Sezione Ecosofia Alphaville Sezione diretta da Viviana Vacca e Silverio Zanobetti
Rubrica Interventi critici
. Per una Ecosofia del futuro
Il quindicesimo numero della rivista PASSPARnous
per la “Sezione Ecosofia”.
per la “Sezione Ecosofia”.
“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.
L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico
che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che,
senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.”
- Marcel Proust -
L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico
che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che,
senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.”
- Marcel Proust -
Non ti invento nei luoghi che adesso senza te non hanno senso. Il tuo non esserci è già caldo di te, ed è più vero, più del tuo mancarmi. La nostalgia spesso non distingue. Perché cercare allora se il tuo influsso già sento su di me lieve come un raggio di luna alla finestra.[1]
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Geniale quanto Ilare e Amabilmente affabile Nel suo singolare essere Nomade da cuori Indomiti e ribelli per i quali Prudente e pensoso Utilizza Cautela Amorevole. Costui è l’autore de Il manuale del perfetto traditore. Sagace, ironico e puntiglioso “uomo dalla perigliosissima curiosità”[2], un moralista con grande slancio umoristico e poetico, si interroga interrogandoci e facendo interrogare a sua volta noi stessi, sul perché del tradimento e su un eventuale giustificabile quanto necessario senso dello stesso, interpretandolo attraverso le sue parole lasciate scritte, trasudanti di tutti i suoi sogni, i suoi desideri, di quelle sue emozioni e nostalgie, di quei ricordi e rimorsi, di esperienze riannodate da pezzi frammisti e sparsi di vita vissuta, “in parte covati melanconicamente, in parte sentimentalmente esplosi”[3]. Da una iniziale lettura ci si lascia piacevolmente accompagnare dalla fluida e ilare scorrevolezza del procedere del suo arguto e riflessivo dire che pur rigurgitando di talune verità, non è la verità. Un dire insolito della verità e sulla verità del perché del tradimento, pieno di dure verità, di pesanti realtà. Viene quasi da chiedere all’autore, se solo si avesse la possibilità di “incontrarlo nella mente, dove nessuno ci sente”[4], se le sue verità, pur con il loro peso di realtà, non siano dei teoremi, che funzionano perfetti in quanto tali, e in quanto tali sono impressionanti anche nella loro consequenzialità.
Dall’eredità che gli insegnamenti di Einstein ci
hanno lasciato, tuttavia, non possiamo non ricordare che i teoremi, come tutte
le asserzioni matematiche e geometriche, non si ritrovano nella realtà,
nell’esperienza. E dunque, il tradimento per noi è inaccettabile. Perché non
merita di essere accettato o perché non abbiamo la forza di accettarlo? E
soprattutto cosa del e nel tradimento non abbiamo la forza di accettare? Per
quale vera ragione è punibile colui/colei che lo commette e ce lo fa subire.
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“Per il più lungo tratto di tempo della storia umana non si sono assolutamente inflitti castighi perché si ritenesse l’autore del male responsabile della sua azione, dunque non con il presupposto che si debba punire unicamente il colpevole - si punisce, viceversa, allo stesso modo con cui ancor oggi i genitori castigano i loro figli, per ira di un danno sofferto, alla quale si dà sfogo sul danneggiante - una collera, tuttavia, mantenuta nei limiti e modificata dall’idea che ogni danno abbia in qualche modo il suo equivalente e realmente possa essere soddisfatto, sia pure mediante una sofferenza di chi lo ha provocato.”[5] In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere?
E perché? È richiesta una volontà molto forte per resistere. Il filosofo Emmanuel Lévinas ha parlato della “tentazione della tentazione”. È lo stato dell’“essere tentati” ciò che in realtà desideriamo, non l’oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un’apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un’imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente. È veramente e solo questo? Barcamenandosi tra i mille link/interrogativi che il libro ha il potere di instillare e di far esplodere zampillanti come dubbi che vanno a insinuarsi tra le pieghe di grovigli agglutinati della profondità della propria mente, ci si ritrova, quasi senza essersene accorti del tempo che sia trascorso, alla fine delle righe dello stesso, che però ora si confondono abbagliate dalla foschia della nebbia di silenti quanto cocenti gocce di rugiada di lacrime che fino a poco tempo prima ci avevano solcato le gote tanto avevamo riso e sorriso compiaciuti. Si ignora il perché della semplice quanto viscerale potenza evocativa di talune parole che danno voce a ciò che l’autore fa scorgere trasudanti in filigrana ci prendano come in una morsa. O forse lo sappiamo benissimo, invece. Si sta solo evitando di ammetterlo a se stessi che da un libricino che inizialmente aveva sortito la nostra curiosità per il titolo, non avremmo mai immaginato né ci saremmo mai aspettati che in fondo si trattasse di un libro che parla d’Amore.
Non uno dei tanti libri sull’amore, dei tanti manuali che dispensano consigli su come amare o come, in questo specifico caso, come tradire e cosa evitare per non farsi scoprire e come fare per scoprire un tradimento. Niente di tutto ciò, o meglio, tutto ciò è solo il pretenzioso pretesto per arrivare a dire con il cuore e al cuore ciò che diversamente e altrove non avremmo mai il coraggio di s-velare né di rivelare e ammettere a noi stessi: che ameremo sempre, ovunque, quantunque e comunque persone con le quali non riusciremo mai a stare per sempre, ma neanche per tutto il tempo che vorremmo, si trattasse anche di un tempo strappato alla quotidiana routine e consegnato all’eternità di attimi vissuti in un sogno, perché più che i sogni, a farci compagnia sarà la divorante, sprezzante e dolorante solitudine dei ricordi di ineguagliabili e inimitabili ore consumate insieme, di odori di intense emozioni vissute all’unisono, di profumo di pelle che tornerà inaspettato a farti visita quando meno te lo aspetti (e di sicuro in una di quelle situazioni laddove hai categoricamente imposto al tuo volere, ai tuoi sensi, alla tua mente, al tuo cuore di dimenticare) solo perché in quella occasione, qualcuno che non conosci e senza peraltro saperlo ha spruzzato lo stesso profumo della persona che hai follemente amato e che follemente ami e che continua ad amarti.
Ma non è lì con te, per colpa del tempo non giusto, di scelte vincolate alle decisioni più giuste, chissà se anche e sempre più sagge, o forse, anche solo per colpa della colpa di nessuno, e perché allora?!? Probabilmente perché in tutto questo discorso sia all’Amore sia al tradimento mancano le parole giuste per dirli e per dirsi. Comincio a pensare che entrambi, anche se in modo differente, siano talmente e totalmente altro dall’umano e che pertanto a noi non sia dato interrogarci sul perché ci accadano. Non ho mai capito, infatti, peraltro non accettando minimamente l’ipotesi del gusto del proibito, perché, a talune persone, proprio quando gli accade di venirsi a trovare in una situazione di tradimento, gli capiti di vivere un’esperienza amorosa totalizzante, quasi paralizzante e così fuori da qualsiasi schema e categoria, di una passione innominabile, indicibile, vorace, ardente, così autentica per il suo impeto travolgente, per la carica vitale che riesce a trasmettere a chi la sta vivendo, che quasi non sembra vera. Difatti, nella maggioranza dei casi poi non dura, in taluni non può assolutamente durare e si finisce per rimanere impigliati nella nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico, insomma in quello che il sociologo Z. Bauman definisce “l’amore liquido” e dunque un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame.
Amore è sempre allora devoto e infedele? Forse sì. O forse non lo sappiamo o forse solo si resta sempre, parafrasando Lou Salomé, come dei “funamboli”, come dei giocolieri, nel vuoto, aggrappati a una corda, consapevoli che l’attrazione resta sempre l’amore. L’amare riporta a se stessi, come dice Lou Andreas Salomé, sfiora solo l’altro lasciandolo poi a se stesso. È sempre una stella irraggiungibile che noi amiamo, e ogni amore è sempre nella sua profonda essenza una segreta tragedia, ma proprio per il fatto di esserlo riesce ad avere effetti così potentemente produttivi. È forse custodito in ciò quel segreto d’Amore che l’autore Gianni Puca, ci consegna come un preziosissimo dono alla fine del suo libro, quando afferma che “la felicità, quella vera, quella che dura, è quella di chi si sente libero nello scegliere ogni giorno la stessa donna e che ritiene che la vera trasgressione sia quella di amare solo lei. Perché per chi ama veramente non esiste un oltre”? E allora viene da chiedersi non tanto e solo se esista l’Amore quanto e soprattutto se esista la reale possibilità di rendersi unicamente e amorevolmente unici a qualcuno e per qualcuno che ci ama e che amiamo veramente. Quando e chi amiamo veramente? Quando e da chi siamo amati veramente?
Scegliamo e/o siamo scelti di essere amati veramente? E soprattutto quanti cuori abitano una mente e quante menti abitano un cuore lungo il percorso dei battiti di una vita prima di arrivare a percepire e poi decretare che amiamo veramente? Quando ci sentiamo liberi di essere noi stessi e liberi di essere amati senza se e senza ma, senza riserve? Oppure quando ci sentiamo liberi di poter condividere pezzi di vita non necessariamente vivendo sotto lo stesso tetto tutti i giorni né dormendo nello stesso letto, ma in letti separati per una migliore e più salutare qualità del sonno e dunque della vita? Quando con quella stessa persona assaporiamo emozioni che nessuno è in grado di farci provare, anche perché sono frutto di segrete verità condivise?
Probabilmente Gianni Puca ci sta anche consegnando un altro dono, forse il più prezioso: un “perfetto traditore” è come un topo avvelenato che si ficca in tutti i buchi, per usare un’immagine che Goethe riferiva a se stesso giovane, quand’era innamorato senza speranza. O forse ci sta rimandando agli avvertimenti nietzscheani di quel nostro essere “ognuno a se stesso il più lontano” e dunque quel nostro “essere ignoti a noi stessi”[6], perché alla fine può esistere “soltanto un vedere prospettico, soltanto un «conoscere» prospettico; e quanti più affetti, lasciamo parlare sopra una determinata cosa, quanti più occhi, differenti occhi sappiamo impegnare in noi per questa stessa cosa, tanto più completo sarà il nostro «concetto» di essa, la nostra «obiettività».[7]
E perché? È richiesta una volontà molto forte per resistere. Il filosofo Emmanuel Lévinas ha parlato della “tentazione della tentazione”. È lo stato dell’“essere tentati” ciò che in realtà desideriamo, non l’oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un’apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un’imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente. È veramente e solo questo? Barcamenandosi tra i mille link/interrogativi che il libro ha il potere di instillare e di far esplodere zampillanti come dubbi che vanno a insinuarsi tra le pieghe di grovigli agglutinati della profondità della propria mente, ci si ritrova, quasi senza essersene accorti del tempo che sia trascorso, alla fine delle righe dello stesso, che però ora si confondono abbagliate dalla foschia della nebbia di silenti quanto cocenti gocce di rugiada di lacrime che fino a poco tempo prima ci avevano solcato le gote tanto avevamo riso e sorriso compiaciuti. Si ignora il perché della semplice quanto viscerale potenza evocativa di talune parole che danno voce a ciò che l’autore fa scorgere trasudanti in filigrana ci prendano come in una morsa. O forse lo sappiamo benissimo, invece. Si sta solo evitando di ammetterlo a se stessi che da un libricino che inizialmente aveva sortito la nostra curiosità per il titolo, non avremmo mai immaginato né ci saremmo mai aspettati che in fondo si trattasse di un libro che parla d’Amore.
Non uno dei tanti libri sull’amore, dei tanti manuali che dispensano consigli su come amare o come, in questo specifico caso, come tradire e cosa evitare per non farsi scoprire e come fare per scoprire un tradimento. Niente di tutto ciò, o meglio, tutto ciò è solo il pretenzioso pretesto per arrivare a dire con il cuore e al cuore ciò che diversamente e altrove non avremmo mai il coraggio di s-velare né di rivelare e ammettere a noi stessi: che ameremo sempre, ovunque, quantunque e comunque persone con le quali non riusciremo mai a stare per sempre, ma neanche per tutto il tempo che vorremmo, si trattasse anche di un tempo strappato alla quotidiana routine e consegnato all’eternità di attimi vissuti in un sogno, perché più che i sogni, a farci compagnia sarà la divorante, sprezzante e dolorante solitudine dei ricordi di ineguagliabili e inimitabili ore consumate insieme, di odori di intense emozioni vissute all’unisono, di profumo di pelle che tornerà inaspettato a farti visita quando meno te lo aspetti (e di sicuro in una di quelle situazioni laddove hai categoricamente imposto al tuo volere, ai tuoi sensi, alla tua mente, al tuo cuore di dimenticare) solo perché in quella occasione, qualcuno che non conosci e senza peraltro saperlo ha spruzzato lo stesso profumo della persona che hai follemente amato e che follemente ami e che continua ad amarti.
Ma non è lì con te, per colpa del tempo non giusto, di scelte vincolate alle decisioni più giuste, chissà se anche e sempre più sagge, o forse, anche solo per colpa della colpa di nessuno, e perché allora?!? Probabilmente perché in tutto questo discorso sia all’Amore sia al tradimento mancano le parole giuste per dirli e per dirsi. Comincio a pensare che entrambi, anche se in modo differente, siano talmente e totalmente altro dall’umano e che pertanto a noi non sia dato interrogarci sul perché ci accadano. Non ho mai capito, infatti, peraltro non accettando minimamente l’ipotesi del gusto del proibito, perché, a talune persone, proprio quando gli accade di venirsi a trovare in una situazione di tradimento, gli capiti di vivere un’esperienza amorosa totalizzante, quasi paralizzante e così fuori da qualsiasi schema e categoria, di una passione innominabile, indicibile, vorace, ardente, così autentica per il suo impeto travolgente, per la carica vitale che riesce a trasmettere a chi la sta vivendo, che quasi non sembra vera. Difatti, nella maggioranza dei casi poi non dura, in taluni non può assolutamente durare e si finisce per rimanere impigliati nella nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico, insomma in quello che il sociologo Z. Bauman definisce “l’amore liquido” e dunque un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame.
Amore è sempre allora devoto e infedele? Forse sì. O forse non lo sappiamo o forse solo si resta sempre, parafrasando Lou Salomé, come dei “funamboli”, come dei giocolieri, nel vuoto, aggrappati a una corda, consapevoli che l’attrazione resta sempre l’amore. L’amare riporta a se stessi, come dice Lou Andreas Salomé, sfiora solo l’altro lasciandolo poi a se stesso. È sempre una stella irraggiungibile che noi amiamo, e ogni amore è sempre nella sua profonda essenza una segreta tragedia, ma proprio per il fatto di esserlo riesce ad avere effetti così potentemente produttivi. È forse custodito in ciò quel segreto d’Amore che l’autore Gianni Puca, ci consegna come un preziosissimo dono alla fine del suo libro, quando afferma che “la felicità, quella vera, quella che dura, è quella di chi si sente libero nello scegliere ogni giorno la stessa donna e che ritiene che la vera trasgressione sia quella di amare solo lei. Perché per chi ama veramente non esiste un oltre”? E allora viene da chiedersi non tanto e solo se esista l’Amore quanto e soprattutto se esista la reale possibilità di rendersi unicamente e amorevolmente unici a qualcuno e per qualcuno che ci ama e che amiamo veramente. Quando e chi amiamo veramente? Quando e da chi siamo amati veramente?
Scegliamo e/o siamo scelti di essere amati veramente? E soprattutto quanti cuori abitano una mente e quante menti abitano un cuore lungo il percorso dei battiti di una vita prima di arrivare a percepire e poi decretare che amiamo veramente? Quando ci sentiamo liberi di essere noi stessi e liberi di essere amati senza se e senza ma, senza riserve? Oppure quando ci sentiamo liberi di poter condividere pezzi di vita non necessariamente vivendo sotto lo stesso tetto tutti i giorni né dormendo nello stesso letto, ma in letti separati per una migliore e più salutare qualità del sonno e dunque della vita? Quando con quella stessa persona assaporiamo emozioni che nessuno è in grado di farci provare, anche perché sono frutto di segrete verità condivise?
Probabilmente Gianni Puca ci sta anche consegnando un altro dono, forse il più prezioso: un “perfetto traditore” è come un topo avvelenato che si ficca in tutti i buchi, per usare un’immagine che Goethe riferiva a se stesso giovane, quand’era innamorato senza speranza. O forse ci sta rimandando agli avvertimenti nietzscheani di quel nostro essere “ognuno a se stesso il più lontano” e dunque quel nostro “essere ignoti a noi stessi”[6], perché alla fine può esistere “soltanto un vedere prospettico, soltanto un «conoscere» prospettico; e quanti più affetti, lasciamo parlare sopra una determinata cosa, quanti più occhi, differenti occhi sappiamo impegnare in noi per questa stessa cosa, tanto più completo sarà il nostro «concetto» di essa, la nostra «obiettività».[7]
"Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza."
- F.W. Nietzsche -
- F.W. Nietzsche -
"Non so vivere secondo un modello e non potrò mai servire da modello ad alcuno;
invece, quel che farò sarà vivere la mia vita come mi piace, qualunque cosa accada.
Non ho principi da sbandierare, ma qualcosa di assai più prezioso,
qualcosa che sta dentro di noi, che brama solo a vivere e sa gioire,
e preme per uscire alla luce."
- Lou Andreas Salomé -
invece, quel che farò sarà vivere la mia vita come mi piace, qualunque cosa accada.
Non ho principi da sbandierare, ma qualcosa di assai più prezioso,
qualcosa che sta dentro di noi, che brama solo a vivere e sa gioire,
e preme per uscire alla luce."
- Lou Andreas Salomé -
Rossana De Masi
Note:
[1] Rilke a Solomé;
[2] espressione nietzscheana;
[3] espressione nietzscheana;
[4] versi di una canzone del noto cantautore Pino Daniele;
[5] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale;
[6] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale;
[7] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale.
[1] Rilke a Solomé;
[2] espressione nietzscheana;
[3] espressione nietzscheana;
[4] versi di una canzone del noto cantautore Pino Daniele;
[5] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale;
[6] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale;
[7] F. W. Nietzsche, Genealogia della morale.
Le Rubriche di Alphaville
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Scrivono in PASSPARnous: .
Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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