Rivista d'arte diretta da
F. Panizzo |
Revue Cinema rubrica diretta da Daniel Montigiani
|
APRILE Un film di Nanni Moretti Film che può essere considerato in buona parte un documen- tario che, in alcune scene, viene minuziosamente nutrito da inte- ressanti momenti di bizzarra ed eccentrica finzione. |
Un "film di famiglia e diario intimo" (Morando Morandini) che ha inizio il 28 marzo 1994 (giorno che vede la vittoria della destra di Berlusconi) e prosegue intrecciando vicende politiche (come la caduta del governo Berlusconi pochi mesi dopo e la vittoria del centrosinistra durante le elezioni del 1996) ad altre personali dell’autore stesso.
Aprile non è certo il film adatto a rappresentare e sintetizzare il perlopiù bizzarro e peculiare talento di Nanni Moretti (per assistere alla parte migliore del suo eccentrico estro sarebbero platealmente più adatti film come Bianca o La messa è finita), ma qui, in più scene, l’attore-regista riesce a trasmettere con stru- menti tanto essenziali quanto efficaci l’atmosfera emanata dalla presenza (so- prattutto in campo politico) di Silvio Berlusconi e la sua leggendaria e “porno-grafica” capacità di intromissione televisiva a fini politici e dunque personali.
Tutto ciò si percepisce subito dalla prima sequenza, durante la quale Moretti, seduto in un salotto accanto a sua madre, apprende dalla televisione la vittoria elettorale di Berlusconi nel marzo del 1994: si comincia con una scritta bianca su sfondo nero (28 marzo - sera dei risultati elettorali), seguita dalla prima vera e propria iinquadratura iche idà iinizio ial ifilm, icompletamente ioccupata idal itelevi- |
sore del salotto che trasmette la diretta di Emilio Fede che, nel corso del suo telegiornale, annuncia con viscida soddisfazione la vittoria elettorale di Berlusconi. Questa immagine tanto squallida quanto inquietante dell’ex di- rettore del Tg4 che in diretta dallo schermo televisivo annuncia la vittoria riesce a trasmettere con ironia e rassegnata secchezza l’invasività del premier. Infatti, come i quattro lati di questa prima inquadratura corrispondono con per- fezione geometrica ai lati del televisore sintonizzato sulla diretta del Tg4, allo stesso modo Berlusconi (il Berlusconi, si fa per dire, politico) corrisponde con triste perfezione ai vari mass media, in particolar modo, ovviamente, al medium televisivo, finendo, come è chiaramente ben noto, quasi per fondersi con questo, fagocitandolo (nemmeno poi tanto occultamente).
Sempre nel corso di questa prima scena, dopo una brevissima ellissi temporale, viene mostrato sempre dallo stesso televisore per la prima volta Berlusconi che, poco dopo i risultati vincenti, con fare scherzoso e irritante afferma che suo figlio, all’asilo, dice che suo papà “aggiusta le televisioni”, una frase che non può che risultare una clamorosa, pessima metafora (forse nemmeno particolarmente indiretta) di quello che lui è solito fare per scopi personali, ovvero il cercare di aggiustare a proprio favore il flusso del medium più importante. In una scena della seconda parte del film, Moretti mette in evidenza anche un’altra delle tristi colonne portanti e ossessive di Berlusconi: in tale scena vediamo infatti l'attt
|
l’attore-regista mentre
assiste a un dibattito televisivo poco prima delle nuove elezioni del
1996, durante il quale Berlusconi si lamenta del “problema dei giudici”.
Ma del resto, tale scena può essere notevole anche dal punto di vista della giustizia, poiché registra la, diciamo, capacità etica di Moretti di non limitarsi a criticare le scintillanti schifezze della destra, ma anche le brillanti mancanze e assenze della sedicente sinistra: celebre infatti la battuta più che esclamativa dell’attore-regista sulla richiesta a D’Alema di dire “qualche cosa di sinistra”.
Ma Aprile è comunque rimarchevole anche per la
discreta capacità di Moretti di creare una mescolanza fra la dimensione
pubblica del film (rappresentata principalmente dalle elezioni del 1994
vinte dalla destra e da quelle del 1996 vinte dal centrosinistra) e
quella privata (ovvero la vita di Moretti), finendo così anche per
creare delle interessanti corrispondenze fra, appunto, la dimensione
aperta (pubblica) e quella chiusa (privata).
|
Difatti, alla particolare crisi (e devastazione) della politica italiana del 1994 corrisponde la crisi creativa dell’attività artistica di Moretti più volte registrata nel corso di questa pellicola (l’ultimo suo lungometraggio di finzione, infatti, risaliva al 1989 e questo Aprile, oltre a essere in buona parte un documentario, non rappresenta di certo, come già accennato, uno dei suoi esiti migliori; parallelamente è notevole all’interno del film la difficoltà decisionale di Moretti nel portare avanti i propri progetti artistici). In secondo luogo, alle novità in campo politico verificatesi nel 1996 (per la prima volta il centrosinistra vince le elezioni in Italia) corrispondono le più che liete (seppur, anche, portatrici di nervi) novità per il regista e per sua moglie, che hanno da poco avuto un bambino. Ad ogni modo, questo Aprile, anche se non è certo né il film migliore di Moretti né il suo più emblematico, presenta in alcuni momenti alcune delle tipiche fissazioni visive e narrative che hanno reso famoso il regista-attore dalla fine degli anni Settanta. In questa pellicola viene ad esempio infatti riproposto l’interesse di Moretti per una sorta di elefantiasi, ingigantimento grottesco degli oggetti (la grossa canna che egli decide di farsi per la prima volta poco dopo essere venuto a cono- scenza della vittoria di Berlusconi alle elezioni del 1994) già presente, ad esempio, nel grande vaso di cioccolata spal- mabile in Bianca. Ma, più in generale, nelle scene e sequenze più interessanti di Aprile si registra abbondantemente la tipica inclinazione di Moretti per una sorta di comportamento nevroticamente grottesco e quasi surreale, come quando, attraverso un campo lungo dall’alto, lo vediamo sistemare e attaccare insieme una grande quantità di giornali fino a crearne uno gigantesco che viene usato momentaneamente come coperta sotto la quale scomparire.
Ma un altro tòpos della filmografia morettiana che fa la sua continua comparsa in questa pellicola è proprio la presenza stessa di Moretti, in particolare la sua capacità di mostrarsi con tutto il suo ego(ismo?) attraverso episodi e momenti indubbiamente di- vertenti. Ma in Aprile, come anche in Caro Diario, Moretti, all’in- terno della sua vita privata, si mostra davanti alla macchina da presa con una serie talmente incatenata di nevrosi e fissazioni che viene quasi da chiedersi se tale delizioso spettacolo di nervi non sia, almeno in parte, frutto di invenzione.
|
Del resto, da questo punto di vista, potremmo anche tracciare un parallelo curioso (ma non inquietante) proprio all’interno di questo film fra Berlusconi e Moretti. Come, infatti, Berlusconi risulta essere il protagonista di molte delle immagini televisive italiane, Moretti lo è - soprattutto in questo film e in Caro diario - in maniera deliziosamente esasperata ed esasperante delle proprie inquadrature. Entrambi personaggi, insomma, che, per motivi ovviamente ben diversi, sembrano disporre di un ego così ampio che potrebbe prendere completamente il posto della persona stessa.
Daniel Montigiani
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Click here to edit.
Vuoi entrare nella redazione di Edizioni Psychodream,
o collaborare con Psychodream Theater?
Direttore: Francesco Luigi Panizzo | [email protected]
Responsabili di redazione: Viviana Vacca | Fabio Treppiedi | Massimo Acciai | Anna Novello | Gaia Grassi | Alessandro Rizzo | Daniel Montigiani
Per affiliazioni pubblicitarie | [email protected]
Per collaborazioni e progetti | [email protected]
Tutti i contenuti di questo sito possono essere utilizzati da altri media e siti internet, giornali o televisioni con la clausola
di esporre a citazione, tramite il seguente link, la Edizioni Psychodream oppure la pagina di riferimento.
Per info: ooooooooooooooooooooooooo
[email protected]
[email protected]
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati