Dallas
Buyers Club Un film di Jean Marc Vallée Articolo di Daniel Montigani
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La vita, il destino di Ron Woodroof (Matthew McConaughney, che per questo ruolo ec- cellentemente interpretato è dimagrito in maniera sgradevolmente vertiginosa) è di una curiosità davvero grave, sconvolgente. Il protagonista, che lavora come elettricista, è un pesantissimo ritrovo di sgradevolezze diverse che “lavorano” insieme, collaborano a creare una personalità moralmente, eticamente allarmante: uomo dall’aria di indifferente, apatico eppure furioso conquistatore, frequentatore di droghe, fedelissimo amante della terrosa e arida rozzezza degli spettacoli di rodeo, abitatore luoghi bassi insieme a persone, “amici” con cui quasi pare fare a gara di squallore, quotidianamente, perfettamente inserito nel suo naturalissimo, spontaneo ruolo di macho omofobo. Siamo negli Stati Uniti nel 1986, anno in cui il virus dell’Hiv dilaga. Al protagonista, in seguito ad alcuni non indifferenti problemi di salute e ad analisi, viene comunicata la sua sieropositività.
Lui, con violenta presunzione, sostiene che si tratta di una bugia, non essendo omo- sessuale (è noto infatti come non poche volte si credeva che tale virus veniva contratto so- prattutto da omosessuali e bisessuali). Ma svolgendo delle ansiose ricerche negli uffici di lavoro si accorge che nelle categorie a rischio rientrano anche i drogati, come lui, appunto.
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Con un rapido flashback di un fastidioso e ansioso silenzio si ricorda di un incontro sessuale privo di protezione con una donna divisa insieme a un uomo dalle braccia bucate. Ufficialmente – e finalmente - accetta il virus che abita il suo corpo e che ha già cominciato a mangiarlo. Si rivolge agli stessi dottori che gli avevano dato il triste annuncio e decide di (provare a) sottoporsi a delle cure. Come a molti altri pazienti con il virus, a Woodroof viene dato l’AZT, un farmaco in via di sperimentazione, ma presto si renderà conto della malignità capitalistica che sosta viva dietro medicine del genere, dei tremendi effetti collaterali che questa provoca e di come, in realtà, non faccia granché. Sconvolto, riuscirà a trovare una bella sorpresa in farmaci alternativi e alcuni prodotti naturali, aprirà nella sua città un “club” di successo insieme a un transessuale conosciuto in ospedale – bizzarria curiosa del destino nei confronti di un uomo inizialmente omofobo - con cui distribuirà ai sieropositivi queste inaspettate soluzioni considerate ingiustamente “illegali” (seppur benefiche) nel territorio degli Stati Uniti. Ma le grandi case farmaceutiche creeranno ostacoli.
Il rapporto sessuale non viene ricevuto dallo
spettatore come “gioioso” e naturale, piacevole, bensì come un momento teso,
perché rinchiuso in un’atmosfera visiva volutamente faticosa, come sabbiosa, ma
anche perché si svolge in un luogo “pesante” e mortifero come quello, appunto,
del rodeo. Ed è proprio in questo senso che questa sequenza iniziale racchiude
la disgrazia del protagonista: il sesso che Ron Woodroof pratica all’interno di
un contesto di morte (il rodeo) “indica” il rapporto sessuale (non protetto)
che porterà il protagonista a contrarre la malattia letale dell’Hiv. Tuttavia, il fatto che questa rappresenti (forse) la sequenza migliore del film non significa automaticamente che sia bella o interessante.
Del resto è una caratteristica questa che prepotentemente si ripresenta nel corso di quasi tutto il film. Non originalissimo e forse anche un po’, appunto, ammiccante è la relazione che viene a instaurarsi fra i due e il protagonista, il quale, da esperto omofobo, è inizialmente disgustato dall’idea di condividere la stanza di ospedale con lui per poi finire a divenire suo socio e persino amico, riuscendo almeno in parte a mettere da parte i pregiudizi.
Metafora del desiderio del protagonista di liberarsi dai pessimi e caotici eventi che lo circon- dano e lo trafiggono? Il
regista... perde dunque un’occasione di partenza interessante, facendo nascere
una pellicola che “avrebbe potuto” ma che, di fatto, “non è riuscita a fare”.
Daniel Montigiani
Scrivono in PASSPARnous: k
Aldo Pardi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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