascuno per proprio conto, all’insaputa di ciò che stavano facendo gli altri, partendo tuttavia da sorgenti sonore comuni, secondo durate e sincronie prestabilite, disponendo infine i frammenti ottenuti su un asse temporale condiviso senza operare su di essi alcun intervento di postproduzione:
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lasciando ciascun frammento libero di amalgamarsi con gli altri secondo una indeterminata relazione di contiguità sincronica coerente con l'idea cageana secondo la quale la creazione deve volgere verso un atto impersonale. Il brano è articolato in tre parti di tre minuti ciascuna, precedute da una introduzione tematica di un minuto. Il brano è stato eseguito in prima assoluta al Festival Spaziomusica di Cagliari, al Festival Miniere Sonore di Oristano, selezionato al XIX CIM – Colloquio di Informatica Musicale Trieste, Conservatorio di Musica “Giuseppe Tartini” 21–24 novembre 2012.
Autori:
Anno: Durata: Organico: |
Gianni Ballicu, Marcellino Garau, Marco Marinoni, Filippo
Mereu, Sandro Mungianu, Roberto Zanata 2012 10’ supporto digitale multicanale |
Roberto Zanata |
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